La ricca eredità di Metta tra destra e sinistra
E se Metta non dovesse farcela a salire a Palazzo di Città , cosa ne sarà del suo prezioso patrimonio elettorale? Dove andrà a concentrarsi quel contenitore che nel 2010 racimolò 8200 voti ed oggi si candida, in un testa a testa con il Pd di Tommaso Sgarro (incognita centrodestra), a forza di governo?
Le ipotesi sono le più disparate, anche perchè il leader de La Cicogna ha già fatto sapere di essere all’ultimo giro e, qualora dovesse fallire come nella passata tornata elettorale, si ritirerà a vita privata. Così come, in un incontro in Confidustria, ha dichiarato che la sua esperienza a (eventuale) sindaco sarà a tempo: 5 anni e senza ricandidature o lanci per ulteriori carriere politiche.
La sua è una tradizione di destra: Metta proviene dalla scuola di Salvatore Tatarella, interprete del MSI con i camerati Ruocco, Farina, Giannatempo; poi il partito lo mise alla porta e a distanza di 20 anni si è reinventato paladino civico con i metodi dei compagni, ovvero col porta a porta tra le gente, con i comizi di piazza, con la denuncia pronta nel cassetto accarezzando il tema della giustizia sociale, strizzando l’occhio a Michele Emiliano (con il PD ha sostenuto Francesco Miglio alla presidenza della Provincia).
Per conquistare Cerignola, Metta ha organizzato due ramificazioni importanti: quella di Cerignola Democratica, composta dagli epurati di Gentile, per catalizzare il malcontento enti-Elena; e Salvatore Tatarella, che in vista di un ipotetico ballottaggio sta provando a fare breccia nel cuore dei nostalgici di destra, bistrattati dal cicognino negli ultimi 5 anni di campagna elettorale permanente. Proprio Pezzano e Paparella potrebbero rappresentare il futuro della Cicogna e già si intravedono i primi segnali.Tatarella individua nel voto a Metta il punto di partenza per la rifondazione del centrodestra locale: Non sono così ingenuo da pensare che la mia scelta di campo non avrebbe provocato qualche polemica, ma a chi si è risentito voglio ricordare che: non rappresento la “”vecchia destra””, ma la vera destra e se quella attuale fosse rimasta simile alla “”vecchia”” oggi non avrebbe il timore di scomparire; non ho invitato a votare per Cerignola Democratica, ma per Metta sindaco e l’ho fatto proprio per evitare che Cerignola abbia un sindaco democratico; non faccio mai scelte di calcolo e di interesse, ma sempre di merito e di valore, altrimenti non sarei stato missino o non avrei seguito Fini, lasciando Berlusconi; il centrodestra di cui ha bisogno Cerignola e l’Italia deve ancora nascere e certamente non è rappresentato dagli attuali schieramenti; continueremo a vederci a Cerignola, anche dopo il 31 maggio, per rifondarlo, scrive l’ex eurodeputato, che in un comizio ad hoc ha fatto il suo endorsement provocando qualche malumore proprio in Cerignola Democratica quando dal palco ha parlato di Bella Ciao divisiva.
E all’indomani dell’indicazione di voto offerta ai cerignolani, la galassia di sinistra si è mossa per rimarcare l’accozzaglia destra-sinistra (vero leitmotiv anche del Pd) immagazzinata nella Cicogna. E si fa largo anche la strada di chi vede l’ex consigliere provinciale Pezzano pronto a drenare voti e uomini alla Cicogna in caso di sconfitta al 31 maggio: E’ ancora presto per parlare di futuro. Sono concentrato solo sulle amministrative per dimostrare a chi ha scelto di chiudersi nelle segrete stanze che era necessario parlare con i cittadini. Dopo il 31 politicamente inizierà un’altra partita per tutti, questo è chiaro. E sulla svolta a destra propugnata da Tatarella: Io credo che a livello nazionale ci sia un grave problema del centrodestra. Non conosco ciò che dice Tatarella, non mi interessano le sue visioni politiche o la ricostituzione del centrodestra a Cerignola. L’ho già detto pubblicamente: continuo a pensare che l’affare interporto sia stato fallimentare e ha caratterizzato negativamente quel centrodestra, il suo centrodestra. Detto questo, però, è un dato di fatto che Salvatore Tatarella sia percepito come il miglior sindaco di Cerignola negli ultimi 20 anni e ne prendo atto, rimarca Pezzano.
Qualora però il cicognino dovesse vincere, l’ex democratico non ha dubbi: Per gli altri partiti si tratterà di azzerare un’intera classe dirigente che ha governato per anni. è opinione diffusa che la cicogna potrebbe essere la forza politica che si giocherà l’ipotetico ballottaggio con il Partito Democratico di Sgarro e Gentile. In attesa di capire quanto il centrodestra di Vitullo abbia potuto recuperare ed in attesa di capire anche quanto le quattro liste civiche, che attingono dal voto di protesta storicamente cicognino, possano rubacchiare voti al movimento mettiano. Di certo, però, le elezioni di maggio potrebbero rappresentare l’ anno zero.
Michele Cirulli