Lo sfogo di Pietro Barbaro dopo l’assoluzione
Dopo l’assoluzione, Pietro Barbaro si sfoga. L’avvocato era risultato nel registro degli indagati in una inchiesta per corruzione ai danni del giudice Domenico Zeno insieme ad altre 4 persone.
In settimana, presso il Tribunale di Lecce, è arrivata l’assoluzione “”perchè il fatto non sussiste””. Di seguito la lettera aperta.
“”Lettera aperta di un onesto cittadino, infondatamente accusato di corruzione. Voglio esprimere il mio rammarico per una tremenda vicenda che mi ha attanagliano per ben 4 anni, e che si è basata sulla assoluta insussistenza dei fatti così come oggi definito da una sentenza. Mi preme sottolineare come questa triste vicenda abbia evidenziato gravi storture all’interno del nostro sistema giudiziario. Si tratta di limiti a cui il legislatore dovrebbe porre rimedio affinchè non abbiano più a ripetersi casi analoghi. è emblematico che nei miei confronti sia stato formulato un capo di imputazione in cui veniva contesta la dazione di danaro ad un rispettabile magistrato nonostante ben 3 anni di serrate indagini avessero escluso ciò. I titolari delle indagini hanno si l’obbligo di ricercare elementi di reità senza tuttavia tralasciare quelli a favore degli indagati e soprattutto di operare in maniera asettica ed imparziale e soprattutto senza manipolare la realtà dei fatti. Tanto in virtù del fondamentale ruolo che rivestono all’interno di uno Stato democratico. Nel mio caso ritengo che il metodo di ricerca della verità sia stato stravolto in violazione della legge. Valga per tutti il grossolano errore del bonifico effettuato dal giudice che in tutti i modi si è cercato di correlate alla mia posizione. Voglio sperare che vi sia stata solo colpa incosciente e non invece dolo proprio in virtù del profondo senso di giustizia che mi appartiene. Non formulo ipotesi su come e perchè possa essere accaduto, ma è successo e pensare che chi ha sbagliato possa farlo impunemente è un grosso limite. Spesso si parla di malasanita’, di colpa professionale e responsabilità di amministratori ma quasi mai di simili casi di malagiustizia. Il senso di rabbia credo sia comprensibile per la semplicità con cui si sarebbe potuto evitare questo processo inutile che di fatto si è trasformato in una gogna mediatica.Questa amara vicenda deve servire da monito per tutti coloro che operano nella e per la giustizia affinchè svolgano il loro operato sempre secondo Scienza e Coscienza e mai secondo il libero arbitrio. Il nostro è uno stato di diritto non di polizia.
Pietro Barbaro””