Galantino pensa al dopo Di Molfetta. Gelo ne i-Cattolici
A Cerignola, quest’anno, non c’è solamente il toto sindaco, ma anche il toto-vescovo. IL mandato di Felice Di Molfetta è appena terminato e così, anche se i tempi non sono ancora maturi, iniziano a circolare le prime indiscrezioni sull’identikit del successore del pastore più contestato e controverso della comunità di Cerignola e Ascoli Satriano.
Prima, però, ci sarebbero alcuni dettagli di cui la Curia romana si starebbe occupando e riguarderebbero, per prima cosa, la ridefinizione delle Diocesi. Dal prossimo anno, difatti, quella di Cerignola potrebbe essere accorpata a quella di Manfredoni; analoga sorte potrebbe toccare a Lucera e San Severo. In attesa di capire quali saranno le sorti della geografia spirituale di Capitanata, però, emergono i primi indirizzi sul sostituto di Di Molfetta: pare che il suo successore possa essere pescato dalle file dei francescani. Un messaggio che “ se confermato- potrebbe essere l’ennesima sconfessione per il vescovo delle opere faraoniche (vedi cripta in Duomo, il cantiere più osteggiato della storia della comunità ofantina con una mobilitazione di 7000 persone).
A questo si aggiunga che nei giorni scorsi don Nunzio Galantino, il segretario della CEI originario di Cerignola, è intervenuto pubblicamente “ nelle vesti di consigliere del cda dell’AVE, per chiarire il concetto di interventismo politico della chiesa: In modo più esplicito: l’AVE non si identifica in alcuno schieramento politico e non affida alcuna delega in bianco a chicchessia. In quanto cittadini e persone di buona volontà , che guardano ai bisogni degli ultimi, siamo e saremo ovviamente attenti a tutte le proposte che manifestino attenzione a tali bisogni, da qualsiasi parte politica provengano, ma ciò non si traduce in un sostegno dichiarato ad alcuno schieramento politico o candidato alla carica di sindaco. Un passaggio fortemente allusivo alla condotta di Felice Di Molfetta che ha benedetto l’operazione elettorale i-Cattolici formata da alcuni membri delle Confraternite e della Deputazione, oltre che dal capo dell’ufficio comunicazioni sociali della Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano. Una condotta che- come riferiscono fonti interne alla Curia foggiana- sarebbe finita sui tavoli del Vaticano. Tanto che i-Cattolici, pur contattati, preferiscono rimanere in silenzio (Mariella Cioffi e Davide Pizzolo).
Proprio tenendo conto di questi atteggiamenti, e dell’opportunità propugnata da Galantino di dimettersi dalle organizzazioni religiose in caso di partecipazione alla tornata elettorale, si fonda la ricostruzione del segretario CEI nella sua città natìa. Ed un certo nervosismo traspare proprio in chi “ indirettamente- è stato invitato a fare un passo indietro: Giuseppe Di Bisceglia, che in Curia ha un contratto a tempo determinato ed è stato apertamente definito ideologo de i-Cattolici, opta per il silenzio. Raggiunto telefonicamente dice: Non ho tempo, ci dobbiamo risentire. Non so quando, buona serata, taglia corto il braccio destro dell’attuale vescovo. Reazione che tradisce anche la presa di posizione della stessa AVE che, seppure esplicita riguardo la condotta politica da tenere per le amministrative di maggio, giura di non voler riferirsi a Di Molfetta.
Eppure quella nota ha creato un vero e proprio terremoto negli ambienti della Curia locale mostrando con tutta evidenza il dualismo Galantino-Di Molfetta (è proprio questa l’eventualità scongiurata invano dall’Associazione Volontari Emmanuel): due metodi differenti di approccio al ruolo di guida spirituale. Il primo, voluto da Papa Francesco in persona, rappresenta la parte riformista della Chiesa; il secondo è espressione del vecchio apparato. Con relativi supporters e modus operandi più o meno graditi al mondo dei fedeli. La bomba di Galantino è scoppiata e- secondo i bene informati- potrebbe essere l’inizio della rivoluzione nella Chiesa foggiana. Manca relativamente poco alla sostituzione di Felice Di Molfetta, il quale avrebbe in mente di rimanere a Cerignola anche dopo la conclusione del suo mandato. Nel frattempo il vescovo “ come consuetudine- rimarrà alla guida della Diocesi almeno fino a settembre prossimo per traghettare i fedeli verso la nomina del suo sostituto. Sarà dunque nell’esercizio dei pieni poteri quando il 31 maggio potrà vedere se la sua creatura, i-Cattolici avrà rispettato le aspettative appoggiando Franco Metta sindaco. Con buona pace delle prescrizioni del suo segreterio generale Galantino.
Michele Cirulli