[L’INCHIESTA] Capitanata dei Fuochi, servono almeno 360 milioni per le bonifiche
Prima il sandwich di immondizia e scarti tossici sepolto sotto terra, alla maniera dei clan di Gomorra; poi la fase della milionaria bonifica affidata al pubblico, che non ha fondi per sanificare i terreni imbottiti di rifiuti pericolosi e non; infine arriva il conto da pagare.
Salatissimo, perchè per i maggiori eco-scandali degli ultimi dieci anni i sindaci della Capitanata o la Regione Puglia dovranno iscrivere nei propri bilanci impegni di spesa per oltre 360 milioni di euro, quasi un milione di euro al giorno. A tanto ammonterebbe il presunto prezzo degli ecoreati consumati tra Cerignola, Ordona, Orta Nova, Troia, Deliceto, Castelluccio dei Sauri. Inchieste giudiziarie diverse tra loro ma con un comune denominatore inquietante: ad arrivare sono state prima le assoluzioni o le prescrizioni che i finanziamenti per il ripristino ambientale dei siti inquinati.
La novità , che sa di beffa, proviene direttamente da Bruxelles, dove la Commissione Europea, rispondendo ad una interrogazione della pentastellata Rosa D’Amato sul caso Giardinetto a Troia, sostiene che “”se il gestore non può essere individuato o non è solvibile, come pare essere il caso dell’ex stabilimento Ala Fantini, l’autorità competente deve intervenire e adottare l’azione necessaria””. “”Purtroppo, ancora una volta il principio del ‘chi inquina paga’ non verrà fatto rispettare “”“ ha sottolineato la deputata europea grillina “”“. La responsabilità è delle amministrazioni che nei decenni hanno permesso questo scempio. Ma adesso non si perda altro tempo e si dia seguito alla caratterizzazione e alla completa bonifica del sito. Noi portavoce, assieme agli attivisti del Meetup Troia 5 Stelle, continueremo a vigilare e a tenere il fiato sul collo nei confronti delle istituzioni locali fino a quando il sito non sarà definitivamente bonificato tutelando l’ambiente e la salute dei cittadini””.
Black Land. L’ultima grande inchiesta sui rifiuti interrati, certificato dell’esistenza di rapporti diretti tra Campania e Puglia, è scoppiata nel 2014. A maggio si andrà in secondo grado contro gli 11 che materialmente hanno sepolto i rifiuti nelle cave di Ordona, Cerignola, Apricena, Trani, Carapelle. Circa 300 mila tonnellate di immondizia tombata in siti vicini a campi coltivati, dighe, luoghi soggetti a vincoli paesaggistici. Per la bonifica dei terreni le parti civili hanno stimato una spesa di oltre 30 milioni di euro, considerando che al di sotto della terra calpestata giacciono scarti inquinanti con “”valori analitici superiori ai limiti delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione (CSC)””. Da dove pescare quei contributi per rimettere in sesto cava Pelullo e cava Ciaffa? E’ l’interrogativo che non trova risposta, anche perchè una volta messa in sicurezza il sito di Ordona, non vi è stato alcun tipo di lavoro aggiuntivo nella direzione della bonifica. Eppure con quel giro d’affari gli imprenditori coinvolti nell’inchiesta, secondo le tesi dell’accusa, avrebbero guadagnato oltre due milioni di euro, ma il filone del processo in cui sono invischiati sta pericolosamente andando incontro alla prescrizione, con il rischio concreto che non si arrivi a sentenza e non si individuino precise responsabilità .
Orta Nova è Black Hole. I fratelli Bonassisa sono finiti più volte nell’occhio della magistratura, perchè ritenuti responsabili di eco reati gravi nel territorio della provincia di Foggia, soprattutto a ridosso dei Reali Siti. Le inchieste giudiziarie, però, si sono rivelate un buco nell’acqua, clamore mediatico a parte, perchè gli imprenditori sono usciti puliti “”“ tra assoluzioni e prescrizioni- dai procedimenti penali in cui erano coinvolti. Appena 7 giorni fa la Cassazione ha confermato la sentenza di assoluzione pronunciata dalla Corte di Appello di Bari, respingendo tra l’altro le richieste del comune di Orta Nova, costituitosi parte civile. Ciò che dopo è successo in discarica Ferrante, però, è prerogativa pubblica: “”Abbiamo effettuato un piano di caratterizzazione attingendo a fondi della Regione Puglia, per catalogare e analizzare i rifiuti. Abbiamo avuto accesso ad un fondo regionale appositamente creato con somme, su scala pugliese, di 500 mila euro””, dice la vice sindaco di Orta Nova, Laura Spinelli.
Giardinetto dei disastri. E’ probabilmente l’inchiesta più scomoda e difficile, dove l’etichetta di “”disastro ambientale”” è pura formalità , “”in stasi”” perchè legato a ipotetiche concause che potrebbero scatenare (ulteriore) contaminazione di tutti i terreni e falde. L’inchiesta scoppia nel 1999, conclusa in prescrizione, e adesso tocca all’Ente pubblico rientrare nelle spese di bonifica. La Provincia di Foggia ha stanziato 200 mila euro, ma per ripulire tutta la zona da rifiuti tossici provenienti anche da Corea e Germania (oltre 280 tonnellate certificate, poi ci sono quelli nel sottosuolo, su cui non c’è una stima certa) serviranno circa 20 milioni di euro; 5 soltanto per la messa in sicurezza del sito, ma è impossibile sapere con certezza quanti rifiuti ci siano a Giardinetto.
Fiume Cervaro, Black River shock. Si tratta della discarica abusiva più grande d’Europa, quella che ha visto coinvolti i fratelli Bonassisa e che è situata a Castelluccio dei Sauri. Per la bonifica saranno necessari 315 milioni di euro, come da relazione del CTU della Procura della Repubblica, Pasquale Capicchio. Gli sversamenti sono stati così imponenti da deviare addirittura il corso del fiume Cervaro, e da lì nacque il nome dell’inchiesta che nel 2008 fece contare 500 mila tonnellate di rifiuti smaltiti illecitamente, secondo l’accusa. Quel processo è terminato tra assoluzioni e prescrizioni, ma la bonifica rimane ancora argomento tabù. Il sindaco di Castelluccio dei Sauri, Pasquale Del Priore, ha dato mandato all’ufficio tecnico di effettuare un programma di caratterizzazione del sito.