venerdì, Dicembre 27, 2024
Cronaca

Furti di rame nelle campagne: “”Da 2 mesi siamo senza corrente””

è dal 6 settembre che quattro famiglie, domiciliate a ridosso di contrada Sant’Andrea, nel vasto agro cerignolano, vivono senza poter usufruire della corrente elettrica.

 
Due mesi fa, infatti, ignoti hanno provato a rubare cavi elettrici dai tralicci: forse l’operazione non è riuscita del tutto, forse l’arrivo delle forze dell’ordine, ma gli effetti di quel colpo, a 60 giorni, sono ancora visibili ad occhio nudo.
Perchè lungo la provinciale 96, che collega la Ofantina con la ex 98, alcuni cavi scendono dai pali e si adagiano sugli ulivi, mantenendo a debita distanza gli agricoltori, i quali non sono nemmeno liberi di raccogliere le olive nei loro terreni per timore di ciò che potrebbe succedere. Per circa 250 metri l’impianto elettrico è totalmente sradicato: i cavi interrompono la loro corsa lungo la Provinciale con l’effetto di lasciare sguarnita un’intera zona. I disagi non interessano solamente i contadini,  ma anche chi, in quei luoghi, ci vive per lunghi periodi. Come Giuseppe Califfo, che ha una masseria su viale Madonna di Ripalta, all’altezza dello svincolo Salve Regina, zona interessata dal blackout forzato.
Non è possibile che in oltre due mesi non si è potuto trovare una soluzione al problema. Noi in queste case ci abitiamo soprattutto nei periodi di raccolta: dalle olive ai broccoli, abbiamo ancora più necessità  di restare sul posto e viverci. Temporaneamente siamo stati costretti a tornare a Cerignola, perchè non c’è corrente nelle case. Siamo quattro famiglie e, pur avendo segnalato l’inconveniente, non ci danno risposte, racconta il residente. Quando vengo porto delle taniche d’acqua da Cerignola, dal centro abitato, perchè non possiamo più prendere l’acqua del pozzo. C’è chi è andato a vivere dai parenti, io ad esempio adesso sono a casa di mia madre, riferisce Califfo.
A soffrire il disguido non sono soltanto le persone: Come facciamo ad irrigare i campi se non c’è corrente? Per fortuna ci sono state delle piogge, altrimenti avremmo perso pure i raccolti. Oltre ai sistemi di allarme, per chi li possiede, ormai disattivati. Preoccupazione anche per gli animali, visto che per accudirli l’impresa diventa titanica. Abbiamo segnalato tutto all’Enel, ma da tempo ci dicono che bisogna pazientare, visto che in magazzino sono sprovvisti di materiale. Eppure sono trascorsi oltre due mesi, ci avviciniamo al terzo, e siamo ancora senza corrente. Ad occhio e croce quei cavi divelti interessano una superficie di circa un chilomentro, che oggi è sconnesso, informa il residente.
Ad informare che in zona Salve Regina non c’è acqua, anche la nicchia, rigorosamente spenta, nella quale è avvolta la statua della Madonna: Non è mai successo che sia stata senza luce, dice amareggiato Giuseppe Califfo. Perchè per i cerignolani quella effige ha un’importanza viscerale.Abbiamo notato però che la corrente riesce ad arrivare ai ripetitori telefonici, che si trovano qui vicino, ma soltanto noi siamo rimasti isolati in tutto e per tutto: nonostante i reclami, non si sono trovate soluzioni di alcun genere.  
La piaga dei furti di rame desta grande preoccupazione. Non solo per i disguidi o per le folli spese che, a turno, Ferrovie dello Stato o Enel devono sostenere, ma anche e soprattutto perchè dietro a questi gesti, secondo le recenti richieste, ci sarebbero associazioni a delinquere molto complesse e organizzate. Un chilo di rame è valutato circa 7,5 euro al chilo: nel mercato parallelo le bande (prevalentemente costituite da uomini dell’est) arrivano a venderle anche a 4-5 euro. Poi viene spedito in fonderia o lavorato ed è qui che entrano in gioco aziende specializzate che- complici o inconsapevoli- diventano esportatori di un prodotto sporco. Non un giochino, se a luglio dell’anno scorso il Ministero dell’Interno ha deciso di istituire un Osservatorio nazionale sui furti di rame in tandem con gli enti più colpiti dal fenomeno: Ferrovie dello Stato ed Enel.
Le funzioni assegnate sono di monitoraggio, valutazione e analisi del fenomeno ivi compresa l’esplorazione degli eventuali collegamenti tra i furti e la ricettazione di rame, di componenti metalliche o di altri materiali destinati all’erogazione di energia, di servizi di trasporto, di telecomunicazioni o di altri servizi pubblici gestiti da soggetti pubblici o da privati in regime di concessione/autorizzazione, e le attività  delle organizzazioni criminali nazionali ed internazionali.
Michele Cirulli
 

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