La destra lo vuole sindaco, Tatarella si nega: “”C’è un tempo per tutto””
Ripetere l’impresa del 1993, quando la destra missina ha conquistato inaspettatamente palazzo di città espugnando la fortezza rossa del Partito Comunista? è possibile. Difficile, ma possibile. è questo ciò che è emerso nell’incontro avvenuto martedì sera a margine del consiglio comunale di Cerignola tra gli esponenti di Forza Italia ed NCD che non si riconoscono nella leadership di Paolo Vitullo.
E nel ventaglio di nomi proposti è emerso quello di Salvatore Tatarella, già sindaco di Cerignola nella storica tornata del 5 dicembre 93 ed europarlamentare nelle liste dell’allora Pdl. Ma il diretto interessato rifiuta l’offerta. E preferisce andare avanti con le attività culturali della Fondazione Pinuccio Tatarella.
A chiedere il suo coinvolgimento è stata la compagine composta dai consiglieri comunali Domenico Carbone, Gerardo Defeudis, Salvatore Morano, Luca Reddavide e Gino Borraccino, dagli assessori Francesco Decosmo, Carmela Lapicirella, Pasquale Mennuni, Michele Romano e Marco Merlicco, dal vicesindaco Franco Reddavide col placet- come sembra- di Antonio Giannatempo. Ovvero tutti coloro i quali sono rimasti orfani della candidatura di Giuliana Colucci, il dirigente scolastico del Liceo Classico Nicola Zingarelli che lunedì notte, in maniera del tutto inaspettata, ha annunciato il suo ritiro dalla campagna elettorale spianando la strada a Paolo Vitullo e Gianvito Casarella, che nel frattempo sono partiti- con la benedizione di Forza Italia- nel tour elettorale che li porterà all’election day che 31 maggio prossimo.
Salvatore Tatarella, però, a fine gennaio ha dato l’addio alla politica attiva: Non torno indietro, sono stato commosso del fatto che abbiano pensato a me, ma ho già detto che il mio contributo alla politica lo darò in maniera diversa. Attraverso la Fondazione Tatarella, alla quale tra l’altro il Comune di Cerignola non ha ancora aderito, e attraverso il mio ruolo nell’Ofanto Sviluppo, società dell’interporto, fino a un minuto prima delle elezioni, perchè prima delle votazioni rassegnerò le dimissioni affinchè il nuovo primo cittadino possa decidere con serenità cosa fare.
Nel centrodestra è caos totale. Incassato il no dell’onorevole, i nomi a disposizione rimangono pochi. C’è chi spinge per la candidatura di Pietro Barbaro, attuale coordinatore locale di NCD: la proposta, però, sembra essere più una provocazione considerando i rapporti di stretta amicizia che legano l’alfaniano e Vitullo, che una soluzione che compatti il fronte del centrodestra. Eppure ieri mattina, nei corridoi di Palazzo di Città , non si è parlato d’altro che della suggestione Tatarella, tanto che “ in maniera trasversale- le curiosità e le attenzioni sul caso sono state frenetiche, con tanto di supporters piddini e cicognini pronti ad abbracciare la causa dell’ex europarlamentare. La risposta, però, è stata negativa.
C’è un tempo per ogni cosa ed il mio è passato. Adesso posso dedicarmi, non solo a Cerignola, ma anche nel resto della Puglia, alla costruzione di un nuovo soggetto che aggreghi il centrodestra, ma la candidatura a sindaco è fuori discussione. I tempi sono cambiati, la gente vuole novità e io non sono la novità . è la generazione dei trentenni, chi ha avuto una forte esposizione negli ultimi anni farebbe bene a cedere il passo, spiega Tatarella a L’Attacco.
Che aria tira, dunque, nel centrodestra locale? Purtroppo, arrivati a questo punto, qualunque sia il candidato, la partita è persa. Devono mettere i piedi nell’acqua fredda e metabolizzare questa situazione. Adesso- aggiunge l’onorevole- si deve pensare solo a ricostruire. Per quanto mi riguarda, credo che si profili un ballottaggio Sgarro-Metta, il centrodestra è troppo frantumato per arrivare ad un buon risultato. La partita si gioca sul campo del futuro: con l’attuale legge elettorale, che taglia il numero di consiglieri comunali eleggibili, e con il vertiginoso aumento delle liste in competizione, anche nomi illustri e i mister voti potrebbero essere tagliati fuori dai giochi, considerando l’alto tasso di dispersione di preferenze e cinque anni di amministrazione non certamente brillante. Imporre il proprio candidato, nei conteggi al ribasso, vorrebbe significare una sopravvivenza per i prossimi 5 anni.
Michele Cirulli