Emergenza Fibrosi Cistica, Ratclif: “”Serve personale””
Il reparto di Fibrosi Cistica è, probabilmente, la punta di diamante del Tatarella. «Un reparto nordico, nel senso del Nord Europa», lo ha definito il professor Gianni Mastella, padre della ricerca sulla fibrosi cistica in Italia, intervenuto all’inaugurazione del reparto nel 2013.
In effetti, chiunque entri in questo reparto resta sbalordito: i pazienti in cura dispongono di palestre per la fisioterapia, e sono seguiti per mezzo di apparecchiature all’avanguardia (tipo quella per la spirometria). Le cinque stanze che ospitano i pazienti dispongono ognuna di due letti, uno per il paziente e uno per l’accompagnatore, di wi-fi, tv, frigorifero, bagno con doccia. Inoltre, tutte dispongono di un terrazzino che si affaccia su un piccolo giardino interno in erba sintetica ma con piante vere.
Eppure, questo gioiello attraversa una fase difficile. Per illustrare la situazione, Marchiodoc ha incontrato il dottor Luigi Ratclif, già primario di Pediatria e responsabile del reparto FC.
« Io sono andato in pensione lo scorso primo settembre. La Lega Italiana Fibrosi Cistica – Puglia mi ha chiesto di fare il consulente per quattro giorni la settimana per tre settimane al mese con compiti di formazione del personale. In realtà , io faccio il medico, proprio come prima. Questo fino al giugno 2016. Poi non si sa».
La situazione, spiega il dottor Ratclif, è di perenne precarietà : «Fino a quando sono stato primario in Pediatria, mi interessavo pure di Fibrosi, essendo i due reparti agganciato l’uno all’altro. Purtroppo, dei tre medici divenuti funzionali a questo reparto due sono andati via, ed è rimasta soltanto la dottoressa Vitullo. Perciò, abbiamo tamponato la situazione facendo ruotare due medici di pediatria a tempo determinato. FC, attualmente, ha un medico (la Vitullo), due medici a rotazione da Pediatria, sei infermieri più una caposala, una fisioterapista di ruolo più un’altra fisioterapista non assunta fornitaci dalla Lega. In realtà , secondo un tavolo tecnico regionale iniziato tre anni fa e mai concluso, FC di Cerignola dovrebbe avere tre medici, otto infermieri e tre fisioterapisti, ma questa decisione non è mai stata messa nero su bianco».
Farraginoso appare il meccanismo adottato dalla Regione Puglia per dotare il reparto di un personale numericamente adeguato: «E’ stato riattivato unconcorso del 2007, espletato nel 2012 e rimasto bloccato fino al 2015 “ spiega Ratclif – Il concorso riguarda la Pediatria della ASL Foggia, comprendete Cerignola e San Severo. Hanno chiamato 14 persone, convocate quattro per volta. Ci hanno messo due mesi per convocarle tutte. Il 10 settembre scorso ci è stato comunicato che qui non sarebbe arrivato nessuno». Non basta: «Ora ci sarebbe la mobilità , ancora non attivata, e speriamo che qualche medico dalla Puglia o anche da fuori possa arrivare. Se ciò non accadesse, si dovrà bandire un nuovo concorso. Se ci fosse solerzia, la situazione potrebbe essere risolta in sei “ otto mesi. Il problema vero “ conclude “ è che non si è ancora capita l’emergenza».
Eppure, il reparto FC del Tatarella è eccezionale: «Questo reparto è stato costruito mettendo al centro il paziente. Quando si è spostata la riabilitazione, questi locali si sono liberati e, essendo disponibili dei fondi europei forniti dalla Regione per l’ammontare di 850 mila euro, proposi all’allora direttore Manfrini di spostare qui FC. Lui accettò subito. Tutto è stato fatto nel giro di sette mesi. A distanza di due anni dall’inaugurazione, qui non c’è nulla che vorremmo rivedere».
Il reparto segue attualmente 110 pazienti affetti da fibrosi cistica. Per di più, negli ultimi tre anni, il reparto è aperto alle patologie croniche respiratorie, congenite o acquisite, di tipo complesso. E ancora: sono seguiti 35 pazienti, provenienti da tutta la Puglia, affetti da malattie rare di tipo respitorio. Ma c’è un ultimo aspetto da sottolineare: «Questo reparto fa risparmiare alla Regione la mobilità extra regionale “ spiega il dottor Ratclif – perchè i pazienti pugliesi che non sarebbero andati a Bari (dove c’è l’unico altro reparto pugliese di FC, ndr) sarebbero certamente andati al Nord. Alcuni addirittura erano già in cura al Nord e hanno potuto tornare al Sud grazie a questo reparto. Se questo la FC del Tatarella dovesse chiudere, il 60% dei pazienti qui in cura andrebbe al Nord. Siamo sinceri: la sanità pugliese ha investito tanto nella FC, ma ora bisogna andare oltre e trovare il personale».
Giovanni Soldano