Interrare i rifuti conviene eccome: massimo guadagno, minimo rischio
Un po’ per la crisi, un po’ per il sadico gusto di risparmiare a danno di terzi, l’attività di tombamento dei rifiuti conviene. Eccome. Nel bilancio tra ricavi e rischi la sproporzione è talmente grande che il gioco vale la candela. A dirlo è il processo Black Land, nelle cui carte sono disegnati i percorsi dei rifiuti che dalla Campania sono finiti sotto la terra di Capitanata, da Ordona a Cerignola, da Carapelle ad Apricena.
Proprio lunedì è stato il secondo anniversario dell’esplosione dell’inchiesta che, nella provincia di Foggia, ha determinato indignazione e sorpresa, con tanto di mobilitazioni di cittadini nelle città più colpite dall’interramento di rifiuti. Oggi, a due anni di distanza dagli arresti del 2014, lo smaltimento dei rifiuti in stile Gomorra più che un disastro ambientale sembra assumere i connotati di un rischio di impresa. Neanche tanto grande. Da una parte vi sono guadagni milionari; dall’altra costi penali e amministrativi pressochè ridicoli che incentivano imprenditori e bande senza scrupoli a far del business dell’immondizia una fruttuosa voce di bilancio. In una scala di valori da 0 a 4, ecco quanto rischia chi vorrà cimentarsi nell’attività criminale più subdola degli ultimi 20 anni.
Rischio costi di bonifica: 0. Cosa ci ha svelato Black Land? Ad oggi i siti interessati dagli sversamenti non sono stati bonificati. Nella cava di Gerio Ciaffa ad Ordona e nella cava di Francesco Pelullo a Cerignola sono sepolte ancora tonnellate di immondizia: 270 mila nel centro dei Reali Siti, circa un centinaio nella città di Di Vittorio. Chi si è occupato della bonifica dei terreni? Nessuno. Anche perchè al di sotto della terra c’è tanto altro e al momento non ci sono strumenti per quantificare quali e quanti rifiuti siano stati conservati illecitamente nell’anno 2013/2014. Impossibile avere una stima dei danni, tanto che nessun comune ha mai provveduto a sanificare le discariche abusive e tantomeno alcun privato ha dato inizio al ripristino ambientale. I rifiuti pericolosi e non pericolosi giacciono dove sono stati trovati.
Rischio risarcimento danni: 2. L’ultima indiscrezione proveniente da Bari è una vera e propria bomba ecologica. La Corte d’Appello che oggi, 13 aprile, giudicherà parte dell’associazione criminale Black Land ha chiesto agli avvocati degli enti che si sono costituiti parte civile una prima stima di costi sostenuti per limitare l’impatto del tombamento dell’immondizia, per calibrare l’importo del risarcimento. Dall’altra parte nessuna risposta: nessun ente, fino ad ora, ha inserito nei propri bilanci il capitolo di spesa riguardante la bonifica. Questa richiesta potrebbe in linea di principio essere il preludio dell’annullamento delle misure provvisionali, in primo grado stabilite a 20 mila euro. Il Consorzio di Bacino FG4, rappresentato dall’avvocato Pietro Barbaro, ha chiesto in prima battuta un risarcimento di 15 milioni di euro e ha ottenuto 20 mila euro in primo grado: Adesso abbiamo inoltrato richiesta al Consorzio per capire quali misure siano state adottate in materia di bonifica. Riteniamo che il danno subito sia importante, come importanti sono stati gli sversamenti nell’ambito di riferimento. Sulla stessa linea la difesa del comune di Ordona, epicentro dell’inchiesta, rappresentato dal legale Iaia Calvio: La Procura ha già individuato nella città che difendo una parte lesa. Di ufficiale, rispetto alla richiesta della Corte di Appello di fornire una lista spese dei comuni, adesso non abbiamo niente, ma i rifiuti sono stati tombati e questo basterebbe per dimostrare che siamo parte offesa. In tutti i luoghi di Black Land, però, non c’è una determinazione o una delibera che impegni un solo centesimo per ripulire i terreni. Rischio risarcimento danni: 2. La discrezionalità dei giudici è importante.
Rischio pene e condanne: 0. La difesa degli imputati ha rinunciato a ricorrere in appello per alcuni capi di imputazione. Il 13 aprile, come la procedura ha dimostrato, ci potrebbe addirittura essere una sensibile riduzione della pena per i 10 imputati che in primo grado sono stati condannati a pene inferiori a 3 anni (ad eccezione di Gerio Ciaffa, dominus della banda, condannato a 3 anni e 9 mesi). Oggi quei pronunciamenti potrebbero essere addirittura dimezzati ed in ogni caso non ci sarà carcere per alcuno dei coinvolti nel procedimento penale. Stessa sorte per BlackRiver, la discarica abusiva più grande d’Europa senza colpevoli: tra prescrizioni e assoluzioni, nessuno pare aver sotterrato rifiuti deviando addirittura il corso di un fiume. E per quanto riguarda il filone del processo foggiano Black Land, dove sono coinvolte che aziende che avrebbero incassato impropri guadagni, si corre sul filo della prescrizione. Rischio carcere: 0.
Potenziali guadagni: 4. Il giro d’affari stimato nell’inchiesta Black Land ammonta a 10 milioni di euro e le forze dell’ordine, due anni fa, hanno sequestrato beni per un valore superiore a 25 milioni di euro che comprende aziende, stabilimenti, automezzi pesanti, discariche abusive. In una intercettazione telefonica il proprietario della cava ubicata a Cerignola, nei pressi della diga di Capacciotti, si lamenta con un trasportatore suo amico perchè i soldi per l’uso della discarica tardavano ad arrivare: importo tra 50 e 100 euro, a fronte di guadagni milionari. I rifiuti passavano in alcuni impianto di stoccaggio, dove non subivano trattamenti ma venivano accompagnati da falsa documentazione che permetteva di perforare il sistema di controlli e scaricare in tutta calma- e a tutte le ore del giorno “ nelle campagna della Capitanata.
Michele Cirulli