Garavaglia (Marcegaglia): “”Finalmente chiuderemo il ciclo dei rifiuti””
Sono giorni decisivi per l’entrata in esercizio dell’inceneritore ETA Marcegaglia ubicato in contrada Paglia, nel territorio di Manfredonia ma a poche centinaia di metri da Borgo Tressanti (Cerignola).
Dopo le ispezioni dell’ARPA, che ha rilevato 37 anomalie nella gestione di collaudo dell’impianto, il sindaco di Cerignola Franco Metta punta i riflettori sul tema rendendo pubbliche le osservazioni dell’Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione Ambientale della Regione Puglia.
Se le deduzioni di Arpa fossero confermate, spiega il primo cittadino, la attività di Eta potrebbe essere sospesa e per tale ragione durante la prossima settimana individueremo due consulenti legali per garantirci la tutela dei nostri interessi e diritti sia in sede amministrativa che in sede penale. Ma quali sono i rilievi? Sul tema, ormai da anni, si sta battendo il Comitato No inceneritore che, nel corso del tempo, ha anche organizzato due marce pubbliche in opposizione all’entrata in funzione della struttura targata Marcegaglia.
Nel mese di dicembre ARPA Puglia ha effettuato un sopralluogo nei pressi dell’inceneritore, redigendo un rapporto conclusivo l’8 gennaio scorso. Nel frattempo, a febbraio, l’ufficio ambiente della Provincia di Foggia, nella persona del dirigente Stefano Biscotti, ha intimato all’ ETA di mettere in atto ben 24 diverse misure, disponendo che ARPA nei quindici giorni successivi alla scadenza del termine di diffida verifichi la attuazione di quanto prescritto. L’amministratore delegato della ETA Marcegaglia, Roberto Garavaglia, predica calma e rilancia: Finalmente anche in provincia di Foggia si potrà chiudere il ciclo dei rifiuti, visto che le discariche ormai sono tutte piene. Abbiamo già replicato all’Arpa e le nostre risposte dovranno essere valutate da un punto di vista tecnico e non di gossip da social network. Non è ancora finita la fase di collaudo perchè stiamo aspettando l’ispezioni definitiva.
Diossine. Quando i tecnici dell’agenzia ambientale si sono recati in contrada Paglia hanno riscontrato diverse anomalie. La prima riguarda il campionatore automatico di diossine, furani, pm, ossia lo strumento che ha l’obiettivo di monitorare in continuo e per lungo periodo le emissioni. Al momento del controllo, riferiscono dall’agenzia, il sistema risultava spento. Non c’è nessuna contestazione su eventuali impatti ambientali non rispettati. L’impianto sta funzionando nel miglior modo possibile, nella correttezza ambientale che è importante sia rispettata, premette Garavaglia. Non è vero che era spento- precisa- abbiamo contestato questa nota dell’ARPA. è sempre attivo, bisogna caricare una sorta di cartuccia per il prelievo dei fumi, ma il campionatore era in funzione, pronto all’avvio.
Collaudo. Dalla verifica della quantità di CDR bruciate in impianto risulta che già da ottobre 2013 l’impianto operava bruciando un quantitativo di CDR pari a circa il 60% della sua operatività . Dunque, di fatto l’impianto ha iniziato a lavorare almeno otto mesi prima della data di collaudo funzionale del giugno 2014, accusa il sindaco citando la documentazione. Garavaglia non ci sta e rimanda al mittente le eccezioni: Se si deve fare un esercizio di collaudo è normale che si bruci cdr. Quello è un collaudo funzionale interno, fatto per verificare che tutto fosse a norma. Il collaudo si fa quando l’impianto è allineato, ma le emissioni sono sempre controllate e verificate. Sui macro inquinanti in continuo e microinquinanti ogni tre mesi. Prima di arrivare al collaudo ufficiale bisogna verificare, e questo abbiamo fatto.
Monitoraggi. Sia i test sulla qualità dell’aria all’esterno dello stabilimento (2011) che quelli riguardanti il biomonitoraggio (valutare gli effetti inquinanti sui terreni, effettuato nel 2012) sono datati. Per l’ad di ETA Marcegaglia è questione di norme: Sono stati fatti prima, perchè è previsto che vengano espletati a sei mesi dall’entrata in esercizio della struttura. Se non siamo ancora entrati in regime ordinario, cosa dobbiamo fare?, chiede Garavaglia.
Rifiuti pericolosi. è stata riscontrata dall’ARPA la presenza di rifiuto classificato come pericoloso, rinvenuto sotto la tettoia delle balle di CDR in area non adibita a deposito temporaneo: Quella è l’unica questione che comunque non pone problemi all’amente o esercizi dell’impianto, l’unica cosa che non c’era era una etichetta con la dicitura, ma erano comunque sigillati. è un peccato veniale, mancava una targhetta, conclude l’ad specificando che ormai l’entrata in esercizio dell’inceneritore è prossima. E’ un problema burocratico di passaggio da collaudo a regime ordinario. Siamo pronti.
Michele Cirulli