Ortopedia, verso il terzo anno di “chiusura”
Rimane sempre al palo il reparto di Ortopedia dell’ospedale Tatarella di Cerignola. E con il 2020 salgono a tre gli anni di stop forzato per una unità operativa strategica per una potenziale platea di oltre 100 mila utenti. I motori in corsia sono quasi del tutto spenti, eccezione fatta per le consulenze e le operazioni in elezione, ma per quanto riguarda la traumatologia e gli interventi immediati o d’urgenza i pazienti sono costretti a raggiungere le mete di Foggia o di San Giovanni Rotondo. Rimangono soltanto attivi piccoli interventi per lussazioni e apparecchi gessati per fratture composte, mentre per tutti gli altri casi si rende necessario il trasferimento verso altre strutture ospedaliere.
La chiusura di Ortopedia era avvenuta nel febbraio 2017 come soluzione emergenziale a causa della carenza di personale medico ed infermieristico: da quella data, però, nulla è più cambiato, tanto che il reparto lavora al minimo delle possibilità, senza soluzioni definitive. E tra l’altro non è la prima volta: già nel 2011 si registrò una chiusura di tre mesi, con conseguenti sostituzioni di medici provenienti da Manfredonia e Lucera. Anche in quel caso la carenza di personale portò alla temporanea chiusura delle sale operatorie. L’ultimo stop si è registrato nel 2014 quando fu firmato l’ordine di servizio che imponeva la sospensione del servizio.
Perché ora non fai una bella inchiesta per scoprire le cause e le responsabilità alla base della situazione in cui versa la struttura ospedaliera? Come è stata amministrata e gestita negli ultimi dieci anni, chi sono le figure manageriali e politiche che hanno portato a questa condizione, sia a livello locale che regionale. Qui non si parla di gossip ma di salute pubblica.
Per esempio la pagliacciata degli ultimi concorsi di sanità Service della estate scorsa per l’assunzione di personale ospedaliero amministrativo