domenica, Dicembre 29, 2024
Cronaca

Estorsioni e minacce al padre, finisce in carcere dopo la denuncia del genitore

Gli Agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Cerignola, diretto dal Vice Questore Aggiunto Loreta Colasuonno, hanno assicurato alla giustizia Angelo Di Meo, quarantunenne pregiudicato cerignolano, ritenuto responsabile di estorsione continuata e porto di pistola giocattolo modificata e relativo munizionamento in danno del padre.

La breve attività  d’indagine ha tratto spunto dalla denuncia presentata dal padre dell’arrestato che riferiva che, da circa 25 anni, era costretto a subìre le angherie di suo figlio e che, per ben tre volte, lo aveva già  denunciato per estorsione. La somma richiesta ammontava a 100 o 150 euro giornalieri e la richiesta era accompagnata da minacce di morte. Una volta, addirittura, per ottenere denaro dal padre, aveva simulato il furto delle targhe dell’auto dello stesso e si era proposto di mediare con i ladri che, a suo dire, gli avevano chiesto 200 euro e lui aveva riferito al padre di averli convinti a restituirgliele per 150 euro. Il denunciante riferiva, altresì, che, spesso, il figlio mandava sua moglie a chiedergli i soldi minacciandola di massacrarla di botte se fosse tornata a casa senza denaro.
Pertanto, anche su richiesta di sua moglie, spesso aveva ceduto alle richieste della nuora, per evitare che potesse accaderle qualcosa. Nel primo pomeriggio dello scorso venerdì, DI MEO Angelo si presentava nuovamente presso l’abitazione del padre e, dopo essere entrato, puntandogli una pistola contro, gli intimava più volte di dargli 200 euro; soltanto dopo aver ottenuto la somma richiesta, consegnava l’arma al padre dicendo che poteva tenerla lui. Subito dopo, l’uomo si recava con l’arma in questi Uffici ove raccontava l’accaduto. Udito il racconto dell’uomo ed accertato che si trattava di una pistola giocattolo modificata artigianalmente con inserito un caricatore contenente nr.5 proiettili calibro 380 GFL, gli agenti si recavano presso l’abitazione del denunciante ove trovavano il figlio Angelo che veniva tratto in arresto per estorsione continuata e porto di arma modificata ed associato alla Casa Circondariale di Foggia, così come disposto dalla competente A.G..

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