Aqp: “”Lavori al depuratore tra qualche settimana, ma servono controlli””
Il cattivo odore proveniente dall’impianto di depurazione è ormai ornamento della città di Cerignola, tanto da diventare oggetto di discussione in piazza, nei bar, sui social network. Sin dalle prime ore del mattino la città si sveglia stordita da un tanfo nauseabondo, che fa coppia, nelle ore notturne, con una ormai quotidiana puzza di bruciato dalle cause ignote.
Roghi, per lo più, fino alla clamorosa nube di fumo che il mese scorso ha invaso Cerignola senza che ne fossero giustificate provenienza e motivazioni.
Sul depuratore, invece, le criticità vengono da lontano. Nel luglio del 2012 l’allora assessore all’ambiente della giunta Giannatempo, Stefano Palladino, pur isolato dal resto della maggioranza, portò alla luce il problema sostenendo che, dati alla mano, le acque fuoriuscite dal depuratore erano inquinate e così andavano ad immettersi nel mare di Margherita di Savoia. Una esternazione che provocò ira degli operatori turistici, alle porte della stagione estiva, e che costrinse l’ex sindaco della città delle saline, Gabriella Carlucci, a fare un tuffo in mare per sedare l’allarmismo derivante dal problema della balneabilità . Da allora il depuratore di Cerignola, nato nel 1980, non ha subito ritocchi di sorta. Gli olezzi continuano ad infestare la città . Nell’ultima settimana in maniera più netta e continuativa.
Da una parte il sottodimensionamento della struttura, tarata per un bacino di utenza minore rispetto a quello del centro ofantino; dall’altra l’abusivismo di alcuni frantoi, che sversano rifiuti industriali nelle fogne, tanto che Acquedotto Pugliese, che gestisce l’impianto, ha denunciato un imprenditore in sede penale.
Dunque, di chi è la responsabilità ? Per Vincenzo Simeone, titolare dell’omonima ditta che si occupa delle fogne ofantine, il problema è molto semplice: Noi ci occupiamo della manutenzione delle reti fognarie dell’abitato di Cerignola, ma il tanfo proviene esclusivamente dal depuratore, non dalla rete urbana. Soprattutto in questa situazione climatica di umidità la puzza si avverte di più. Noi col depuratore, ubicato a 2km dal centro abitato, non c’entriamo niente. La manutenzione della struttura è affidata a società di AQP. L’acquedotto sostiene che nel depuratore arrivino altre acque non supportate dalla struttura, di tipo industriale, dichiarando che questa sia una concausa del mancato processo di depurazione. Il Comune di Cerignola, però, ha sottolineato in più riprese, negli anni, come l’impianto sia sottodimensionato.
Il depuratore di contrada Fosso Pila è tarato su una platea di 55mila abitanti equipollenti e non 72mila, come la norma imporrebbe per un centro come Cerignola. Il mese scorso c’è stata una conferenza di servizio sul tema, nella quale è emerso che AQP ha pronto ed appaltato un progetto di ampliamento del depuratore, portando la capacità ricettiva a oltre 80mila abitanti equivalenti. Ma dal 28 aprile 2015, data di scadenza del bando, i lavori non sono partiti. Anche per Cerignola è previsto un progetto di adeguamento, “”giacchè abbiamo voluto ampliare la struttura. Aqp gestisce 187 depuratori e stiamo intervenendo su 70 di questi, informano i responsabili di Acquedotto Pugliese. I lavori sul depuratore di Cerignola porteranno all’affinamento delle acque reflue dell’impianto, in modo che queste possano essere utilizzate in futuro anche in agricoltura. Il che avverrà tramite un apposito accordo con lo stesso Consorzio, che ha già offerto la sua disponibilità in tal senso.
Anche se gli agricoltori, nonostante siano inquinate, utilizzano già abusivamente quelle acque per irrigare i campi e le colture da mettere in commercio. L’ARPA ha rilevato come i campionamenti risultino non conformi rispetto ai valori limiti di accettabilità dei parametri previsti. Con il nuovo progetto, ancora bloccato, saranno installate nuove vasche, ma prima si procederà innanzitutto alla movimentazione di terra e prelievi di fanghi agricoli, poi si passerà alla rimozione dei rifiuti all’interno dei vasconi del depuratore e all’autospurgo. Nel frattempo iniziano a farsi forti e pressanti le proteste dei cittadini, alcuni di essi pronti ad organizzarsi in appositi comitati per richiedere delucidazioni in merito al problema.
Dall’Acquedotto Pugliese, che gestisce la struttura, fanno sapere che entro qualche settimana inizieranno i lavori di adeguamento che sono stati appaltati all’ATI Consorzio cooperative costruzioni “ Calgeco srl. Il progetto è stato affidato alla fine del 2015 e, superati i tempi canonici di aggiudicazione provvisoria e aggiudicazione definitiva, si è in attesa del Progetto esecutivo. I lavori potranno partire entro le prossime settimane. Sarà così risolto il problema degli olezzi? Niente affatto. Secondo AqP Ci sono continui scarichi anomali che precludono corretto funzionamento del depuratore. Noi amplieremo la portata, da 56.355 a 83.295 abitanti equivalenti, ma se non ci sarà il controllo del territorio continueranno ad essere immessi nell’impianto civile scarichi industriali illegali che manderanno in tilt il depuratore.
Sono previste delle misure per tagliare la puzza: la copertura delle stazioni di ispessimento fanghi, la copertura delle vasche di equalizzazione e dei sedimentatori primari e le emissioni saranno convogliate in appositi impianti di biofiltraggio e vi sarà il confinamento dei pretrattamenti e della stazione di disidratazione meccanica. I lavori sono stati aggiudicati su una base d’asta d 9 milioni di euro.
Michele Cirulli