STORIE | Milano impazzisce per i panzerotti ‘cerignolani’
Panzerotti con crema di ceci e calamari; ma anche mortadella ed olio tartufato; oppure polipo e patate; poi c’è il classico mozzarella e pomodoro. La nuova frontiera della gastronomia è il panzerotto gourmet (e magari anche griffato).
L’idea è venuta a tre ragazzi di origine cerignolana “ Vincenzo e Francesca Terenzo e Gianpaolo Sgaramella- da dieci anni trapiantati a Milano per studio e successivamente per questioni lavorative.
Un giorno eravamo davanti al Duomo e abbiamo mangiato un panzerotto. Lo abbiamo trovato un po’ insipido rispetto a quelli che siamo abituati a mangiare al Sud. Ci siamo detti, un po’ per gioco e un po’ per stimolo: e se lo facessimo noi?. Quella pazza idea, che sarebbe poi sfociata con l’inaugurazione di Panzarotti, lo scorso 21 settembre, rimane gelosamente custodita nel cassetto, ma non viene mai completamente accantonata. Si ritorna alla vita di sempre, ma con un occhio sempre rivolto al progetto. Vincenzo Terenzio, 30 anni, è ingegnere chimico e lavora per una azienda petrolifera; sua sorella, Francesca, dopo una breve parentesi a Milano è ritornata a Roma, dove è impegnata in una società che si occupa della gestione dei patrimoni immobiliari e manutenzione programmata; Gianpaolo, trentenne, è laureato in economia e marketing ed inizia a creare le condizioni per dar vita a Panzarotti.
Occupandoci di altro, abbiamo deciso di fare questo cammino step by step, un po’ alla volta. Abbiamo fatto degli studi per capire quale zona potesse essere più idonea alla nostra attività : oggi siamo in viale Bligny, 1, proprio di fronte all’Università Bocconi, racconta Terenzio.
In due settimane la curiosità è stata molto alta. Non solo studenti, ma un target variegato pronto ad assaporare le specialità della casa e il panzerotto del giorno. Indviduata la struttura, nata sulle ceneri di una vecchia copisteria di 30 metri quadrati, Vicenzo, Francesca e Gianpaolo si mettono alla ricerca di personale. Qualità è la parola d’ordine. Panzarotti è cucina a tutti gli effetti, non un semplice fast food dalle reminiscenze meridionali.
Così abbiamo scelto il nostro staff: Mirko Cotugno, che lavorava in Austria come pizzaiolo; Michele Conte, che ha avuto esperienze a Londra; e Paolo Amato, chef, che lavorava a Milano in un ristorante tre stelle Michelin. Abbiamo spiegato loro il progetto e hanno aderito con grande entusiasmo, sono l’anima di Panzarotti, racconta il titolare.
Così quel locale è diventato a tutti gli effetti una seconda casa: dopo le otto lavorative, Vincenzo e Gianpaolo sono dietro al bancone a servire panzerotti e a distribuire birre.
Abbiamo circa 100 varietà diverse di birra, provenienti da ogni continente “ confida Sgaramella- perchè l’idea è quella di mantenere un occhio rivolto alla tradizione e uno sul mondo. In settimana vi sarà l’appuntamento All you can beer, dove la gente potrà apprezzare food e beverage.
L’idea Panzarotti non è passata inosservata e, a pochi giorni dall’apertura, anche il Corriere della Sera ha mandato in incognito un esperto gastronomico per scoprire e assaggiare le prelibatezze dei ragazzi cerignolani. Ne è rimasto positivamente colpito e ci è tornato per recensirci, dicono soddisfatti dallo staff.
Si godono il momento d’oro, Vincenzo, Gianpaolo e Francesca, ma non hanno assolutamente idea di fermarsi. Nel frattempo hanno inventato anche un marchio di fabbrica: ogni panzerotto è griffato. Una P su ogni prodotto gastronomico che non vuole rappresentare soltanto il brand del locale, ma soprattutto vuole diventare segno e sinonimo di qualità . E la voce corre non solo negli ambiti universitari. In soli dieci giorni la pagina Facebook conta oltre 4200 fan, 107 recensioni con il massimo dei voti. Si entra nel locale, si scelgono gli ingredienti con cui farcire il panzerotto (la maggior parte vengono da Puglia e Campania) o ci si lascia guidare dal parere dello chef ed il gioco è fatto.
L’entusiasmo aiuta anche a progettare e a guardare lontano: Il massimo sarebbe diventare una vera e propria catena a livello nazionale o europeo: panzerotti gourmet a Milano, Torino, ma anche Berlino o Barcellona.
Michele Cirulli