Lavori a rilento, cassonetti incendiati: SIA sta per scoppiare
Non c’è stato solamente lo sciopero dei netturbini il 30 maggio, che ha coinvolto il 90% degli operatori nazionali, perchè a Cerignola questione ambientale sta assumendo tratti di emergenza spinta, tra l’altro a pochi giorni dalla chiusura della discarica Forcone Cafiero.
I cassonetti sono stracolmi, le strade accolgono sacchetti di immondizia e la raccolta spesso latita per diversi giorni nei quartieri.
Così le criticità aumentano non soltanto nelle vie cittadine, ma anche nella stanza dei bottoni dove i vertici SIA e del Consorzio di Igiene Ambientale starebbero brancolando nel buio in attesa dell’esaurimento del 5° lotto. Rimangono aperte tutte le questione, intatte, a malapena scalfite dall’avviso di garanzia nei confronti di Franco Metta, Michele Centola, Giuseppe Devenuto e Domenico Pellegrini che ha portato al sequestro con facoltà d’uso dell’impianto di biostabilizzazione.
Lavori: lunedì si parte? Nonostante la gara fosse stata già espletata, nonostante i carabinieri del NOE, a febbraio scorso, avessero ammonito il management di SIA srl per i colpevoli ritardi sull’inizio dei lavori (si attendeva l’esito di un ricorso al Tar, pratica molto inusuale per l’amministrazione pubblica), solamente lunedì prossimo potrebbero essere cantierizzate le opere di ammodernamento del biostabilizzatore, l’impianto che tratta i rifiuti prima di consegnarli alla discarica. Su questo aspetto è intervenuta la magistratura, perchè quei lavori “ finanziati, appaltati e aggiudicati- rientravano nell’AIA regionale, parzialmente disattesa.
Contratti e comuniDa quando la Regione Puglia ha ridisegnato il flusso dei rifiuti, attribuendo alla discarica di Forcone Cafiero la capacità ricettiva dei soli 9 comuni appartenenti al CIA anzichè dei 31 che effettivamente hanno sversato negli anni, il management della SIA ha dovuto affrontare un nuovo problema: come recuperare i soldi che i 21 comuni immettevano nei bilanci della società in house? Con la chiusura della discarica ai comuni garganici ed extrabacino, dal pallottoliere del direttore generale Centola svaniscono 3 milioni di euro annui di ricavi. A questi si aggiungono i debiti che Cerignola, i 5 Reali Siti e Margherita di Savoia, San Ferdinando di Puglia e Trinitapoli vantano con la società di raccolta e smaltimento. Basti pensare che Cerignola sarebbe indietro nei pagamenti per una somma superiore a 5 milioni di euro. Per evitare di chiudere i rubinetti delle finanze anche ai 300 dipendenti, quindi, si dovrà mettere mano ai contratti di servizio. Per questo ad Orta Nova, dove la TARI subirà un incremento del 100%, si sono scatenate feroci polemiche.
6° lotto in alto mare L’incognita riguarda il sesto lotto. Si farà o non si farà ? L’AIA parla chiaro: si farà . Il presidente del CIA Franco Metta ha dato l’assenso formale, nonostante una campagna elettorale diametralmente opposta. I lavori però non sono mai partiti: sui tavoli dei dirigenti non ci sono, ad oggi, procedure di esproprio, contatti con le banche, approvazione dei progetti o stesure degli atti di gara. Si rimanda con evidente scollamento tra presidenza, cda e direttore generale. La data definitiva di chiusura è stata fissata al 15 giugno: nel corso dell’ultimo anno la SIA srl ha annunciato più volte l’esaurimento del 5° lotto, ma poi attraverso abbancamento e sopralzo si è tirato a campare per qualche mese. Pare che tra 15 giorni, però, scatti il fatale game over. Due le destinazioni al momento privilegiate: Canosa di Puglia o Taranto, anche se il presidente del consorzio Franco Metta ha sempre sostenuto Foggia.
Disorganizzazione e anarchia Nel frattempo nella città di Cerignola si registrano vere e proprie scene di delirio. Tra il 30 maggio e il 1° giugno, infatti, sono stati dati alle fiamme circa 6/8 cassonetti dell’immondizia. Ancora da capire quale fosse la matrice del gesto, se legata alla sporcizia dilagante, al cattivo odore insopportabile e all’intolleranza dei residenti o a qualche azione dimostrativa in vista di futuri sconvolgimenti nell’azienda. Anche le associazioni ambientaliste si mobilitano, cercando di strappare informazioni utili anche rispetto al Piano Industriale SIA, che non esiste. Una situazione di totale complessità che rischia anche di invalidare il lavoro di volontari e ambientalisti, alcuni dei quali si muovono poco con carte alla mano e molto sui social network, in chiave per lo più politica. Tra due settimane ci sarebbe da affrontare l’ultimo grande scoglio dell’emergenza rifiuti e dell’individuazione di un nuovo punto di approdo dell’immondizia scaricata all’interno della discarica Forco Cafiero di Cerignola.
Michele Cirulli