Mensa: Metta diserta, la rivolta delle mamme e l’amministrazione ko
Va nel pallone l’amministrazione Metta sulla mensa scolastica, dopo che il sindaco, negli anni addietro, aveva additato la ditta Ladisa di far mangiare merda ai bambini, salvo poi prorogare il servizio di fornitura pasti una settimana fa.
Ieri, presso palazzo di città , c’è stato un incontro tra delegazione di mamme e rappresentanti della maggioranza, con l’assessore all’ambiente Antonio Lionetti e il capogruppo del Cambiamento Loredana Lepore. Risultato: contestazioni, risposte non esaustive e grande caos. Grande partecipazione e coinvolgimento. Assente Franco Metta, che da sabato scorso sostiene di essere influenzato (ho la febbre piuttosto alta), ma domenica è stato presente nella parrocchia dell’Assunta per il report alla città davanti al popolo de i-Cattolici di Di Molfetta. Nel dibattito di ieri, quando l’aria di contestazione era forte, il primo cittadino ha preferito disertare provocando l’ira dei genitori, che sul tema non ottengono quanto richiesto: “”Ma non sta bene””, precisano i suoi. “”Noi andiamo a lavorare pure con 40 di febbre, il sindaco doveva esserci””, replicano le mamme. Oggi Metta sarà presente a Palazzo di Città . Le famiglie dei giovani alunni chiedono la sospensione del servizio fino all’espletamento del bando: di Ladisa nessuno vuole sentirne parlare, a parte l’amministrazione che, al contrario, si dice impossibilitata a prendere decisioni diverse da quelle già operate. Nessuna risposta sul quesito lanciato dal PD in settimana: in realtà il governo cittadino avrebbe potuto procedere a trattativa negoziata, sostengono i dem, per individuare un’altra ditta di cottura pasti nelle more dell’espletamento del bando. Invece si è preferito prorogare l’incarico alla contestata Ladisa. I bambini, stando alle dichiarazioni passate dell’attuale sindaco, mangeranno “”merda”” per altri mesi. Poi ci sarà il bando con criteri più rigidi.
L’Arpa, sostiene il titolare della delega all’ambiente, dichiara salubre l’aria in zona industriale e l’impianto Ecolav non produrrebbe effetti negativi sulla cottura: però nel bando si precisa – nonostante si sostenga l’adeguatezza delle procedure- che il prossimo centro cottura non dovrà essere ubicato in Z.I. Contraddizioni che non hanno lasciato indifferenti le mamme, che hanno protestato in più riprese. Momenti di tensione nell’aula Di Vittorio: Lepore se la prende addirittura con le forze dell’ordine, con i vigili urbani (che rispondono a muso duro guadagnando scroscianti applausi), accusandoli di non compiere il loro dovere di mantenimento degli standard di sicurezza. Lionetti intima: Nessuna contestazione, solo domande, come se fosse vietato manifestare contro scelte dell’amministrazione.In tutto ciò le incursioni dei Ribellioni e di Gerardo Bevilacqua, che a livello politico, rispetto a quanto offerto in aula consiliare da Lepore e Lionetti, hanno recitato addirittura la parte degli statisti. – Segui gli ulteriori approfondimenti con i prossimi aggiornamenti