Rischio infiltrazioni, tutti (o quasi) col giudice Bonito
Creano dibattito le parole del giudice Francesco Bonito, che ha scattato una istantanea sulla criminalità organizzata cerignolana e sull’aggressività dei clan. Il magistrato ha parlato di una “”criminalità più forte degli ultimi 150 anni”” che “”prende la responsabilità di scelte politiche e amministrative””. Parole come macigni che danno avvio ad una discussione a cui aderiscono tutti.
O quasi. Il vicesindaco Rino Pezzano, che con Bonito ai tempi del PD aveva condiviso battaglie, ora preferisce non commentare le dichiarazioni del giudice, e pur contattato non risponde. Così come – ugualmente contattato – preferisce non commentare nemmeno il consigliere comunale Vincenzo Erinnio, stretto congiunto dei referenti della cooperativa che aveva vinto il bando villa, su cui poi è caduta l’azione interdittiva del Prefetto.
Della maggioranza parla solo Ale Frisani: “”è da un po’ di tempo che le illazioni diffamatorie si fanno sempre più dirompenti, nei confronti di questa Civica Ammistrazione. Allora mi domando: ma tutti i Consiglieri Comunali, Assessori e Sindaco di Cerignola che pagano i verbali in meno di 1h senza sfruttare il “”potere politico””, come “”mafiosi”” non sono un granchà©? Mi sono stufato di sentire ‘ste cattiverie. Mi sono stufato per davvero””, si sfoga Frisani, che sui social posta una fotografia di un verbale normalmente pagato per “”scagionare”” l’amministrazione dall’ analisi del giudice Bonito.
“”Se Repubblica parla di due nuovi dossier per lo scioglimento di Comuni importanti (Mattinata e Cerignola) per infiltrazioni mafiose e lo fa ad agosto 2017 e se chi minaccia querele per diffamazione a chi esprime opinioni di dissenso al regime, invece, non replica mezza parola su quanto scritto da un quotidiano autorevole come Repubblica allora bisogna concordare con Bonito: non siamo mai stati peggio di adesso. E in una situazione simile non è sufficiente l’azione isolata della politica. A Cerignola serve lo Stato””, scrive in una nota li leader di Fratelli di Italia, Gianvito Casarella, che ha ospitato il giudice alla festa di partito.
Anche il centrosinistra, con Maria Dibisceglia, ha sollecitato l’intervento dello Stato: “”Al Prefetto ed alle forze dell’ordine abbiamo consegnato, nel corso di questi anni, fascicoli su appalti ed affidamenti diretti dell’amministrazione Metta che presentavano, a nostro parere, questioni da attenzionare. Tuttavia non vi è mai stata alcuna risposta. è un bene che se ne parli e che il dibattito venga alimentato””, dice la consigliera del Partito Democratico. Nessun commento da parte del sindaco Franco Metta, indirettamente destinatario dell’analisi del giudice Francesco Bonito. Fa notare, invece, il consigliere indipendente Teresa Lapiccirella: “”E’ sconcertante e drammatico che ne parli la società civile, che si è accorta ormai del problema, e che invece taccia completamente l’amministrazione odierna della città di Cerignola. Dai consiglieri, al sindaco, agli assessori si registra solo silenzio””. Allo stesso modo, sul tema mafia e sulle pesanti accuse del giudice Bonito si registra il silenzio della Lista Sgarro sindaco e di Forza Italia.
Michele Cirulli