Documenti | La mafia cerignolana vuole crescere ancora
Sono pronti al salto di qualità . La criminalità organizzata cerignolana, descritta nella relazione antimafia del secondo semestre 2015, si appresta ad allargare i propri orizzonti. E nei maggiori centri urbani della Puglia, le nuove leve iniziano a farsi spazio, come testimoniato dalla guerra di clan che si sta verificando a Foggia.
La provincia e i comuni a rischio mafia. In provincia di Foggia il quadro si presenta fortemente frammentato, con sodalizi in costante mutamento, anche a causa degli squilibri negli assetti interni determinati dalle operazioni di polizia che hanno portato allo scioglimento del Comune di Monte Sant’Angelo, si legge nella relazione antimafia. E secondo indiscrezioni, nel mirino del ministero dell’Interno “ relativamente alla Capitanata- vi sarebbe un altro comune pronto ad essere sciolto per infiltrazione mafiosa. A darne conferma indiretta, anche la promozione del colonnello Antonio Basilicata, che guida il comando provinciale dei Carabinieri e che sarebbe destinato a Roma a seguito delle operazioni sul territorio. Ancora top secret il nome del Comune che potrebbe essere raggiunto dalla Commissione di Accesso del Ministero dell’Interno.
La strategia dei gruppi criminali pugliesi. Le varie bande, nelle loro diversità e nei loro aspetti distintivi, sembrano essere governate da un comune denominatore che si muove su due direttrici: Un’apertura verso l’estero, soprattutto verso l’area balcanica per l’approvvigionamento degli stupefacenti da smistare sull’intero territorio nazionale, e di soffocamento delle aree su cui insistono i clan, con manovre estorsive sempre più spinte, si legge nel documento della Direzione Investigativa Antimafia. Questa strategia comune, poi, si declina con differenze sostanziali a seconda della provincia e delle batterie prese in esame.
Le attività illecite. Nella Capitanata vi è una costante ricerca di nuovi assetti. La testimonianza più lampante deriva dai continui agguati a membri di primo piano dei clan contrapposti che stanno paralizzando il capoluogo Foggia. La torta su cui mettere le mani non è rappresentata solamente dal traffico di droga, ma riguarda anche estorsioni, usura, rapine, ricettazione, assalti a portavalori, effrazioni degli sportelli bancomat, furti di mezzi agricoli e di autovetture. è questo l’oro della Capitanata per la criminalità organizzata, che col tempo hanno scovato nuove tecniche ad alta tecnologia.
L’allargamento dei cerignolani. Nelle passate relazioni della DIA la criminalità organizzata cerignolana è stata quasi sempre associata al fenomeno dell’assalto ai portavalori con tecniche paramilitari, frutto di meticoloso lavoro e intelligenza criminale notevole. Il secondo semestre 2015, ossia l’ultima relazione diffusa dalla direzione investigativa, dà un quadro diverso: i clan stanno crescendo e si stanno evolvendo. Oltre alle influenze storiche su Canosa di Puglia, città che ha assunto nell’ultimo anno una valenza criminale più centrale, le bande del basso Tavoliere lavorano per andare oltre i confini.
L’espansione della male e le intimidazioni alle istituzioni. Si legge nel documento della DIA: Cerignola si conferma luogo di dimora di una criminalità strutturalmente molto solida, caratterizzata da precise strategie operative che potrebbero far presupporre una sua progressiva espansione in altre aree. Sul piano generale, nel territorio di riferimento di continua a registrare un elevato numero di rapine perpetrate in danno di autotrasportatori, aree di servizio o caselli autostradali e frequenti attentati dinamitardi e incendiari in danno di aziende ed esercizi commerciali. Non sono mancati, inoltre, atti intimidatori nei confronti di appartenenti alle istituzioni locali.
Ecco chi comanda in Provincia di Foggia: