Pene diminuite, 2 assoluzioni e revoca di parti civili: l’epilogo Black Land
Dallo scandalo nazionale sul tombamento dei rifiuti in stile camorristico al flop totale dell’esito dell’inchiesta. Mercoledì 18 maggio, davanti alla Prima Sezione penale della Corte d’Appello di Bari, è stata partorita la sentenza sulla tratta illegale di rifiuti tra Campania e Puglia: diminuite le pene (sospese) e aumentate le assoluzioni, mentre c’è stata una significativa sforbiciata delle parti civili ammesse a richiedere risarcimento danni.
Il filone barese dell’inchiesta- che si è risolto in due anni a differenza del foggiano, dove la settimana scorsa vi è stata la prima udienza- ha portato all’assoluzione di Michele Brandonisio, titolare della Ecoball Bat, “”per non aver commesso il fatto”” con annessa revoca di “”ogni statuizione civile nei suoi confronti””; confermata l’assoluzione per Francesco Di Leno, con le stesse motivazioni. Riduzione di pena, invece, per Donato Del Grosso, Gianluca Cantarelli, Claudio Durante, Giuseppe Gammarota, Francesco Pelullo, Giuseppe Zenga, Donato Petronzi, tutti condannati a 2 anni di reclusione con pena sospesa. Confermata, ancora, la sentenza di condanna nei confronti di Gerio Ciaffa, secondo la Procura il dominus dell’inchiesta Black Land insieme a Pasquale Del Grosso, barbaramente ammazzato nel gennaio del 2014.
Il giudice Giorgio Pica ha inoltre ordinato “”la remissione in pristino stato”” delle zone utilizzate come discarica dei rifiuti trasportati dal napoletano alla Capitanata, che hanno raggiunto anche Trani e Melfi. Se la riduzione di pena era nell’aria, a sorprendere è stata l’indicazione della Corte di procedere all’annullamento di diverse costituzioni di parte civile. Secondo i giudici della prima sezione penale non sono più ammissibili le istanze di parte civile presentate da WWF Foggia, ENPA, Centro Studi Naturalistici CSN e soprattutto del Consorzio di Igiene Ambientale Foggia 4, che per conto dei Reali Siti, Cerignola e i tre paesi della BAT (Margherita di Savoia, Trinitapoli e San Ferdinando di Puglia) organizza il sistema di raccolta e smaltimento di rifiuti solidi urbani. Ossia l’ente che, nella tratta illecita di immondizia, sarebbe stata maggiormente privata di possenti entrate economiche indebitamente guadagnate da terzi sfruttando l’azione irregolare di smaltimento. Tanto che il legale del CIA FG4, Pietro Barbaro, anche per conto del Comune di Cerignola, aveva chiesto un maxi risarcimento danni da circa 15 milioni di euro.
“”Rimango sorpreso e stupito perchè non riesco a trovare una motivazione giuridica valida che giustifichi questo tipo di provvedimento. E’ una questione legata forse alla ad una sovrabbondanza delle costituzioni di parte civile, non so e per questo aspetterò di leggere le motivazioni della sentenza. Al momento- dice Barbaro- è una valutazione diametralmente opposta a quella Gup ed è paradossale””. Il legale prosegue nella disamina della decisione partorita dalla Prima Sezione Penale della Corte d’Appello di Bari: “”Il Consorzio, che sosterrà tutti i costi, è praticamente estromesso dall’ottenimento della provvisionale già irrisoria di 20 mila euro. Oltre al danno, quindi, c’è una beffa. Il vero punto- aggiunge Barbaro- è che se l’Italia non si allinea alla normativa europea in materia ambientale, le cose rimarranno sempre così. Un po’ come successo per il contrabbando, che all’inizio quasi era considerato un fenomeno goliardico, mentre al contempo nascondeva grossi traffici internazionali mossi da potentissime organizzazioni criminali. Per il resto, valuteremo se ci sarà spazio per impugnare gli atti con la pubblicazione delle motivazioni della sentenza. Sono felice del fatto che almeno il Comune di Cerignola “”“ che ho rappresentato in prima battuta- sia rimasto tra gli aventi diritto””.
A godere della provvisionale da 20 mila euro saranno i Comuni di Ordona, Apricena, Trani, Carapelle, Cerignola e la società agricola Castel Pagano srl, con risarcimenti che successivamente saranno valutati in apposito procedimenti civile. A questi gli imputati condannati dovranno anche corrispondere le spese legali quantificate in 1200 euro per ciascun ente. Per quanto riguarda invece gli imputati assolti “”“ Di Leno e Brandonisio- il giudice ha disposto l’immediato dissequestro dei beni. Serviranno almeno 60 giorni per leggere le motivazioni della sentenza Black Land- filone barese, mentre il filone foggiano andrà avanti attraverso le date di straordinarie di udienza per tentare di scongiurare il rischio di prescrizione dei reati contestati nell’aprile del 2014.
In tutta la Capitanata, sfregiata da procedimenti penali riguardanti danni ambientali, si susseguono rapidamente esiti di giudizio favorevoli per i presunti responsabili: tra assoluzioni e prescrizioni, appunto, sembra che il traffico illecito di rifiuti- pratica frequente nella provincia di Foggia- si scontri sistematicamente contro il flop. In totale “”“ negli ultimi 7 anni- ammonta a oltre 360 milioni di euro il costo di bonifica delle terre interessate dallo sversamento illegale di immondizia tramite il sistema del tombamento.