Tra Renzi ed Emiliano il Pd sceglie la carriera di Elena
Il dibattito è accesissimo, nel Partito Democratico. Tra Renzi ed Emiliano, tra la cosa rossa che potrebbe nascere dalla scissione dei bersaniani, tutti i circoli locali di Italia sono chiamati a scegliere da che parte stare. Questa volta più di tante altre le opzioni sono ben definite e c’è da fare i conti con lo stare “”dentro”” o stare “”fuori””. E soprattutto con chi.
D’Alema, Bersani, Rossi sono gli scissionisti, mentre Michele Emiliano ci ripensa in extremis e fa l’anti-Renzi all’interno del Partito Democratico annunciando la sua candidatura alla segreteria tramite congresso. Ora, dunque, il popolo piddino dovrà decidere: Matteo o Michele? I circoli di Italia iniziano a pensarci e a mantenere una linea.
Il PD di Cerignola ovviamente, dal giovane segretario Sgarro sino agli ultimi arrivi, si schiera compatto…con Elena Gentile e la sua carriera politica. Quale visione c’è se non la sfrenata convenienza politica nell’appoggio a Renzi? Per carità , è tutto legittimo. Ma magari qualche passaggio andrebbe spiegato ai cittadini, agli elettori, ai simpatizzanti, a chi segue la politica, a quelli a cui hanno raccontato che loro sono diversi dall’opportunismo di Metta. Per esempio andrebbe spiegato come sono passati da sostenere Nichi Vendola, quando la pediatra era sotto la sua ala protettiva, a diventare pappa e ciccia con i Verdini e gli Alfano tramite Renzi. Dai comunisti ai democristiani cantando Bella Ciao o gridando impunemente Adelante, lasciando l’impressione che quell’oasi di Claire fosse solo un antipasto per la svolta al centrodestra che hanno mostrato in questi mesi. Tutto questo dopo aver perso un’elezione comunale che avevano in tasca spalancando la porta al mettismo. E da quel giorno nessuno si è avvicinato al PD. Solo veleni e un progressivo allontanamento dal centrosinistra, ridotto a parco giochi per qualche esaltato.
Si sono dichiarati “”di sinistra””, quando avrebbero semplicemente potuto gridare nelle piazze “”Elena, Elena””, il loro vero e unico credo, assecondato nelle più improbabili giravolte politiche. Lo sa bene Sgarro, che a lei praticamente deve tutto. Compreso un incarico lavorativo al Parlamento Europeo che lo stesso ha dichiarato essere a “”costo zero””, usando tral’altro una poco fortunata espressione mettiana che fino ad oggi ha voluto dire tutt’altro. Ma il punto è che prima di passare a odiare Emiliano, l’hanno persino amato, quando questi annunciò di voler sostenere la Gentile al Parlamento Europeo. Svanito il sogno d’amore con un indimenticabile selfie, i cerignolani del PD hanno seguito l’odio di Elena fino a Bari, fino al presidente Emiliano.
Esclusi i dipendenti della ditta Gentile, che forse non avrebbero nemmeno modo di poter scegliere, c’è chi però ha annunciato un passo “”di lato”” rispetto a questa fase congressuale mantenendo, per il momento, una certa coerenza. Si tratta di Gino Pizzolo, dell’area di Enrico Rossi. Fedele alla politica e agli ideali e non necessariamente alla carriera di Elena, uno che proprio non ce l’ha fatta a diventare renziano per compiacere il partito: “”Non rinnoverò la tessera PD. Non aderirò ad alcuna formazione politica, vecchia o nuova che sia. Le ragioni del mio disagio le ho espresse pubblicamente più volte. (…) Dovrò e vorrò capire non solo cosa sarà il loro (di Bersani, Rossi e Speranza, ndr) contenitore, ma soprattutto chi di questo contenitore ne farà parte. Ho rispetto per chi ha deciso di rimanere nel PD. Chiedo rispetto per le mie scelte””, scrive Pizzolo in un post.
Così tutti i ragazzi, i consiglieri e i dipendenti della ditta Gentile inizieranno la loro legittima crociata anti-emiliana. Per questo, non da oggi, la Gentile si organizza, va a strillare in qualche giornale per piazzare balzani figuri, serra le fila tra i suoi dipendenti astri nascenti e si prepara al congresso per dimostrare che Cerignola è ancora sua. Di mezzo vi è chi non può dire di no, e chi non riesce a dire no anche senza incassare alcuna visione di carriera politica, ci sono quelli che credono nel riscatto dalla Gentile a due secondi dalla sua morte politica, pensando così di potersi salvare e ripudiare decenni di servilismo con una bacchetta magica. Poi nel Pd c’è chi ci crede davvero in Renzi e nella Gentile. E chi ci crede?
Michele Cirulli