Anche il centro trasfusionale è al collasso: anarchia al Tatarella
Il centro trasfusionale dell’ospedale Tatarella di Cerignola è ormai al collasso e dietro l’angolo, tra meno di un mese, ci sarà la consueta ispezione biennale per l’accreditamento, che a questo punto potrebbe rivelare esiti infausti qualora la direzione generale della Asl di Foggia non ponga in essere correttivi rapidi.
Da dicembre scorso, infatti, il centro trasfusionale ha perso 3 dirigenti medici: l’unità operativa è rimasta nelle mani del solo direttore Francesco Di Stefano, che proprio ieri per motivi di salute ha dovuto abbandonare il Tatarella. Immediati i disservizi e il conseguente ordine, da parte del direttore sanitario pro tempore Antonietta Costantino, di sostituire il referente del centro trasfusionale con unità interne. Eppure, informano dal nosocomio, la soluzione sarebbe a portata di mano e risiede in quell’avviso pubblico che la Asl di Foggia ha espletato nel mese di gennaio: da allora i due vincitori, un medico del pronto soccorso e uno di cardiologia (entrambi del Tatarella), sono in attesa di dare seguito al concorso.
Soltanto che la direzione strategica avrebbe informato i medici che il trasferimento dagli attuali reparti di competenza non potrà avvenire fino a quando non arriveranno sostituzioni, tra l’altro non in agenda sia per cardiologia che per il pronto soccorso. In questo modo, dunque, il centro trasfusionale continua a rimanere sotto la gestione isolata e numericamente insufficiente del direttore Francesco Di Stefano. Con una scadenza impellente, prevista per il mese di giugno, alla quale il personale medico, infermieristico e tecnico guarda con apprensione: l’ispezione per l’accreditamento. E non è escluso che da centro trasfusionale, stando così le cose, si possa registrare un declassamento a mero centro di raccolta sangue.
In giornata, al Tatarella, era prevista la visita del direttore generale Vito Piazzolla, poi rimandata. Anche perchà©, forse, all’ingresso del nosocomio di via Trinitapoli è stato organizzato in fretta e furia un sit-in da parte del Partito Democratico di Elena Gentile: “”Ci sono reparti chiusi come ortopedia, servizi cancellati come nefrologia, strutture che non hanno mai visto la luce come l’asilo aziendale o il centro per l’autismo. Tutto questo ci fa pensare ad un progressivo declassamento dell’ospedale, fino a soluzioni più estreme. Il disegno ci pare nitido e trasparente, perchà© l’ospedale non può che essere condannato al ridimensionamento e all’estinzione. Noi siamo qui a ribadire l’esigenza primaria di tenere in vita il Tatarella anche a fronte di una opinione pubblica che ormai è spenta e molto amareggiata””, ha dichiarato l’europarlamentare.
Ai gravi problemi legati al centro trasfusionale e a ortopedia, si aggiungono le criticità organizzative all’interno del reparto di pediatria, il pensionamento dei primari, l’organigramma del nosocomio che – caso più unico che raro- si regge sulla triade Vocino-Costantino-Fida e rimane in attesa di un nuovo direttore.