Ordona, controlli alla tiroide: “”30% positivi, 20% casi sospetti””
Proseguono i monitoraggi dell’endocrinologo Marino Marinelli, che da diverse settimane sta effetuando screening gratuiti ad Ordona per cercare di individuare eventuali disfunzioni della tiroide che possano essere messe in stretto contatto con i ritrovamenti avvenuti nella cava di Gerio Ciaffa ad Ordona.
Dopo il trambusto seguito all’operazione Black Land, che l’11 aprile scorso ha portato in manette 14 persone accusate di aver smaltito illegalmente rifiuti nell’agro di Capitanata, ad Ordona, epicentro dell’inchiesta giudiziaria, la preoccupazione per la correlazione tra fattori di rischio inquinanti e il presunto aumento di tumori rimane sempre alta.
“”Al momento lo screening tireopatie e inquinamento ambientale è stato effettuato su un campione di 180 cittadini di Ordona: nel 30% dei casi abbiamo riscontrato positività , e questo dato ci dice che siamo nella media, ma c’è un ulteriore 20% di persone a cui ho prescritto ulteriori accertamenti perchè in situazioni sospette””, dice a L’Attacco Marino Marinelli. Dunque, lo screening iniziato a metà aprile sta dando i primi frutti e rimarca risultati parziali non temibili, anche se quella percentuale sospetta potrebbe alzare la percentuale di incidenza di disfuzioni della tiroide verso picchi poco confortanti: c’è un range che va tra il 30% ed il 50% dei pazienti che potrebbe cambiare l’esito dello studio. Marinelli, però, predica calma fino alla definitiva conclusione dell’indagine medica. “”Ho riscontrato in prevalenza, ad oggi, noduli alla tiroide””, dice l’endocrinologo, “”e siamo costantemente in contatto con il Noe dei carabinieri anche perchè abbiamo bisogno di conoscere quali inquinanti siano presenti nel sottosuolo per stimare eventuali connessioni tra patologie e territorio, visto che questo tipo di disfuzione ha una matrice legata ai fattori ambientali ed una relativa alla genetica””.
Come stella polare, Marinelli segue una indagine simile effettuata a Pescopagano, in provincia di Potenza, un paesino a vocazione agricola che, negli anni 1994-1996 è stato interessato dallo studio epidemiologico. La buona notizia, però, è che la ASL del direttore generale Attilio Manfrini, come confermano lo stesso Marinelli e voci interne al movimento cittadino Ordona, ha dato l’assenso affinchè gli esami ematici prescritti dall’endocrinologo quando ci si ritrova di fronte a casi sospetti, saranno a carico dell’azienda sanitaria di Piazza della Libertà , anche se al momento “”non ci sono codici di esenzione ticket, considerato che è necessario un po’ di tempo per le pratiche burocratiche””, informano i cittadini. Martedì scorso il Movimento spontaneo ha ospitato nell’aula consiliare del Municipio la delegazione degli ambientalisti cerignolani per discutere dell’organizzazione di una nuova mobilitazione, il 15 giugno, per evitare che i riflettori sull’emergenza ambientale rimangano spenti. “”Siamo in contatto con le associazioni della Terra dei Fuochi- fanno sapere dal Movimento Cittadini Ordona- e ci consigliano di fare rete, perchè solo così potremmo arrivare a scoprire la verità . Già il 1° giugno ci mobiliteremo per andare a Melfi, dove c’è la Fenice: loro, poi, saranno nostri ospiti a metà mese””.
Insomma, il fronte ambientalista cresce e fa rete e sembra questa l’unica alternativa per mantenere vivo l’interesse intorno alle drammatiche notizie apparse sui media che dipingono la Capitanata come una pattumiera a cielo aperto, sotto le cui terre si nasconderebbero scarti pericolosi e non. Forse radioattivi, come vorrebbero le indiscrezioni emerse a Cerignola, ma subito smentite da Carabinieri e DDA di Bari. Dopo i carotaggi ad Ordona si attendono i controlli negli 8 pozzi vicini alla cava che conterrebbe circa 500 mila tonnellate di rifiuti solidi, ospedalieri, amianto e fanghi industriali. La maggior parte di questi pozzi sono di proprietà dell’uomo che aveva la disponibilità della cava e che è stato coinvolto nell’inchiesta della Dda di Bari e dei carabinieri, Gerio Ciaffa. L’obiettivo dei controlli è verificare se la falda acquifera sia stata inquinata dai rifiuti interrati nel territorio di Ordona. Per avere un quadro completo e conoscere le eventuali correlazioni tra agenti inquinanti e disfunzioni della tiroide, si dovrà aspettare ancora qualche settimana: Marinelli parla di un primo 30% di casi risultati positivi e di un ulteriore 20% di casi sospetti. Al momento la situazione pare esser enella norma, ma sarà determinante anche apprendere lo studio sui pozzi e sulle falde acquifere.
Michele Cirulli