Provinciali. Sgarro ok, Lepore tradita dai suoi: è un Cicognicidio
è stato un tradimento in piena regola. Un vero e proprio cicognicidio avvenuto nel gruppo di maggioranza che ha mandato al macero Loredana Lepore, candidata per la provincia scelta direttamente dal sindaco Franco Metta. Ce la fa invece Tommaso Sgarro, che si piazza terzo nel suo partito e finisce a Palazzo Dogana.
Forza Italia si adegua alla linea supportando Splendido e Federazione Civica vede il suo candidato, Giuseppe Mangiacotti di San Giovanni Rotondo, varcare le porte di Palazzo Dogana. Per effetto della legge Delrio, le provinciali non prevedono le elezioni dirette da parte dei cittadini, ma esclusivamente la votazione da parte dei consiglieri comunali e sindaci dei 61 comuni della Capitanata (nel caso specifico i comuni sono stati 58, considerati i tre commissariati). Su scala provinciale il PD si attesta a primo partito, mentre è delle liste civiche l’esponente più votato: il foggiano Rosario Cusmai.
Partito Democratico. Superata la diatriba interna sul candidato da proporre (parte della segreteria, capitanata da Elena Gentile, avrebbe voluto il sindaco di Pietramontecorvino Raimondo Giallella; mentre il gruppo consiliare ha optato per la scelta locale), il Pd si è riunito intorno a Tommaso Sgarro racimolando oltre 6000 voti (voto ponderato : ogni consigliere vale da 29 a 711 voti a seconda della grandezza del comune di appartenenza). Il bottino ha consentito al segretario dei democratici di Cerignola di mettersi alle spalle del sindaco di Manfredonia, Angelo Riccardi, e del sindaco di Troia, Leonardo Cavalieri. Sgarro conquista così un seggio. Dietro di lui, il foggiano Pasquale Russo dell’area Speranza.
Il tradimento cicognino. La maggioranza di Franco Metta (15 consiglieri da 323 voti ciascuno più il sindaco) è partita da 16 effettivi. Ad eccezione degli indipendenti Teresa Lapiccirella e Samuele Cioffi, che sono distanti dalle logiche della maggioranza tanto da aver votato per altri nominativi in maniera naturale, anche il gruppo di Federazione Civica del vice sindaco Rino Pezzano (che in consiglio esprime Ale Frisani, Antonio Limotta, Vincenzo Specchio e Leonardo Paparella) aveva già annunciato apertamente di sostenere la candidatura di Giuseppe Mangiacotti, indipendente nelle file dell’Udc originario di San Giovanni Rotondo. A Lepore era restato il suo gruppo di dieci uomini, ossia La Cicogna, più che sufficienti per essere eletta al consiglio provinciale: 323 x 10 = 3230).
Tanto che il suo nome era dato per certo a Foggia a poche ore dall’inizio dello spoglio, quando si è verificata, poi, l’inattesa novità : 2 cicognini hanno bucato il loro capogruppo disperdendo il voto e facendo in modo che il foggiano Raimondo Ursitti con 3128 voti rimpiazzasse al quarto posto Lepore ferma al palo con 2584 voti. Se tutto il blocco Cicogna avesse votato in maniera compatta, Lepore avrebbe incassato 646 voti in più superando Ursitti attestandosi a 3230. è già partita la caccia ai due traditori cicognini che hanno sicuramente optato per altri lidi, esponendo il movimento politico ad una sciagurata conclusione dell’elezione provinciale. Metta, infatti, è l’unico tra i civici su cui ha puntato Cusmai a rimanere a bocca asciutta (Francesco Miglio di San Severo mantiene la presidenza e Antonio Tutolo di Lucera esprime Giuseppe Pitta). Sembrerebbero tutt’altro che scontati i nominativi di coloro che hanno tradito la Lepore condannando La Cicogna all’irrilevanza. Si vocifera perfino di insospettabili e c’è da scommettere che la questione del cicognicidio possa portare strascichi più lunghi. Al di là dei numeri sul filo di lana, la maggioranza è riuscita a dilapidare una fortuna: da 16 consiglieri solamente 8 hanno scelto di appoggiare la candidata scelta infallibilmente da Franco Metta.
Michele Cirulli