Manuale anti-bufale sulle infiltrazioni mafiose
Ci sono tante teorie del complotto, tante ricostruzioni fantasiose, tante inesattezze sullo scioglimento per mafia del consiglio comunale di Cerignola. Un dato è inoppugnabile: il Ministero dell’Interno, passando dal consiglio dei Ministri, ha azzerato le cariche pubbliche per via del condizionamento della criminalità organizzata sull’attività amministrativa nel periodo di gestione Metta, dal 2015 al 2018. Adesso l’amministrazione ha informato di ricorrere al TAR Lazio. Il provvedimento di scioglimento nel frattempo resta. Ecco un prontuario anti-bufale per difendersi dalle fake news.
“Non è
ufficiale”
Falso. Lo scioglimento è attivo, tanto che tre commissari prefettizi
(Umberto Postiglione, Adriana Sabato e Michele Albertini) hanno preso il posto
della giunta Metta per espletare le funzioni che furono della politica.
“Un
complotto di una parte politica”
Falso. Sulle infiltrazioni mafiose si sono espressi organi terzi, non di
parte, ad iniziare dalla Prefettura, Magistratura, Direzione Distrettuale
Antimafia, Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza. Anche due ministri
dell’interno di orientamenti politici completamente differenti: Matteo Salvini
(Lega, centrodestra), che ha inviato a Cerignola la commissione d’accesso agli
atti; Luciana Lamorgese (PD, centrosinistra) che ha concluso l’iter portato
all’attenzione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ruolo di
garanzia per antonomasia.
“Tutto regolare, non ci sono condanne” Non ci sono condanne: vero. Lo scioglimento per condizionamento mafioso non implica necessariamente condanne di tipo penale. Ciò che la commissione ravvisa, nella relazione del Ministero ed in quella del Prefetto, è una prassi generale e una sorta di commistione (appunto, condizionamento) tra gli amministratori e i gruppi criminali. Non è escluso che possano esserci processi penali conseguenti alla stesura della Relazione prefettizia, ma non è automatico e ciò non cambierebbe di un millimetro la posizione riguardante le infiltrazioni mafiose. Fermo restando che la parte lesa può sempre rivolgersi al TAR e Consiglio di Stato.
“Appalti
regolari, non ci sono prove”
La commissione non sempre valuta la liceità degli appalti. Anche perché,
nel caso di specie, alle gare si presentava una sola ditta: va da sé che – a
parte nei casi più disperati – ci si può trovare di fronte a gare perfette ma
condizionate alla base, con una ridotta partecipazione a causa di quelle “infiltrazioni”
oggetto di indagine.
“Che male
c’è frequentare mafiosi?”
Non è un reato, ma come spiegato nella relazione quei rapporti hanno un
valore preciso nelle gerarchie criminali. Scrive il Prefetto Grassi: “La
commissione d’accesso ha messo in rilievo come non un sia mero rapporto
professionale quello che lega il sindaco di Cerignola ad esponenti di rilievo
della criminalità organizzata cerignolana. Si tratta, viceversa, di rapporti
elettivi, che in un contesto come quello cerignolano, caratterizzato dalla
importanza dei vincoli parafamiliari, assumono connotati social tipici ed un
significato spesso di convidvisione di valori”.
“Un penalista frequenta certe persone”
Anche Salvatore Tatarella, generalmente riconosciuto come il più amato sindaco di Cerignola, era un avvocato penalista, ma a nessuno è venuto in mente di sciogliere per mafia il suo consiglio comunale e la sua giunta solo perché intratteneva rapporti professionali con i clienti. Nel caso cerignolano, invece, il Prefetto Grassi – proprio intervenendo su questa eccezione, ha sottolineato “come non sia un mero rapporto professionale che lega il sindaco di Cerignola ad esponenti della criminalità organizzata cerignolana”.
“La Mafia a
Cerignola non esiste”
Falso anche questo, perché il processo Cartagine ha ufficialmente portato a
galla l’associazione di stampo mafioso con apposita sentenza. La mafia
cerignolana, dunque, esiste anche da un punto di vista documentale. Il processo
ha anche delineato “l’organigramma” criminale con tanto di vertici,
luogotenenti e sottoposti.
“La Commissione blocca la città”
Alla Commissione è affidata la gestione della città per i prossimi 18 mesi, utili a risanare le storture registrate fino ad oggi. La chiusura della villa, del palazzetto, del teatro avvengono per rimettere quelle strutture nell’alveo della regolarità amministrativa con tutti i documenti e le autorizzazioni al loro posto. È come se un calciatore dovesse stare fermo un mese a causa di un infortunio: il problema sarebbe, appunto, l’infortunio e non lo stop forzato, che ne è semplice conseguenza. La Commissione dovrà far rispettare la legge visto che – scrive il Prefetto- “la maggior parte dei settori comunali è apparsa inadeguata e afflitta da prassi operative spesso avulse dall’attuale quadro normativo”.
