Metta attacca la Di Vittorio, Lenoci: “”Ennesima volgarità “”
Pioggia di proteste contro le esternazioni del sindaco di Cerignola, Franco Metta, che nel consueto appuntamento radiofonico ha attaccato ancora una volta la scuola Di Vittorio rea di non aver partecipato alle celebrazioni del 25 novembre (giornata contro la violenza sulle donne) promosse dall’amministrazione comunale.
Secondo il primo cittadino, alla base del diniego la datata diatriba con il dirigente scolastico Lucia Lenoci, in rotta con il cicognino subito dopo la vittoria delle elezioni.
Per Metta la contrapposizione sarebbe sorta per il mancato assessorato a Lenoci, alla quale fu preferita Colucci. Il coro di indignazione parte proprio dalla scuola di via Ercolano. Il motivo della mancata partecipazione alle iniziative comunali, per docenti e dirigente, è semplice: la Di Vittorio, sin da inizio anno, aveva già organizzato e programmato altre attività . Nello specifico, a scuola si è tenuto un dibattito con il giudice Francesco Bonito, l’ispettore di polizia Di Rubbo e la psicologa Sciancalepore. Nessun boicottaggio, dunque, ma autonomia didattica.
“”Riteniamo assolutamente superflue, inopportune ed offensive le esternazioni rivolte dal sindaco alla dott.ssa Lenoci, Dirigente della scuola “”Di Vittorio”” – Plesso di scuola primaria .dell’ I.C. “”Di Vittorio – Padre Pio”” di cui facciamo parte. Tutta la comunità scolastica- rimarcano i docenti in una nota- è stanca di sentire e risentire parlar male della SUA scuola pubblicamente (FB/radio), offesa a più riprese in merito alle sue scelte formative, legittimate dall’autonomia didattica e organizzativa riconosciutale dalla legge, grazie alla quale la nostra scuola cerca di darsi una sua specifica identità sul territorio””. La Di Vittorio, come detto, aveva già in programma un altro palinsesto: “”Non si è trattato di “”festeggiamenti””, nà© di “”caos ordinato”” di manifestazioni più o meno spettacolari ma di un significativo momento di riflessione con gli studenti su un tema tanto delicato e sentito come quello della violenza sulle donne””, replicano gli insegnanti.
Dura la replica del dirigente scolastico Lucia Lenoci: “”Parlare senza sapere e offendere senza remore. Il sindaco di Cerignola Franco Metta non ha perso ancora una volta l’occasione di “”colpire”” la mia persona e il mio ruolo istituzionale. E lo fa proprio nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne a conferma che, oltre a quella fisica, esistono tanti volti della violenza da quella psicologica a quella verbale””.
“”Oltre alla Scuola Di Vittorio, anzi all’Istituto Comprensivo “”Di Vittorio -Padre Pio””, mancavano all’appello anche l’Istituto Comprensivo Carducci -Paolillo diretto dalla collega Racanelli e il V Circolo Terminillo diretto dal collega reggente Mininno. Ma il sindaco ovviamente punta il dito solo sulla Dirigente Lenoci””, precisa l’ex cicognina.
In merito alla mancata partecipazione dell’istituto alla manifestazione organizzata dall’Assessorato alle politiche sociali, sottolinea Lenoci, “”tengo a precisare che la scuola, nella sua autonomia didattica e organizzativa, decide in modo collegiale quali attività e percorsi inserire e attuare nel Piano dell’offerta formativa in merito ai temi e alle sinergie da attivare con enti , associazioni e istituzioni del territorio. Sul tema della Violenza di genere, infatti, il corpo docente aveva programmato un percorso con gli studenti culminato nell’incontro -dibattito tenutosi sabato 25 novembre nell’ Auditorium della scuola Padre Pio””.
Per la dirigente della Di Vittorio si tratta della “”ennesima e volgare esternazione pubblica del sindaco che, oltre a gettare fango sulla mia persona, lede l’immagine della scuola e della comunità che mi onoro di dirigere da oltre vent’anni. E non solo! L’affermare, poi, che la Dirigente Lenoci “” sta a lite”” col sindaco solo perchà© “”lo rum(o)s ‘n gann”” non aver fatto l’ assessore , conferma , invece , che al sindaco la dottoressa Lenoci fa ancora gola. Si rassegni lui, piuttosto. Se ne gioverebbe sicuramente il suo equilibrio psico-fisico minato dalle “”mortificazioni”” corporali alle quali è costretto””, conclude.