Centro trasfusioni senza medici, donatori rispediti a casa
I donatori di sangue sono stati costretti a ritornare indietro, perché nessuno avrebbe potuto svolgere le pratiche per l’accettazione e per la convalida delle sacche. Inizio settimana complicato per il centro trasfusionale dell’ospedale Tatarella di Cerignola, che sconta la penuria di personale: i due medici, infatti, sono in malattia (per oggi è previsto il rientro di uno dei due dirigenti) e per questo la direzione strategica della Asl di Foggia è stata costretta a prendere provvedimenti inviando rinforzi dal Centro Donazione Sangue di Manfredonia.
L’attività, pur con difficoltà, è ripresa nella giornata di martedì e dovrebbe stabilizzarsi in queste ore, ma rimangono tutte le criticità legate al personale medico, parte del quale è prossimo alla pensione, proprio nel centro trasfusionale. Così, con gli imprevisti in corso, dal Centro sono stati mandati indietro i donatori (7-8) giunti nel nosocomio ofantino poiché non ci sarebbe potuta essere la convalida delle sacche di sangue dopo gli accertamenti e le analisi del personale tecnico.
Data l’importanza strategica del centro trasfusionale – poiché il sangue serve per le urgenze, per i reparti, in caso di incidenti- la Asl ha provveduto ad ovviare in tempi stretti. Fino ad aprile, però, il reparto rimarrà legato ad un solo dirigente medico (eventualmente il secondo arriverà in sostituzione temporanea).
Le criticità del personale rimangono intatte anche per altri reparti, come il pronto soccorso, dove le esigenze vengono soddisfatte grazie al supporto del personale del 118. L’ultimo concorso pubblico della Asl di Foggia, con 5 posti disponibili su tutta la provincia, è andato deserto nonostante fossero giunte 27 domande, di cui 10 non ammessi e 17 idonei.
Alla prova, però, non si sarebbe presentato nessuno. E forse anche perché, in Capitanata e a Cerignola in particolar modo, il pronto soccorso rimane una delle strutture più esposte ai rischi di aggressione e pericoli vari. L’ultimo, la settimana scorsa con tanto di arresto di un uomo che, dalla barella e poi viso a viso, ha iniziato ad inveire contro il personale medico ed infermieristico, salvo poi prendersela contro le forze dell’ordine giunte sul posto per sedare gli animi. Ai problemi legati alla sicurezza, però, si affianca il vero nodo: molte branche rimangono storicamente scoperte per mancanza di specializzati e nonostante gli sforzi della Asl di Foggia – tra bandi e concorsi- alcuni settori rimangono scoperti e continuano a funzionare a singhiozzo.
Michele Cirulli