Rifiuti sotterrati nelle campagne, la rabbia degli imprenditori
“”Sono molto preoccupato, ma soprattutto molto arrabbiato””. A spiegare lo stato d’animo degli imprenditori del settore agroalimentare di Cerignola è Luigi Di Tuccio, dell’azienda agricola Antica Enotria, ma il suo parere è sovrapponibile a quello dei tanti colleghi che rappresentano la linfa vitale dell’economia cerignolana, pericolosamente a rischio dopo le ultime indiscrezioni giornalistiche che parlano dell’esistenza di rifiuti radioattivi nella cava di Francesco Pelullo, in zona Ragucci, a poca distanza dalla Diga Capacciotti, la cui acqua, tra le altre cose, irriga i campi del Tavoliere.
“”Da un lato sono arrabbiato ed indispettito perchè da tempo c’erano dei sospetti. Mesi fa, prima dell’inchiesta, per strada era facile sentir parlare di questo fenomeno o del fatto che la nostra terra potrebbe essere oggetto di chissà quali angherie, adesso c’è la certezza che questi sversamenti siano davvero avvenuti. Sono preoccupato- confida Di Tuccio- per la salute; d’altra parte, però, bisogna andare cauti con le affermazioni e, prima di tutto, bisogna capire bene quanto è estesa la zona interessata dagli scarichi, perchè se è solo quella relativa alla cava corriamo solamente il rischio di compromettere tutta la nostra economia per nulla””. La notizia del sotterramento di scorie radioattive in zona Ragucci, nel primo giorno di carotaggi a Cerignola, ha spinto la popolazione alla mobilitazione gettando contemporaneamente nell’incertezza gli attori principali del settore trainante della Capitanata: l’agricoltura.
“”Io mi rivolgo soprattutto ai media, perchè stiano attenti a non alzare un polverone se non esistono i presupposti: non siamo come il napoletano e soprattutto non possiamo fare di tutta l’erba un fascio. Io quotidianamente vivo questa situazione: quando ospito clienti stranieri, mi chiedono se siamo in regola con il pagamento degli operai, perchè “”“ spiega il giovane imprenditore- sono influenzati dai servizi televisivi sul caporalato””. Il rischio che si attui una vero e proprio effetto emulazione Terra dei Fuochi, nel settore agroalimentare, è elevato: “”Quando è esploso il problema della terra dei Fuochi, per esempio nel casertano, le aziende hanno subito un forte contraccolpo, nonostante lavorassero i nostri pomodori””, fa notare Pierfrancesco Castellano dell’omonima azienda conserviera. “”Siamo preoccupati sia per lo sversamento illegale dei rifiuti che per la cassa di risonanza che sta avendo: per questo c’è bisogno di chiarezza, a tutti i livelli, per non creare allarme sociale laddove non è necessario””. A spaventare la classe imprenditoriale è “”la pubblicità negativa”” del territorio, che necessita di una vetrina immacolata per poter portare sulle tavole di tutta Italia, d’Europa e del mondo i prodotti made in Capitanata. Per questo “”si dovranno fare tutte le verifiche necessarie, bonificando i siti pericolosi anche attraverso leggi speciali o vertenze straordinarie- sostiene Castellano-. Anche la classe politica dovrebbe essere più responsabile evitando di strumentalizzare una questione per fini elettorali e facendo una demagogia nociva per l’intero territorio. A dare informazioni ci pensano i giornalisti, non i politici””: rabbia e preoccupazione sono gli ingredienti saltati fuori dall’inchiesta Black Land e che chiama i media “”a dare notizie senza spettacolarizzare””.
Se ad Ordona, epicentro del sisma giudiziario, alcuni clienti si rivolgono ai fornitori per chiedere rassicurazioni ulteriori sulla qualità dei prodotti, “”a Cerignola episodi del genere devono ancora verificarsi””, premette Alessandro Masiello della Masiello Food, che fa dell’export la maggiore fonte di guadagno in bilancio. “”I risultati dei carotaggi devono ancora essere resi noti e fino a quel momento non possiamo sbilanciarci in analisi o in previsioni. Certo, l’agricoltura ne uscirebbe malissimo se le notizie trapelate fino ad ora dovessero trovare conferme o se si appurasse la contaminazione delle falde acquifere, atteso che gli sversamenti, da quanto mi risulta, sono arrivati nei pressi della Diga Capacciotti””. Masiello è rappresentante Confindustria a livello regionale- settore agroalimentare: “”Al momento, non essendoci notizie certe, abbiamo inteso non metterci in allarme in attesa degli esiti certi dei carotaggi: rimaniamo in fibrillazione, sperando che questi personaggi criminali abbiano avuto almeno un po’ di coscienza nello sversare rifiuti nelle campagne evitando che fossero inquinate anche le falde acquifere””, conclude il rappresentate della Masiello Food. I risultati dei carotaggi, che a Cerignola sono iniziati il 6 maggio scorso, quando si era diffusa la notizia della presenza di scorie radioattive nel sottosuolo, arriveranno tra circa tre settimane. Solamente con la comunicazione ufficiale da parte di Noe e Dda, che fino ad ora hanno però escluso la presenza di scarti radioattivi nelle campagne, si potrà tracciare un primo bilancio sulla “”terra sporca””.
Michele Cirulli