Raffaele e Luca, il “”primo”” matrimonio con la Cirinnà
è diventato in breve tempo il matrimonio più cool e seguito d’Italia, di certo quello più inviso ai cattolici ferrei e ai supporters della famiglia tradizionale. Francisco Villarusso, quarantaduenne di origine cerignolana, potrebbe essere il primo “ insieme al suo compagno Luca De Sario- ad usufruire della legge Cirinnà sulle unioni civili a Roma.
Manca ancora qualche decisivo passaggio burocratico, ma sembra essere tutto pronto per una svolta storica per la Capitale, per l’Italia e soprattutto per le comunità LGBT italiane.
Un po’ a sorpresa la loro storia è finita sui giornali nazionali: Abbiamo semplicemente fatto una richiesta, precisa l’artista pugliese. Proprio Raffaele che, fino ad un anno fa, stava per sposarsi- proprio come tanti altri-lì dove l’amore non ha etichette di sesso: in Spagna, dove peraltro sono concesse anche le adozioni. Raffaele Villarusso, detto Francisco, nasce a Cerignola nel 1974 e si diploma presso l’istituto tecnico industriale Augusto Righi.
Subito dopo la maturità prende la strada dell’università , a Foggia, e la vita lo porta a viaggiare e a girare il mondo. Si sposta dapprima a Roma, dove intraprende la carriera di regista teatrale, cinematografico e televisivo, fino ad intraprendere una collaborazione in RAI dal 2000 al 2007; collabora ancora oggi al Pratt Institute di New York e negli anni è stato parte attiva della School of Visual Art New York (US) , Yale University, Rome Art Program, New School of Architecture and Design San Diego (US),Calpolly university San Luis Obispo. è anche un quotato pittore iperrealista-pop, presente nel panorama internazionale con varie mostre all’attivo in Italia e Spagna. Nell’aprile del 2010 Raffaele conosce Luca De Sario, romano, ballerino presso la Shape Company, che oggi lavora anche nella sala Bingo di Trastevere. I due si frequentano e ne nasce una storia importante, e soprattutto duratura. Nel 2015 si trasferiscono in Spagna, per suggellare col matrimonio la relazione, ma di lì a breve in Parlamento sarebbe arrivata la Cirinnà , la legge sui diritti civili che prevede il matrimonio anche per Francisco e Luca.
Decidiamo subito di lasciare la Spagna, anche a costo di perdere la possibilità di adottare bambini. Ma abbiamo seguito tutto il percorso, tutte le battaglie, ci abbiamo messo la faccia in questa impresa e ci sembrava giusto tornare qui. Oggi il ministero dovrà passare i decreti attuativi a tutti i Comuni, che li dovranno recepire- spiega Raffaele Villarusso-. Finita questa fase, si potrà decidere una data.
Al di là delle questioni tecniche, si è in dirittura d’arrivo. Aspettare qualche giorno, però, diventa perfino irrisorio per chi, come Luca e Raffaele, per anni- circa 20- ha partecipato alle manifestazioni per l’affermazione di un principio tanto semplice quanto divisivo: amare chi si vuole davvero. Conosciamo tutto l’iter della legge, abbiamo presenziato ad ogni iniziativa. Capiamo chi non è soddisfatto di questa legge, ma è un primo passo. Tutto deve rientrare nella sfera della normalità – sottolinea Raffaele- perchè siamo persone normali e amiamo come persone normali. Semplicemente fino ad oggi non eravamo tutelati dalla legge, e qualcosa è cambiato attraverso percorsi belli, ma anche faticosi, che si fanno con la gioia del cuore. E poi non mangiamo mica i bambini.
Già , i bambini. Su questo l’Italia si è divisa in due, sulla possibilità di adozione da parte di coppie omosessuali. Perchè davanti alla sindaca Virginia Raggi (o a chi per lei), Raffaele e Luca si giureranno amore eterno alla presenza di testimoni, sceglieranno quale cognome avrà la loro famiglia, decideranno se mettere in comune i propri beni, si offriranno a vicenda supporto materiale e morale, avranno inoltre gli stessi diritti pensionistici e di successione di una coppia eterosessuale, ma sui bambini l’Italia non ha ancora legiferato. Perchè è stato proprio questo lo spauracchio agitato nella fase di dibattito parlamentare. I figli sono di chi li cresce e non di chi li fa. Ma non necessariamente si devono concepire per assecondare le esigenze del momento delle persone. Io non sono contro le adozioni, anzi sono favorevolissimo, ma nel nostro caso “ spiega Raffaele- pensiamo che non si debba sradicare un bambino da una realtà ad un’altra. Piuttosto pensiamo ad un’adozione a distanza, perchè ci sono troppi bambini in orfanotrofi che hanno bisogno di cure e di attenzioni, riteniamo sia più rispettoso per loro non tenerli lontano dal loro ambiente ed è per questo che abbiamo segnalato Save the Children Onlus ai nostri invitati, alla quale potranno devolvere il loro pensiero per noi .
Michele Cirulli