Infiltrazioni | Le denunce di Metta e “i cittadini consci della situazione”
Dalle carte della Prefettura di Foggia, che ha sciolto il Comune di Cerignola per infiltrazioni mafiose, addirittura anticipando il decreto del Presidente della Repubblica “per urgenti motivi”, si delinea uno scenario abbastanza chiaro delle dinamiche messe sotto la lente d’ingrandimento della Commissione d’accesso agli atti che ha operato in loco per sei mesi. Interessante è notare il ruolo della cittadinanza rispetto all’attività amministrativa.
Per di più, annota il Prefetto, a gravare è il sistema nato e radicato che ha nei fatti colonizzato ogni ambito della vita pubblica e privata del territorio. Mentre c’è chi continua a dire di non saperne nulla, il Prefetto rimarca altro. Il danno, si apprende dalla relazione, è doppio: “Il cittadino comune è ben conscio della situazione: né può certamente favorire una riaffermazione della legalità il fatto che determinati soggetti, direttamente o indirettamente, siano protagonisti a vario titolo della vita economica o sociale della comunità”.
Anche perché, si legge nel documento, “il quadro indiziario, a prescindere dalla eventuale valenza sul piano penale dei singoli episodi, denota un livello preoccupante di compromissione della regolare funzionalità dell’ente” visto che “la maggior parte dei settori comunali è apparsa inadeguata e afflitta da prassi operative spesso avulse dall’attuale quadro normativo”. È questo lo screening portato avanti analizzando le carte della gestione di Franco Metta.
“Una legalità debole” è il male principale dell’Ente “in un contesto caratterizzato dalla pervasiva presenza della malavita organizzata”. Dopo sei mesi di controlli, la Commissione ha dunque stabilito che il Comune “non appare in grado di costituire un filtro efficace alle inevitabili pressioni che da un siffatto , difficile contesto derivano”. Vi è stata quindi “se non una connivenza, una sostanziale acquiescenza o comunque l’incapacità di intervento da parte dell’amministrazione comunale” guidata dal 2015 al 2019 da Franco Metta.
Mentre la criminalità pervade ogni settore, l’Amministrazione è restata immobile. “Non si registrano iniziative concrete per rimuovere le situazioni di infiltrazione malavitosa descritte, né si fa ricorso, con la dovuta efficienza, ai rimedi che pure offre la normativa antimafia”, scrive il Prefetto Raffaele Grassi.
Tutte queste circostanze “denotano la capacità del contesto delinquenziale di Cerignola di incidere sull’amministrazione e di condizionare le decisioni degli organi comunali e rendono plausibile l’esistenza di un condizionamento, tale da determinare un’alterazione del procedimento di formazione della volontà degli organi comunali, e da comprometter il buon andamento o l’imparzialità dell’amministrazione, nonché il regolare funzionamento dei servizi”.
La relazione posa poi l’attenzione su un dato inquietante. Scrive Grassi: “Il dato impressionante è certamente rappresentato dal fatto che in tutte le ditte o nelle vicende amministrative oggetto di disamina si registra, quale denominatore comune, la presenza, diretta o indiretta, degli esponenti della criminalità organizzata o di persone a loro vicine”.
Eppure, dice il Prefetto, “il cittadino comune è ben conscio della situazione”. Non tutti sono stati passivi rispetto all’andazzo analizzato dalla Commissione d’accesso agli atti. Molti cittadini hanno scritto, accusato, denunciato pubblicamente e nelle sedi opportune.
Qual è stata la risposta dell’ex sindaco alle critiche rivolte dai cittadini, giornali e partiti? Lo scrive il Prefetto: “Emblematica è la delibera del 23 ottobre 2018 con cui è stato dato incarico a un avvocato di fiducia di intraprendere azioni giudiziali nei confronti di coloro che avessero offeso o leso la dignità e l’immagine dell’amministrazione e dell’intera cittadinanza. Al di là dell’evidente illegittimità (se non abnormità)- sostiene il Prefetto di Foggia- l’atto è per così dire emblematico della situazione politico amministrativa dell’Ente. Infatti, si pongono a carico del contribuente le spese per avviare non meglio specificate iniziative giudiziarie, nei confronti di non meglio specificati soggetti e, sostanzialmente, per reagire alle critiche rivolte all’operato dell’attuale amministrazione”.
Cosa ha fatto l’amministrazione Metta contro la malavita? “Non si registrano iniziative concrete per rimuovere le situazioni di infiltrazione malavitosa”.
Cosa ha fatto l’amministrazione Metta contro chi criticava il suo operato? Ha dato mandato ad un legale (con atto che il Prefetto dichiara illegittimo) per denunciare i disallineati.
Una gestione del potere studiata e ben definita, che in questi anni ha avvilito e spodestato la democrazia nella amministrazione politica cittadina, con ingerenze e condizionamenti malavitosi, anche sulle attività degli organi politici comunali. Un quadro desolante e sconcertante in cui è sprofondata l’intera città. La situazione è gravissima, e non sarà semplice riportare alla normalità la politica, e la vita sociale a Cerignola. La cosa assurda ed incredibile, è che l’ex sindaco, continua imperterrito a negare la realtà, a parlare di complotto e manovra politica. L’unica motivazione plausibile per questo suo atteggiamento, sta nel voler cercare di salvare la… Leggi il resto »
Francesco caro ,vista la tua diligente capacita di osservazione ,perche non ci racconti della politica e dei politici a cerignola fino al 2015?
Se lo farai,ti consiglio di chiudere gli occhi,tapparti le orecchie,turarti il naso.
Su cosa potrai fare per non vomitare non so darti consiglio.
Ti auguro di sopravvivere.
La cosa avvilente è che c’è tantissima gente che crede alle sue parole e critica negativamente l’operato dei commissari…senza capire che quelle azioni sono dovute in quanto tutto ciò che è stato fatto è illegale. Che vergogna
Il nostro illustre sindaco