Olio colorato, va ai domiciliari chi lo vendette in Germania
Proseguono scarcerazioni e rimessioni in libertà dei 24 indagati arrestati (14 in carcere, 10 ai cerignolani) tra Cerignola, San Severo, Basilicata e Germania lo scorso 13 maggio nell’operazione «Oro giallo » di carabinieri del Nas e Procura di Foggia, su una presunta sofisticazione di olio di semi colorato con clorofilla e rivenduto in Italia e Germania, anche a rinomati ristoranti, come extravergine di oliva.
Il Tribunale della libertà di Bari nei giorni scorsi ha concesso gli arresti domiciliari a Paolo Merra cerignolano di 60 anni già coinvolto in vicende analoghe, ritenuto colui che piazzava l’olio «colorato» in Germania; e rimesso in libertà due sue presunti collaboratori-complici: Nicola Specchio, 33 anni di Stornara; e Giovannino Scardigno, 61 anni, cerignolano residente a Lavello. I primi due finirono in carcere, il terzo fu posto ai domiciliari in occasione del blitz: i tre indagati – difesi dagli avvocati Giuseppe Perrone e Alfonso Schiavone – sono accusati del più grave reato associativo contestato dai pm a 19 dei 34 indagati complessivi dell’inchiesta «Oro giallo». I fatti contestati vanno dal 2014 al 2016.
Paolo Merra è ritenuto un elemento chiave nel presunto giro di sofisticazione di olio. La Procura infatti gli contesta d’essere uno degli organizzatori del giro truffaldino. Secondo l’accusa Merra «si riforniva stabilmente delle materie prime (olio vegetale diverso dall’olio d’oliva, nonché di clorofilla e betacarotene) presso l’oleificio “Si-Ol” di Cerignola di Nicola Sinerchia», imprenditore cerignolano ritenuto il capo e l’organizzatore dell’associazione: respinge le accuse e il Tribunale della libertà già il 30 maggio lo mandò ai domiciliari.
«Merra si avvaleva di una serie di collaboratori», tra cui Nicola Specchio e Giovanni Scardigno ora rimessi in libertà, «per tutte le operazioni di preparazione e produzione dell’olio adulterato svolte in magazzini e siti nella sua disponibilità; Merra inoltre curava con la collaborazione anche di Specchio e Scardigno» prosegue il capo d’imputazione «le fasi di distribuzione del prodotto adulterato e confezionato in Germania, avvalendosi a tale scopo della collaborazione di due coindagati stabilitisi in Germania; e di una stabile rete di depositi e siti di stoccaggio in 4 città tedesche». C’era infine – sempre a dire dell’accusa contestata dalla difesa – una rete di ricettatori residenti in Germania che si dedicavano alla distribuzione dell’olio sofisticato che sarebbe stato prodotto dal cerignolano Paolo Merra.
Per quanto affermato dagli investigatori in occasione della conferenza stampa il giorno dopo il blitz, la base dell’organizzazione era a Cerignola: i costi di produzione erano di 1 euro e 20 centesimo per ogni litro di olio adulterato; poi imbottigliato o messo in lattine con etichette di ditte «fantasma » e rivenduto in varie regioni di Italia e in Germania – a catene di distribuzione, ristoranti, cittadini – al prezzo tra 5 e 10 euro al litro. I carabinieri del Nas hanno quantificato in 8 milioni annui il giro d’affari; sostengono che il 90% dell’olio giunto nell’oleificio cerignolano
fu colorato e commercializzato.
(la Gazzetta del Mezzogiorno)
Ci vergognamo d’essere nati in questa fogna di città. Speriamo possiate andare tutti all’inferno