LA LETTERA | “”Teniamoci stretti il nostro ospedale””
La lettera di chi, per motivi di salute, è stato curato presso l’ospedale Tatarella di Cerignola. Non solo disservizi, tagli, chiusura dei reparti e carenza di personale. Il Tatarella – scrive il nostro lettore – è anche posto di umanità e di elevati standard di qualità . Di seguito la lettera.
Avevo paura a farmi ricoverare nel nostro ospedale,sentivo dire che non era buono, che sono “”asini””, che fanno “”a botte””, che è sporco e tante altre cose, ma il destino ha voluto che a 73 anni anch’io provassi l’ospedale.
Vengo portato al pronto soccorso perchè non potevo respirare, mi sentivo morire, ma nel giro di mezz’ora ero già in reparto medicina curato come fossi stato il presidente degli Stati Uniti. Scrivo perchè voglio pubblicamente ringraziare tutti gli operatori a cominciare da quelli delle pulizie, che sempre disinfettano e puliscono; il vitto è eccellente, si poteva scegliere primo, secondo, frutta ed altro e il personale della distribuzione sempre educato, silenzioso, nel rispetto dell’ammalato.
Poi il personale infermieristico sempre pronto ad una parola di conforto a bassa voce, sempre pronta alla chiamata con il suono del campanello, mai una volta in 10 giorni che abbia colto un momento di rabbia da parte loro: veramente infaticabili e bravi.
Consiglio a tutti prima di dare giudizi di vederli all’opera e cambierete idea: ho lasciato per ultimo l’equipe medica. Professionisti seri, capaci e bravi nel raccordarsi con gli ammalati: mi ha colpito molto il loro parlare con l’ammalato, spiegare, raccomandare e assicurarsi che le loro decisioni venissero eseguite.
Vorrei esprimere un grazie a chi dirige quel reparto che- a mio avviso- ha avuto la capacità di creare un reparto di personale capace: non ho mai sentito una persona parlare o gridare ad alta voce, devo dire che se il nostro ospedale è quello che ho visto io, bè teniamolo stretto cari amici di Cerignola. Perchè non solo è un bene che ci invidiano tutti, ma facciamo in modo che l’assessore alla sanità della nostra regione rafforzi sempre di più i nostri reparti in modo che nel momento del bisogno il nostro ospedale sia pronto a curarci. Se questo è lo standard del nostro ospedale siamo avanti a molti in Italia.
Lettera firmata