Cerignola dimentica Di Vittorio dopo 6 anni di slogan
Dopo sei anni abbiamo perso. Ci vuole onestà per dire le cose come stanno: noi abbiamo fallito, anche perchè ci siamo guardati intorno ed eravamo pochini; ma adesso con la stessa sincerità ci dovrebbero dire che mai nessuno ha avuto davvero intenzione di restaurare il murale di Giuseppe Di Vittorio.
Il movimento di opinione Salviamo il Murale Di Vittorio, nato inizialmente sui social e poi trasferitosi nella realtà grazie a Giovanni Rinaldi, Andrea Ladogana ed altri appassionati dell’opera d’arte dedicata al sindacalista cerignolano ormai alzano bandiera bianca. Le loro sollecitazioni, che avevano portato la politica ad inserire nella propria agenda il restauro, sono rimaste inascoltate, nonostante da due anni in Regione siano ancora bloccati fondi per 75 mila euro per la riproposizione in piazza della Libertà , a Cerignola, della Condizione del Mezzogiorno di Ettore De Conciliis e Rocco Falciano. Ancora oggi i brandelli di quel murale, che contengono amianto e andrebbero bonificati prima di ogni tipo di azione di recupero, giacciono dimenticati nei magazzini di Palazzo di Città e tutti i progetti di riqualificazione sono rimasti lettera morta perchè da Bari non liberano i fondi promessi dall’allora assessore alle politiche del lavoro Elena Gentile. Con la scomparsa di Baldina Di Vittorio l’intera politica ofantina si è schierata dalla parte del sindalista e della sua memoria, difesa solamente a parole. Non credo ci sia volontarietà nel non fare niente- dice Giovanni Rinaldi-. Registro solamente una forte propensione a strumentalizzare la questione ogni volta in cui la politica commenta le notizie relative all’opera. Ne parlano solo ed esclusivamente quando compaiono notizie sui giornali: la verità è che di Di Vittorio non importa niente a nessuno. C’è interesse da altre parti dell’Italia, anche lontano da noi, ma qui non c’è assolutamente la volontà di recuperare il Murale. Noi ci abbiamo provato, non riuscendoci, e mettendo gratuitamente a disposizione la nostra professionalità senza chiedere nulla in cambio, ma è evidente che abbiamo fallito.Dal 2011 al 2013 è polemica atroce: il centrosinistra di Gentile e Vendola difende e mette il cappello su un imminente bando per il recupero che arriverà solamente a marzo 2013; la cicogna di Metta dice di volersi sostuire all’amministrazione incapace ed insensibile al tema del ricordo del sindacalista ed intraprende una raccolta fondi interna racimolando appena 70 euro. A sei anni dalla nascita del gruppo Facebook Salviamo il Murale Di Vittorio, però, slogan a parte, nulla si è mosso. Ho chiesto informazioni in Regione ripetute volte. Mi hanno sempre assicurato che a breve avrebbero sbloccato il finanziamento, ma non ci sembra che poi sia accaduto realmente. Questi soldi “ dice Franco Conte, consigliere di maggioranza delegato alla cultura- ci servono per riportare Di Vittorio e la condizione del Mezzogiorno di fronte al Piano delle Fosse, in una piazza molto significativa per Cerignola. Il nostro progetto è stato inviato in Regione, siamo arrivati secondi, quindi abbiamo ottenuto il finanziamento. Ma da Bari nessuna risposta concreta, anzi, solo promesse di una imminente svolta che non giunge mai. Abbiamo trovato anche banche e imprenditori che vorrebbero co-finanziare il progetto di rivalutazione dell’Opera. Tra questi vi sarebbe anche Donato Calice, costruttore edile molto influente e fino a ieri legato all’amministrazione Giannatempo, oggi più vicino a Michele Longo, candidato (sconfitto) alle primarie del Pd.Erano state le scuole- Liceo Artistico- ad affrontare il tema del restauro e della memoria di Di Vittorio in un incontro, avvenuto tre mesi fa, con l’artista Ettore de Conciiliis, che in quell’occasine aveva donato il bozzetto in scala all’ammnistrazione comunale, perchè lo conservasse nel Museo del Grano ubicato nei locali di Ex opera: Quella è stata un’occasione importante per la città , che nessuno ha colto. Poteva essere un’azione propedetutica al rilancio del Murale, ma come al solito non se ne è fatto niente, sottolinea Giovanni Rinaldi. Abbiamo assistito “ conclude- soltanto a politici che hanno parlato senza mai muovere un dito in maniera concreta. Alzo bandiera bianca. Ho perso. La bandiera bianca arriva a poche ore dalla scomparsa di Baldina Di Vittorio, i cui funerali si sono svolti a Roma, dove è arrivata una delegazione dell’amministrazione comunale di Cerignola. Il rito civile “ e non religioso- ha registrato la partecipazione dei capi nazionali della Cgil (tra gli altri, Epifani, Mancuso, Landini)- Ancora una volta, quando si parla di un Di Vittorio, lo Stato “ inteso come istituzioni- è stato assente. Ma Baldina non ne sapeva nienteSento quotidianamente la Presidente di Casa Di Vittorio, Baldina, ma posso assicurare con estrema certezza che neanche lei è al corrente dell’iniziativa. Solamente ad agosto abbiamo scoperto l’interessamento di Nichi Vendola al Murale. Mentre Vendola in persona, Elena Gentile, Antonio Giannatempo e Franco Metta parlavano di come salvare il Murale, Giovanna Zunino, direttrice di Casa Di Vittorio, nel 2012 informava che nessuna delle controparti aveva avvicinato Baldina per metterla al corrente di quanto si sarebbe voluto fare con il Murale Di Vittorio e la condizione del Mezzogiorno. Sarà mia e nostra cura verificare ogni utile sinergia con gli enti locali, con la Cgil nazionale e con la stessa Casa Di Vittorio perchè si possa restituire quanto prima a quella comunità una testimonianza artistica di valore come il murale che ha raffigurato quella straordinaria esperienza di vita che ha fatto di Di Vittorio il figlio più grande di questa terra, diceva Nichi Vendola. Ho raccolto, questa mattina, dal Presidente Vendola la Sua incondizionata disponibilità a sostenere l’iniziativa del comitato promotore per il recupero del murale dedicato a Giuseppe Di Vittorio opera che appartiene alla nostra città . Al bando quindi ogni tentativo maldestro di trasformare la vicenda del murale nella sagra del populismo e della demagogia, diceva Elena Gentile.
Michele Cirulli