Lenoci su Metta: “”Si dimenava, urlava: io vittima di immotivata aggressione verbale””
“”Ciò che è successo è di una semplicità estrema: il sindaco ha voluto leggere il mio intervento come provocazione, ma quando sono arrivata mi sono ricollegata al discorso sulla dispersione di Marcello Colopi, sulla necessità di attivare una rete istituzionale per la legalità e ho solo detto che non vedevo l’assessore ai servizi sociali, perno importante di un discorso del genere””.
Lucia Lenoci, dirigente scolastico, spiega la sua versione dei fatti in seguito al veemente rimprovero che il sindaco Metta le ha riservato il 23 maggio presso la scuola Padre Pio nel giorno del ricordo della scomparsa del giudice Giovanni Falcone.
Lenoci, in chiusura del dibattito, ha dato il suo contributo sulla possibile connessione inter-istituzionale per la proposizione dei principi di legalità in una comunità difficile quale quella cerignolana. Tra i presenti anche rappresentanti di istituzioni religiose, politiche, scolastiche, della giustizia.
“”Il passaggio sui servizi sociali è stato fatto perchà© sono un tassello fondamentale, in quanto la scuola non deve soltanto segnalare ma deve avere un rapporto di dialogo costante. Più che rimarcarne l’assenza, era un rimarcarne il valore””, spiega Lenoci.
Ma a quel punto, come riportato nell’audio diffuso da Marchiodoc.it e poi ripreso da altre testate, Metta ha inveito contro la dirigente: “”Non ho capito il perchà©, ma penso che Metta abbia reali problemi a interloquire con le altre persone o istituzioni, quale è quella scolastica da me rappresentata. Serve autocontrollo, soprattutto se si rappresenta una comunità . Sono rimasta ferma, tutti erano attoniti. è stato un vero e proprio episodio di violenza verbale, è stata una brutta scena, lo hanno visto tutti””, racconta Lenoci.
Toni forti per una presunta strumentalizzazione del ruolo, per la voglia – ha sostenuto Metta – di creare polemica a tutti i costi: “”Ma quale polemica, non ho nemmeno concluso il discorso, che era tutto fuorchà© polemico. Il sindaco si è alzato, ha iniziato a gridare, si dimenava. Ho temuto che gli prendesse un colpo. Vedere ciò che è successo renderebbe ancora meglio l’idea””.
“”Sono stata aggredita verbalmente, nei modi e nelle modalità “”, ripete la dirigente. Al centro anche i rapporti politici intercorsi tra i due. Lenoci già nel 2010 era stata presentata come assessore alla cultura della ipotetica giunta Metta, ma nel 2015, una volta diventato sindaco, l’avvocato le ha preferito Giuliana Colucci. Tanto da addebitare alla “”cocente delusione di non essere stata nominata assessore”” il motivo delle critiche (fatte in altre sedi) della dirigente alla sua amministrazione: “”Ma a questo punto dico che mi sono salvata, per come si sono messe le cose””, ironizza Lenoci.
“”Ho avuto una esperienza formativa con La Cicogna, abbiamo anche ingenuamente creduto ad un progetto politico rivoluzionario. Poi è cambiato tutto. Non ho discusso la nomina di un altro assessore, ma le modalità , perchà© l’assessore alla cultura faceva riferimento ad un’altra forza politica, precisamente di centrodestra; ho contestato i criteri e i modi adottati con i suoi collaboratori, la mancanza di dialogo su certe valutazioni, non la scelta in sà©. Così come lo stesso discorso è stato fatto con altri assessori “”esterni”” alla Cicogna, come la Marino””, motiva Lenoci.
Delusione alla base dell’atteggiamento critico verso l’amministrazione? “”Non credo proprio, la delusione passa, ma non vedo perchà© abbiamo criticato ed esaltato l’operato delle altre amministrazioni, e invece con l’attuale non si possono esprimere perplessità “”.
Dunque l’auspicio: “”Mi auguro di essere trattata da persona normale e che ci sia il rispetto che si deve all’istituzione che rappresento. Certo, ho uno spirito critico, come l’ho avuto anche all’interno del comitato, ma questo credo sia ancora concesso in un paese libero””, chiosa Lucia Lenoci.