Emergenza rifiuti. Chiude la discarica SIA, Grottaglie non dà l’ok
Sul salvataggio dei 300 dipendenti della SIA sono tutti d’accordo. Su come farlo, invece, i comuni che compongono il Consorzio di Igiene Ambientale FG4 hanno mostrato perplessità , dovute innanzitutto alla diversità di situazioni in essere con l’azienda che si occupa di raccolta e smaltimento dei rifiuti.
L’accordo di massima prevede che Cerignola, Stornara, Stornarella, Orta Nova, Ordona e Carapelle rivedranno i contratti di servizio, versando a SIA somme in più per l’erogazione, mentre Trinitapoli e San Ferdinando guadagnano tempo perchè ritengono che quei conti al rialzo siano da ricalcolare. Margherita di Savoia non pervenuta.
Il tutto è successo il 15 giugno, presso l’ex tribunale di Cerignola, dove i sindaci del consorzio hanno incontrato il management (cda di Giuseppe Devenuto e direttore generale Michele Centola) e le parti sindacali. Da ieri, invece, chiude la discarica Forcone Cafiero: ci si sposta a Grottaglie (Taranto), nell’impianto privato Linea Verde grazie ai mezzi di Ecodaunia (ditta cerignolana), riferisce il dg. Ma l’operazione, che sembrava ormai ufficiale, salta in extremis e temporaneamente, tramite ordinanza, i rifiuti rimarranno nelle celle dello stabilizzatore ancora per una settimana prima di affinare l’accordo con la nuova destinazione.
Ma già si ricorre al pallottolliere per fare una ricognizione dei costi della migrazione, che si faranno sentire, eccome. In attesa che Grottaglie dia l’okay, si affronta la questione spese. Il prezzo del trasporto ammonta a 30 euro a tonnellata; il conferimento nella discarica tarantina a 80euro; 35 euro a tonnellata saranno impiegati per la stabilizzazione dei rifiuti, da compiere a Forcone Cafiero; a questo si aggiunge l’IVA al 10% (15 euro) e il valore dell’ecotassa, che si attesta tra 5 e 25 euro a seconda dei casi e di quanto la Regione diramerà a luglio. Una tonnellata di immondizia nella discarica di Taranto arriverà a costare tra 165 e 185 euro. Considerando una media di 160 tonnellate al giorno da sversare in discarica, il prezzo oscilla tra 26.400 e 29.600 euro giornalieri. In definitiva annualmente trasportare i rifiuti al di fuori del territorio di competenza, stando alla mancata costruzione del sesto lotto di discarica, corrisponderà ad una mazzata economica tra circa 9 e 11 milioni mi euro.
Si dovrà fare i conti anche con un’altra voce di spesa non indifferente, che riguarda l’adeguamento dei contratti. Secondo il management della SIA srl, infatti, i contratti che i singoli comuni hanno sottoscritto con l’azienda sono ormai obsoleti e non veritieri. Per questo ci dovrà essere un adeguamento (spese in più per singolo ente) per far quadrare i conti ed evitare che al 31/12/2015 venga prosciugato il capitale sociale dell’azienda, dichiarandone fallimento. Cerignola, Ordona, Carapelle, Stornara e Stornarella hanno dato assenso alla rivisitazione delle spese; Orta Nova ha già effettuato da un mese l’operazione che ha comportato un aumento della TARI del 100%.
Siamo diventati impopolari “ ha detto l’assessore al bilancio ortese Nicola Maffione- ma non abbiamo scelta e non ce l’avete anche voi. Momenti di tensione, invece, per quanto riguarda i comuni di Trinitapoli e San Ferdinando: Siamo gli unici due enti ad avere un regolare contratto con SIA “ ha dichiarato il sindaco Francesco di Feo- e abbiamo già aumentato le tasse ai nostri cittadini. Oggi non possiamo permetterci di addossarci responsabilità non nostre. Ci sono comuni che hanno debiti con SIA, tipo Cerignola con 4.5 milioni. Bisognerà incassarli prima o poi. LA linea, condivisa anche da Michele Lamacchia, ha portato i primi cittadini ella BAT ad assumere una posizione aventiniana: prima di mettere mano “ di nuovo- al portafogli dei cittadini, dovranno essere ricalcolate le quote da adeguare in un sistema di contraddittorio e non calato dall’alto come successo in quest’ultimo caso.
Il debito da coprire sin da subito è di 2.5 milioni di euro dovuto dalla chiusura della discarica, che già il mese scorso “ per guadagnare qualche settimana di vita- ha smesso di accogliere l’immondizia proveniente dagli altri 22 comuni che scaricavano nel V lotto. Per quanto riguarda il VI lotto, non sembra esserci via d’uscita: si farà , con buona pace delle promesse elettorali. Nel frattempo i cittadini del territorio dovranno aspettarsi bollette salate, a meno che i comuni non provvedano a coprire i “”buchi con fondi e tesoretti vari o con una seria e documentata lotta all’evasione fiscale. In alternativa TARI stellare, che si aggiungerà ad un già imprescindibile aumento.