La tassa sui fedeli: 20mila ‚¬ per i regali ai vescovi (c’è anche un’auto)
La causale è contributo omaggio vescovi e il valore del presente è imposto secondo precisi calcoli dell’economo della Curia don Vincenzo Dercole. Il 16 gennaio 2016, dopo 15 anni, il vescovo Felice Di Molfetta lascerà la Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano e farà ritorno nella sua Terlizzi chiudendo una parentesi molto controversa e contestata.
Non solo per l’attivismo della lista civica i-Cattolici, entrata in giunta e in consiglio comunale di Cerignola; non solo per essere al centro di uno scandalo rispetto all’erogazione dei fondi post terremoto ad Ascoli Satriano (addirittura vecchi e nuovi amministratori, assolti in primo grado, sono sotto processo); non solo per gli stretti rapporti con l’imprenditore Gerardo Biancofiore, capo degli edili della provincia di Foggia e costruttore di fiducia della sua Chiesa; non solo per la guerra fredda condotta contro il segretario CEI, cerignolano, monsignor Nunzio Galantino (FOCUS).
Questa volta a lasciare straniti è il saluto di congedo e di benvenuto tra il vecchio ed il nuovo vescovo, che riesce a farsi addirittura costoso. Sul piatto, infatti, sono pronti 20 mila euro. Ad annunciare la tassa sul saluto è il vicario del vescovo Felice Di Molfetta, don Carmine Ladogana, che il 19 novembre chiama a raccolta, attraverso mail, tutte le strutture e le organizzazioni della curia spiegando loro di prendere visione del prospetto contenente le somme calcolate per ogni singolo Ente e relative ai doni per S.E. Mons. di Molfetta (un trittico iconografico) e per S. E. Mons. Renna (auto Opel Astra). Arte per il pastore spirituale uscente, automobile in regalo, invece, per il nuovo.
Nella Diocesi di Cerignola “ Ascoli Satriano regalare vetture al vescovo entrante è una vera e propria tradizione: è già successo quando a guidare la Curia è arrivato Giovanni Battista Pichierri; è capitato anche quando, nel 2000, Felice Di Molfetta ha varcato per la prima volta il portone d’ingresso della cattedrale. Dietro, nel cortile degli uffici amministrativi della Diocesi, c’era una Fiat Bravo pronta all’uso. Al futuro vescovo mons. Luigi Renna toccherà il made in Germany. La colletta per i vescovi ammonta a 20 mila euro, e a contribuire al raggiungimento del montepremi saranno parrocchie, confraternite e singoli parroci secondo quanto disposto dal Vicariato e dal comitato organizzatore della festa di accoglienza di mons. Luigi Renna.
Per tutti vi sarà una quota fissa di 300 euro, alla quale si sommerà una quota pro-capite fidelium, si legge nell’allegato tecnico di riscossione, di 150 euro per quei parroci all’interno di parrocchie da 1 a 2000 fedeli; 250 euro per ciascuna Chiesa con un numero di credenti che va da 2001 a 4000; 350 euro per quelle parrocchie da 4001 a 8000 fedeli. A seconda del bacino d’utenza della struttura di culta in questione, si pagherà una quota prestabilita: più fedeli ci sono, più alta sarà l’aliquota.
La parte più alta dovranno metterla fuori le Chiese di Cristo Re, Spirito Santo e San Leonardo, nei quartieri più popolosi di Cerignola (650 euro ciascuna); ma anche Chiesa di San Giuseppe a Carapelle, BMV della Stella a Stornarella, San Rocco a Stornara e Addolorata, Altomare e SS. Crocifisso a Orta Nova. L’obolo minimo spetta a quegli edifici di culto ubicati nelle zone meno trafficate da fedeli.
Ma non finisce qui. Perchè al regalo ai vescovi non parteciperanno soltanto i parroci, ma anche semplici sacerdoti con una spesa fissa di 300 euro, così come la stessa quota sarà applicata agli Istituti religiosi e alle Confraternite operanti su tutto il territorio, ad esclusione di quelle cerignolane, che verseranno una quota aggiuntiva di 500 euro per il dono dei paramenti.
Dunque, per le Confraternite dell’epicentro della Diocesi di Di Molfetta la spesa arriverà a toccare gli 800 euro fissi, comprensivi di vesti, insegne e oggetti utilizzati dai ministri del culto nella celebrazione liturgica del 16 gennaio prossimo. E il pagamento? vi preghiamo di effettuarlo con bonifico bancario presso la Banca Prossima di Milano. Così, i 107.120 abitanti che popolano i territori ricadenti nella Diocesi Cerignola-Ascoli Satriano frutteranno 8900 euro, mentre la quota fissa per ciascunaparrocchia ammonta a 11,100euro per un totale da versare di 20 mila euro tondi. Nella nota del vicario Ladogana, alla quale sono allegati i calcoli dell’economo Vincenzo Dercole, entrambi braccia operative dell’attuale vescovo uscente Felice Di Molfetta, non sono allegate le modalità di intercettazione dei fondi: saranno utilizzati soldi della chiesa, soldi privati, soldi della comunità o soldi delle offerte?
Nel 2014 la Chiesa di DI Molfetta ha incassato 2,6 milioni di euro provenienti dall’8×1000. Queste somme sono state impiegate per il 18,2% per le opere diocesane di culto e pastorale, per il 15.2% per le opere diocesane di carità , per il 23.4% per il sostentamento dei sacerdoti che operano nella diocesi (ad integrazione delle diverse fonti di finanziamento locale previste nel nuovo sistema di sostentamento del clero). La percentuale del 27,4% è stata spesa per l’edilizia di culto, mentre la percentuale del 15.7% è stata indirizzata ai beni culturali. Dunque, si possono individuare i picchi minimi di spesa (per le operazioni di carità ) e i picchi massimi di spesa (per la costruzione/ammodernamento degli edifici di culto). Mentre le donazioni incassate nell’ultimo anno ammontano a 12.688 euro registrando un incremento del +49.4% mentre la media regionale, di pari passo, si è attestata intorno al -3.6%. Chissà da quale voce si attingeranno questi 20mila euro.
Michele Cirulli