A 4 anni dal “”folle viaggio””, la nuova vita di Irina
Dentro di sè il peso- definitivo quasi come una condanna- del non sapere, del non conoscere quale sia stato il destino delle sue figlie, Alessia e Livia. Da 5 anni Irina Lucidi, madre delle bambine ed ex moglie di Matthias Schepp, che dal 29 gennaio 2011 ha sottratto le minori sparendo nel nulla, non ha notizie delle sue gemelline, ma soltanto frammenti discordanti che vanno in direzioni diverse, talvolta contraddittorie e talvolta inquietanti.
Il folle viaggio di Matthias è stato contorto, apparentemente senza alcun senso: dalla Svizzera alla Francia, dalla Corsica all’Italia: lettere disseminate durante un tragitto disperato nel quale “ come ha lasciato intendere in una missiva- avrebbe ucciso le sue figlie. L’ingegnere della Philip Morris aveva un rapporto ormai conflittuale con sua moglie Irina, la quale aveva deciso di adire le vie legali per intraprendere l’iter della separazione: un passaggio delicato, quest’ultimo, che ha lo ha scosso non poco tanto da essere la causa scatenante della sottrazione delle bambine e la base di partenza di un viaggio disperato durato 5 giorni, fino al 3 febbraio 2011, quando alle 22:47, presso lo scalo ferroviario di Cerignola Campagna, Matthias ha deciso di farla finita gettandosi sotto un Eurostar in transito alla velocità di 130 km orari. Da quel giorno segnalazioni (dalla Sardegna al Canada), mobilitazioni di massa, spiegamento di forze, tre procure all’unisono per capire i movimenti dell’ingegnere che ha superato tre nazioni lasciando pochissime tracce e molta confusione negli inquirenti.
Da quel giorno è nato il gruppo Facebook Missing Alessia e Livia, concepito con la finalità di raccogliere segnalazioni in tempo reale nei giorni in cui la macchina burocratica avrebbe potuto lasciar trascorrere tempo prezioso e utile, invece, per ritrovare le gemelline, che se oggi fossero vive avrebbero 10 anni. A quella comunità virtuale hanno aderito oltre 42 mila persone, che hanno dato la forza ad Irina Lucidi di continuare la sua vita convivendo con il suo dramma personale e familiare.
Oggi Irina, 49 anni, è al capo di un’associazione – Missing Children Switzerland “ nata all’indomani della scomparsa di Alessia e Livia. Al Matin Dimanche Irina sostiene di aver superato i momenti più difficili con la passione per le due ruote, ovvero la bicicletta: Per me questa scoperta è stata un miracolo. Mi ha permesso di smettere completamente di assumere sostanze chimiche. Prendevo tutto questo miscuglio di medicinali per tentare di tenermi a galla. Era terribile non poter dormire. La mancanza di sonno è una tortura cinese che disorienta completamente. Il cervello “ ha aggiunto – era come anestetizzato, ma il dolore non scompariva.
La sua vita si è spostata per un periodo in Spagna. Da qui ha compiuto le sue esperienze per conto dell’associazione: Sono come in un altro mondo con Livia e Alessia. Loro sono naturalmente ogni giorno con me. Ma sulla mia bicicletta mi ritrovo totalmente sola con loro: siamo fuori dal mondo. Sono ancora più vicina a loro, nessuno può disturbarci- ha dichiarato a LeMatin Dimanche -continua Lucidi. “”è come in una bolla: siamo sospese fuori dal tempo e fuori dal mondo. Siamo tutte e tre lì. Viaggiamo in un’altra vita. Livia e Alessia hanno visto l’Himalaya””, dove la donna si è recata per raccogliere fondi per sostenere la causa della Onlus.
Nel corso dell’intervista Irina Lucida, avvocato della Philip Morris, afferma di essere morta già una volta 4 anni fa : quella che sta conducendo è una seconda esistenza. “”Quando avete la scelta fra la vita e la morte non scegliete: continuate a vivere. Malgrado tutto. è così. Non è una cosa che si spiega””. Tornare a vivere significa anche ritrovare i sentimenti e Irina Lucidi ha deciso di ricostruire anche una vita amorosa: “”Ho incontrato una persona su cui posso contare e con la quale voglio restare””, spiega a Le Matin Dimanche.