Ottava edizione del premio Zingarelli: parole e musica
Un Nanni Moretti d’annata ci ricordava in Palombella rossa che le parole sono importanti. Ce lo aveva insegnato eoni addietro un nostro illustre concittadino, tale Nicola Zingarelli, che ha dato lustro all’Italia intera col suo dizionario frutto di anni di dure ricerche.
Per celebrare l’opera del grande filologo e dantista cerignolano si tiene ogni anno il Premio Zingarelli, kermesse nazionale che si è svolta sabato 7 maggio in due momenti separati.
La mattina, il pubblico numeroso, composto da scolaresche e adulti, ha potuto assistere alle notevoli lectio magistralis tenute dagli ospiti d’onore dell’ottava edizione, premiati nella categoria Non Omnes possumus omnia, che quest’anno ha visto insigniti il prof. Vittorio Coletti, presidente ononario dell’Accademia della Crusca e docente di letteratura alle facoltà di Genova e Trento, Valentino Losito, presidente dell’Ordine dei giornalisti di Puglia, Tommy Di Bari, docente di scrittura creativa a Bari e autore televisivo e letteraio, e Michele Lastella, attore e autore che non è potuto essere presente per motivi lavorativi che lo hanno trattenuto a Los Angeles.
Dopo un discorso introduttivo del presidente del Premio Antonio D’Addario, incentrato sul sacrificio della famiglia modesta di Zingarelli per garantire gli studi al figlio, e gli interventi di Valerio Caira, presidente del Gal Piana del Tavoliere, il quale ha evidenziato il nesso inscindibile fra crescita culturale ed economica della società cerignolana, e Andrea Gisoldi, presidente dell’associazione Liberamente, la parola è stata ceduta agli ospiti venuti da fuori sede.
Il professor Vittorio coletti, nella suo lectio, ha distinto con dovizia di esempi la differenza fra la lingua parlata, che costituisce il conio della lingua scritta, soffermandosi sul concetto fondamentale della lingua in eterna evoluzione, per la quale l’errore di ieri potrebbe candidarsi a diventare la norma di domani. Inoltre, come conclusione scherzosa, ha rassicurato tutti gli addetti ai lavori sulla sedicente estinzione del congiuntivo, senza risparmiarsi una stoccata verso la recente querelle sui sostantivi femminili come strumento di emancipazione.
Successivamente Valentino Losito, ha lungo redattore della Gazzetta del mezzogiorno, ha esaltato il ruolo del cronista nella sua funzione civile e pedagogica, introducendo un brillante raffronto fra il maestro e il giornalista, entrambi con l’obiettivo di educare il proprio soggetto di lavoro, senza risparmiarsi una invettiva contro la recente moda dei giornalisti che, invece di restare a bordo campo in funzione di testimoni, preferiscono costituire essi stessi la notizia.
Infine la sessione mattutina si è conclusa con l’intervento del dott. Tommy Di Bari, a lungo autore per Striscia la Notizia, il quale ha esortato i scrittori in erba a dedicarsi alla composizione letteraria facendo leva sulla propria emotività , in ossequio al suo concetto di gravidanza cardiaca, già espresso magistralmente nella sua conferenza recente tenutasi al Polo Museale dell’ex opera per la presentazione del suo nuovo libro dedicato alla sua figlia adottiva.
Nella serata, presso la cornice del Teatro Mercadante, si sono svolte le premiazioni, che ha visto premiata, nella categoria del romanzo, la giovanissima autrice Dalila Speziga, con il suo romanzo Il commercio degli angeli rosa, al quale è andata la Spiga d’argento in bagno d’oro ad opera della bottega artigianale Dente. SI aggiudica la palma della categoria Poesia la sanseverina Maria Teresa Infante, con una toccante lirica dedicata al tema dell’aborto. Premio speciale della giuria è stato conferito, in via eccezionale, al romanzo di Nicola Viceconti, Emet il dovere della verità , incentrato su una storia ambientata in un Argentina post-dittatoriale, ancora china sulle proprie ferite non del tutto rimarginate. Ad intervallare le premiazioni le giovani ugole del coro Angel Chorus, diretto dal Maestro Raffaella Cardinale.
L’appuntamento è fissato per l’anno prossimo, al quale si spera, a detta del presidente D’Addario, che partecipino più autori autoctoni.
Enrico Frasca