L’orrenda “pagoda” da abbattere: la Soprintendenza bacchetta Metta
“Preso atto di quanto trasmesso con vostra nota del 9/10/2017 appare evidente che i lavori necessitavano del previo assenso di questa Soprintendenza”. Così il Soprintendente Simonetta Bonomi boccia la pagoda in cemento armato ubicata di fronte a Palazzo Coccia e autorizzata dall’amministrazione Metta.
Il manufatto infatti ricade in una zona di interesse storico tutelata dalla soprintendenza dei beni culturali e in quel posto ci sarebbe dovuto essere, al massimo, una struttura temporanea mentre gli uffici comunali hanno approvato la variante al permesso di costruire originario che modifica la natura delle opere previste. Dunque la Soprintendenza impone 180 giorni per la demolizione della pagoda, una vera e propria bruttura piazzata di fronte allo storico Palazzo Coccia con placet di Metta. L’ente inoltre prescrive al Comune di ritirare in autotutela il permesso a costruire poichè l’opera è da ritenersi abusiva e autorizzata in violazione delle vigenti disposizioni di legge poste a tutela monumentale.
Dunque la pagoda dovrà essere abbattuta poichè ricade in una porzione di città che riveste carattere storico, artistico e di pregio ambientale, scrive il Soprintendente nella sua nota.
“Ancor prima che iniziassero i lavori di costruzione del chiosco, nella nostra qualità di consiglieri d’opposizione, avevamo avvisato il Sindaco dell’impossibilità di realizzare quella struttura, perchè quell’area era (ed è) sottoposta a vincolo paesaggistico. Nonostante “l’Amministrazione Metta autorizzava l’inizio dei lavori e si infischiava anche delle successive questioni tecniche che, in corso d’opera, provavamo a sollevare, denuncia il consigliere del Partito Democratico Maria Dibisceglia.
“Pare che ormai anche il Soprintendente, dott.ssa Simonetta Bonomi, abbia capito che parlare con Metta è come combattere con i mulini a vento. Ed infatti, nell’ultima comunicazione inviata, il Soprintendente ha fatto arrendevolmente notare che: appare evidente che i lavori di cui all’oggetto (ndr: interventi edilizi su chiosco in Corso Garibaldi angolo via San Giuseppe) necessitavano del previo assenso di questa Soprintendenza, rende noto Dibisceglia.
“Per legge, non per volere dei consiglieri di centro sinistra, non poteva essere costruita una struttura in calce struzzo armato come quella autorizzata. E ora che il danno è fatto, con i lavori interrotti da mesi, la zona recintata in modo inqualificabile e che non consente la normale viabilità dei passanti, il tutto dinanzi ad un palazzo storico ed a pochi metri dal Teatro Mercadante e dal Duomo, con chi se la prenderà Don Franco Metta?”, conclude la consigliera Dibisceglia.