“Non si può tornare indietro”
Falso. Ci sono esempi di Comuni sciolti per Mafia ma che poi sono stati “riabilitati” dal TAR, che ha ribaltato la decisione. Così come, ed è il caso della vicina Ordona, ci sono Comuni in cui la Commissione d’accesso agli atti non ha trovato elementi per intervenire con operazioni di scioglimento.
“La Mafia c’era anche prima”
Certo, e forse purtroppo ci sarà sempre. Il punto è dove si vada ad annidare: quando si trova “per strada” intervengono le forze dell’ordine; quando si trova al Comune interviene la Commissione. Ad oggi non era mai entrata a condizionare la vita di ogni cittadino infiltrandosi nella stanza dei bottoni. Come spiega la Commissione, la mafia locale è dedita al traffico di stupefacenti, agli assalti ai portavalori, al commercio clandestino di armi, alla ricettazione e allo smaltimento illegale dei rifiuti. Con l’amministrazione Metta “vi è stata se non una connivenza, una sostanziale acquiescenza o comunque un’incapacità di intervento” mentre la criminalità si infiltrava a Palazzo.
“Dobbiamo aspettare”
Metta ha annunciato ricorso al Tar Lazio, che si esprimerà sul caso. Nel frattempo rimane intatto il provvedimento voluto dal ministero dell’Interno e dal Prefetto di Foggia. Che recita una semplice verità e che spazza tutte le scuse: servono 18 mesi per bonificare quanto prodotto dal 2015 al 2018, ossia da quando Metta ha messo piede a Palazzo di Città.
“Ci saranno ricorsi”
Vero. L’ex primo cittadino ha informato di ricorrere al Tar del Lazio, che è competente sul provvedimento firmato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L’avvocato incaricato è Antonio Catricalà. Nel frattempo lo scioglimento resta intatto e l’impianto del Ministero e della Prefettura ne sono la conferma.
Vabbene lo scioglimento del comune e il ricorso al TAR ma non accetto che la città sia stata paralizzata al punto tale che in occasione del Santo Natale i tre commissari non stanno facendo nulla per rallegrare la ns.bella Cerignola con mercatini e luminarie.i bambini sono stati già penalizzati con la chiusura del parco giochi in villa comunale mo gli togliamo anche il gusto di un Natale gioioso ed allegro VERGOGNA.
il degrado dei cerignolani sta tutto in questo commento perchè avete un comune sciolto per MAFIA e pensate alle luminarie
FATE PENA
Solo dei sottosviluppati mentali o delle persone in palese malafede possono pensare che i commissari prefettizi mandati qui da Mattarella vogliano male a cerignola. Se ne sono sentite di tutti i colori, da “colpa del pd che invidioso del lavoro di metta ha denunciato inducendo lo scioglimento” a “i commissari stanno solo prendendo soldi ma bloccano la città” fino a “intanto quello ha cambiato il paese” per concludere in bellezza con “la mafia c’è sempre stata mica ora è arrivata?”. L’ultima ricorrente affermazione è la prova tangibile che se una buona parte dei cerignolani fuori viene vista come la peste… Leggi il resto »
Ben vengano questi articoli di approfondimento di Marchiodoc sulla relazione prefettizia, perché molti cittadini non l’hanno letta e sono disinformati. Nella nostra prossima amministrazione cittadina proporremo in consiglio l’affissione di una targa in aula consiliare, a memoria di quanto accaduto con la scellerata amministrazione degli ultimi anni, per tenere bene a mente ciò che è stato, affinché valga da monito per le future generazioni che saranno protagoniste della politica cittadina.
Caro direttore arriverà per i calunniatori il tempo per piangera
Azz… addirittura le minacce. Poi dicono che non sono mafiosi
intanto ora piangi tu inutili merda
Scusate se mi intrometto,ma credo che a piangere, adesso e in futuro, e’ e sara solo la città.
e basta con queste stronzate da falsi moralisti dei mi cogl….i
Hanno accertato che c’è del malaffare e sta scritto nero su bianco nella relazione che vi dovete solo degnare di andare a leggere invece di dire stronzate.
Altrimenti siete complici.
Si piangera’ per un po si, ma la colpa di chi è?
Dei commissari che stanno facendo il loro onesto lavoro? Siamo alla frutta ragazzi.
Mo’, dopo la frutta, prendi il caffè e vai a dormire.
Vai a curarti pazzo ignorante complice scarto della società !!!