La luce del mondo, letteratura a sostegno dei piu’ deboli
Cerignola si arricchisce di un altro scrittore, che pochi giorni fa ha presentato al pubblico la sua prima opera in una conferenza che ha visto fra i relatori Anna Maria Mirra, che ha conversato con l’autore, e Roberto Bufo, presidente dell’IPOHA, associazione di tutela ai malati di Eteroplasia Ossea Progressiva.
Si tratta di Alfonso Santamaria, sociologo classe 1976, che ha deciso di devolvere i proventi del suo libro all’associazione retta da Bufo.
Le persone affette da patologie rare da sempre hanno visto un atteggiamento duplice da parte della politica e dell’opinione pubblica. Da un lato, si è scontrata con la reticenza delle istituzioni, fra risorse economiche limitate che in parte hanno visto recenti miglioramenti, con la legge promossa da Paola Taverna (M5S) che ha esteso lo screening neonatale a 40 malattie rare, dall’altro ha dato il via a gare di solidarietà fra la gente comune. La malattia in questione è altamente invalidante : parte dalla comparsa di ossificazioni superficiali, che con il decorso del morbo si estendono in profondità , finendo per limitare l’attività motoria del paziente affetto. L’IPOHA si propone di raccogliere fondi da elargire ad un laboratorio all’avanguardia situato negli Stati Uniti, con una parallela attività di sensibilizzazione presso la popolazione cerignolana.
Un libro che unisce una vocazione alla solidarietà con l’impegno civile, senza tralasciare dimensioni più ampie, dato che la vicenda al centro del libro, l’amicizia fra due uomini dediti alla lotta contro la mafia in un paese immaginario della Sicilia, denominato Sciano, si colora di questioni altamente spirituali, essendo l’uno credente, e l’altro ateo.
Il confronto fra Giuseppe e Nicola, amici di lunga data ritrovatisi per uno scopo comune, serve da sfondo per esaltare la necessità di abbattere i pregiudizi fra credenti e atei, allo scopo di trovare una strada condivisa per difendere il bene comune. Strada che può essere intrapresa solo ponendosi in dialogo con l’altro, mettendo da parte i pregiudizi fra il mondo confessionale e quello laico.
Santamaria presta le sue conoscenze in campo sociologico inserendo due ricercatori nella trama del romanzo, che effettuano ricerche nella criminalità del quartiere malfamato, allo scopo di ottenere informazioni da girare al parroco rionale per la sua opera pastorale.
L’entusiasmo del giovane autore, rinforzato dall’esempio di uomini coraggiosi quali don Pino Puglisi e Michele Cianci, a cui dice fieramente di essersi ispirato, si è scontrato con le difficoltà tipiche dello scrittore alle prime armi, di natura soprattutto economica. Infatti, la partecipazione ai concorsi letterari richiedono numerose copie da distribuire ai giurati, un onere alquanto dispendioso per un autore che autofinanzia la pubblicazione delle sue opere; questo dispendio economico ha limitato in parte la partecipazione ad altri concorsi letterari per Alfonso Santamaria, il quale però si è fatto notare egregiamente innanzitutto a casa, arrivando finalista al Premio Zingarelli 2016, e poi segnalandosi a contest letterari di Trani e Polignano A Mare. Ragion per cui il battage pubblicitario pensa di affidarlo alla rete e al suo giro di amici virtuali.
Il cuore generoso di un giovane sociologo è veramente un antidoto ai timori del futuro piano di rientro sanitario che, si annuncia, costerà lacrime e sangue al popolo dei degenti pugliese.
Enrico Frasca