giovedì, Dicembre 26, 2024
Capitanata

I candidati avversari usano lo stesso slogan: succede a Foggia


“Mi sta rovinando una famiglia: adesso i miei figli dicono ‘punto primo, punto primo’. Nessun punto secondo e terzo. Quindi mi adeguo al tormentone, ma adesso scriveremo le nostre priorità, concrete, non le promesse vaghe del centrosinistra”.

Il candidato consigliere di Forza Italia, Leonardo Iaccarino, già aspirante candidato sindaco del centrodestra, ha presentato oggi la sua campagna di comunicazione per le elezioni amministrative di Foggia, il prossimo 26 maggio. Sorpresa: riprende quella di Pippo Cavaliere, candidato sindaco del centrosinistra, che in una serie di “punto primo” svela le priorità per Foggia. “Un vero tormentone”, sottolinea il neo forzista, che in accordo col suo staff ha dato via ad una serie di contro-punto-primo.

Sono già pronti dieci mega cartelloni pubblicitari da 6 metri per 3 metri. “In ciascuno un messaggio diverso”, racconta Iaccarino. Il primo di Forza Italia è “Punto Primo: i foggiani”.

I manifesti elettorali di Iaccarino e Cavaliere

Successivamente la campagna di comunicazione metterà in rassegna gli altri obiettivi: “Per Cavaliere sono punti poco concreti. Campetti? Circolari? Quali circolari? Quelle ministeriali? Oppure voleva dire autobus”, chiede ironicamente Iaccarino scimmiottando lo slogan dello sfidante.

Dunque, dopo il “punto primo” di centrosinistra, arriva il “punto primo” di centrodestra. Quante priorità, a Foggia.

Piccata la risposta dello staff del candidato Cavaliere: “Gentile signor Leonardo Iaccarino, La invitiamo a rimuovere quanto più rapidamente possibile la foto del manifesto elettorale che riprende il claim del candidato sindaco Pippo Cavaliere.  La richiesta è motivata dalla necessità di tutelare il lavoro creativo svolto da chi lo ha ideato e dalla necessità di non provocare confusione tra gli elettori, essendo la Sua candidatura inserita in una lista che non è collegata al candidato sindaco Pippo Cavaliere. Attendiamo il Suo cortese e celere riscontro”.

Michele Cirulli



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