Olio sofisticato, Tdl annulla 4 ordinanze Sinerchia va a casa
Annullate le ordinanze cautelari nei confronti di 4 indagati; attenuazione delle esigenze cautelari e concessione dei domiciliari per il presunto capo dell’associazione per delinquere e un sesto indagato.
È l’esito dei primi ricorsi difensivi al Tribunale della libertà di Bari per l’inchiesta «Oro giallo» di Procura e carabinieri del Nas sfociata nel bltiz del 13 maggio con 24 arresti (14 in carcere, 10 ai domiciliari) tra Cerignola, alto Tavoliere, Basilicata e Germania per un presunto giro di olio di semi (di soia e girasolo) colorato con clorofilla, spacciato per extravergine d’oliva e venduto a prezzi sino a 10 volte superiori al costo in varie regioni d’Italia e in Germania.
Il «Tdl» hanno annullato le ordinanze cautelari e rimesso in libertà i cerignolani Matteo Mastropietro, autotrasportatore; Luigi Grieco , dipendente dell’oleificio «Si.Ol» (difesi dall’avvocato Rosario Marino); Donato Russo e Giovambattista Compierchio (assistiti dall’avv. Francesco Santangelo) accusati di associazione per delinquere finalizzata alla sofisticazione dell’olio.
Ricorso parzialmente accolto per Nicola Sinerchia – indicato dall’accusa come il capo dell’associazione per delinquere attraverso il suo oleificio «Si.Ol» – ; e Savino Merra ritenuto un organizzatore dell’associazione: l’avv. Santangelo ne chiedeva la scarcerazione, i giudici li hanno mandati ai domiciliari.
Nel discutere i ricorsi, gli avvocati hanno parlato di insussistenza del reato associativo; mancanza di gravi indizi (l’avv. Marino sostiene che Mastropietro si limitava a trasportare l’olio senza sapere della presunta sofisticazione, mentre per Grieco operaio della «Si.Ol» non ci sono prove per accusarlo di partecipare alla preparazione dell’olio sofisticato); assenza di attualità delle esigenze cautelari perché i fatti risalgono a tre anni fa.
Second Nas, pm e gip firmatario delle ordinanze cautelari, figura centrale dell’inchiesta è Nicola Sinerchia, ritenuto «capo e organizzatore dell’associazione» perché avrebbe fornito ai coindagati attraverso il suo oleificio «Si.Ol» olio vegetale, clorofilla e betacarotene per la sofisticazione.
«Sono accuse che non stanno in piedi» replica l’avv. Santangelo: «Sinerchia è un incensurato, proprietario da anni di un oleificio: acquista olio di semi e lo rivende, il tutto nel rispetto della legge visto che fatture e documenti dimostrano la liceità del commercio e la corrispondenza tra prodotto acquistato e quello venduto. Non ha mai sofisticato olio, né contribuito a farlo: il reato associativo è insussistente». Il Tdl ha invece ritenuto che ci siano comunque gravi indizi a carico del principale indagato, anche se le esigenze cautelari si sono attenuate: gli hanno quindi concesso i domiciliari.
(La Gazzetta del Mezzogiorno)