Rione Torricelli bloccato. Appalti, PEEPˆe bretella fermati dall’ufficio tecnico
Edilizia ballerina, a Cerignola, dove il valzer di imprenditori, forze dell’ordine, dirigenti e sindaco sta letteralmente mandando in tilt il terzo piano di Palazzo di Città . I fronti aperti sono diversi, ma il bubbone che in queste ore sta tenendo impegnata l’amministrazione è il comparto Torricelli.
Uno dei quartieri più giovani della città , dove risiedono circa 6000 persone a cui si accede attraverso una piccola strada che immette in quello che, stando alla mancanza di servizi, viene definito rione dormitorio.
Anche per questo motivo, negli anni, si è cercato di dare una nuova linfa ad una zona così vasta e urbanisticamente recente. A partire dall’applicazione di misure precise come il PEEP, che è uno strumento urbanistico per pianificare, gestire e controllare l’edilizia economica popolare. Non solo, perchè attraverso gli strumenti urbanistici si è cercato di dare man forte alla viabilità , altra grossa incognita di Torricelli, avulso dal resto della rete urbana e che ha trovato ulteriori sbocchi con il centro solamente nel recente periodo. In ballo, in questa ottica, ci sono anche interventi che prevedono una connessione più rapida alle altre zone. Sono questi i nodi che però rischiano di impantanare l’attività del terzo piano “ settore urbanistica e lavori pubblici- che sembra scontare una sorta di miscuglio confusionario tra indirizzo politico e gestione tecnica.
Piano attuativo PEEP. Una volta scaduti i termini di validità del piano, 18+2, si apre il caso. Il PEEP è stato varato nel 1976 e ha avuto efficacia fino al 1996. Successivamente a quella data, nonostante ulteriori concessioni, sarebbe venuta meno la validità dello strumento, non riadottato con le varianti nel frattempo apposte. A sancirlo c’è anche un sentenza del TAR (n. 696/14 del 31/11/2014) che dà ragione ai privati che si opponevano alle procedure d’urgenza intraprese dall’amministrazione comunale in quell’anno. Il Tribunale amministrativo ha affermato che il piano PEEP è scaduto il 28/10/1995 per poi essere riadottato illegittimamente con Delibera del Consiglio Comunale del 1996. Il bubbone, due anni fa, fu sollevato “ tra gli altri- anche dall’allora partito di opposizione La Cicogna. Oggi il consigliere di minoranza Natale Curiello ritorna sul tema: Il Peep Comprensorio E “ Rione Torricelli e successive variazioni è ancora vigente?. L’indagine consiliare di Forza Italia poi prosegue sugli eventuali atti adottati successivamente ad un’eventuale scadenza. In conclusione Curiello chiede se saranno eventualmente revocati atti eventualmente illegittimi e se saranno presi provvedimenti nei confronti dei responsabili. A dover costruire, su quei suoli, diverse società tra cui Cadinvest, cooperativa Mascagni, cooperativa Torricelli, cooperativa Sole Splendente. E se non si capisce cosa fare sul piano scaduto, a pagarne le conseguenze per ora è Donato Calice, imprenditore della Cadinvest, raggiunto da una procedura di annullamento a costruire in via Alassio dopo che lo stesso dirigente del settore, Vito Mastroserio, ne aveva un anno fa autorizzato i lavori. Il cruccio rimane lo stesso: la ditta privata, decaduto il PRU, fa riferimento alla destinazione d’uso prevista dal Piano Regolatore; una ricostruzione prima accettata e poi rigettata dal dirigente di settore, che oggi pare intenzionato a bloccare i lavori immettendosi in un vortice di polemiche (e non solo). Un comportamento che ha irrigidito le posizioni del costruttore e quelle dell’amministrazione e non è escluso che la querelle possa sbarcare nei tribunali. Ma a Torricelli c’è un altro problema di grosse dimensioni ed è legato alla viabilità . La bretella spezzata. A luglio del 2015 l’amministrazione Metta va a bando per un progetto che miri a collegare con una strada via Torricelli e via Napoli vecchia con il criterio dell’offerta migliorativa. Con delibera 175 c’è l’indirizzo per approvare i progetti preliminari, per i quali è previsto un contributo pubblico (tra economie del PRU e fondi regionali) di circa 900 mila euro. Al terzo piano di Palazzo di città , presso l’ufficio tecnico, arrivano le offerte e le buste, che però non saranno mai aperte. Scoppia il secondo bubbone a Torricelli. Manca l’aggiudicazione, perchè nel frattempo il Comune decide che quella bretella non debba arrivare a via Napoli Vecchia, ma fino a via Foggia. Un salto di qualità , certo, ma con interrogativi pesanti: perchè non immettere questa clausola direttamente in bando? Politica e amministrazione scontano ingerenze più o meno reciproche? E poi, potrebbero esserci ricorsi da parte dei tecnici e progettisti che hanno sviluppato i propri modelli? Ma soprattutto, lo stop imposto dalla politica avrà ricadute sui finanziamenti regionali? Forse sì, se si considera quanto scritto in determina dal dirigente Mastroserio, che nel bando annotava: Stante la imminente scadenza del termine assegnato con la citata determina dirigenziale dalla Regione Puglia per pervenire all’inizio dei lavori, si ritiene di procedere all’approvazione del progetto in termini di urgenza e indifferibilità , pena la revoca del finanziamento assegnato. Invece la gara è fatta e le buste rimangono chiuse perchè si vorrebbe allungare la strada (per lo stesso importo?) fino a via Foggia, tra l’altro operazione che non è prevista dal Piano Regolatore Generale, motivo per cui ci dovrà essere per forza una variante al PRG, i cui tempo allontanerebbero i principi di urgenza e indifferibilità .
Michele Cirulli