“Vi racconto la mia Brexit”
La Brexit segna una data storica non solo per il Regno Unito, ma anche per tutta Europa. Di seguito il racconto di Rosalba Napolitano, cerignolana trapiantata a Londra da 24 anni. Alla mezzanotte del 31 gennaio si è chiusa formalmente la partecipazione della Gran Bretagna all’Unione Europea. Un addio, maturato dopo 47 anni, che rappresenta un vero e proprio spartiacque per il destino del vecchio continente. Ecco come lo hanno vissuto i cerignolani residenti a Londra, nello scritto di Rosalba Napolitano.
L’ultimo giorno in Europa io e la mia famiglia lo abbiamo trascorso con indifferenza, non abbiamo seguito nessun conto alla rovescia, un venerdì come tanti altri. Intanto, nelle stazioni della metropolitana il messaggio del nostro Sindaco Sadiq Khan “Londra é aperta oggi e sempre!”, ci ha riscaldato il cuore! L’ultimo giorno in Europa io e la mia famiglia lo abbiamo trascorso con indifferenza, non abbiamo seguito nessun conto alla rovescia, un venerdì come tanti altri. Intanto, nelle stazioni della metropolitana il messaggio del nostro Sindaco Sadiq Khan “Londra é aperta oggi e sempre!”, ci ha riscaldato il cuore! Il giorno più nero é stato il giorno successivo al referendum nel 2016, da quel momento non mi sono più sentita a mio agio nel paese che reputavo casa mia.
L’incertezza di non avere più diritti in un paese dove ho vissuto e lavorato per 24 anni mi creava disagio, sopratutto per i miei figli che sono nati e cresciuti qui. Per fortuna noi viviamo a Londra nel quartiere di Stoke Newington (Hackney) a maggioranza laburista ed europeista, e all’indomani del referendum i nostri amici e vicini di casa inglesi, ci hanno mostrato solidarietà, scusandosi per la follia di quel risultato. Sono stati 3 anni e mezzo di instabilità politica che hanno portato ad una importante crisi economica, durante la quale molte aziende hanno chiuso i battenti e grosse multinazionali e banche si sono trasferite in Europa.
Anche per noi Europei residenti nel Regno Unito sono stati tre anni e mezzo di incertezza, importanti decisioni di vita (acquistare casa, avere un figlio, cercare un nuovo lavoro) sono state influenzate da tale insicurezza. Io e la mia famiglia abbiamo subito deciso di avviare le pratiche per la richiesta di cittadinanza e da un anno e mezzo siamo cittadini Britannici.
Grazie alle molte associazioni di cittadini europei residenti in UK, e al lavoro dei nostri parlamentari Europei, per gli italiani o gli europei in generale non cambierà molto. Dietro richiesta di un visto permanente (Settled Status) manterranno tutti i diritti pre-Brexit, con l’eccezione che non potranno allontanarsi dal Regno Unito per più di 2 anni. Possiamo ritenerci privilegiati rispetto ai cittadini Britannici, infatti potremo ancora circolare liberamente, lavorare o studiare in qualsiasi paese della comunità Europea.
In realtà, ad oggi, non siamo ancora effettivamente usciti dall’Europa, ci aspettano 11 mesi di negoziazioni, e lo spettro del “no deal” è sempre dietro l’angolo. La “liberazione” dall’Europa si significa una crescente sottomissione all’America di Trump e dei suoi polli al cloro (sì, negli accordi commerciali con gli Stati Uniti, si prevede l’importazione di polli irrorati con il cloro!). I Britannici europeisti sono molto preoccupati per le sorti del paese, tuttavia sono un popolo stoico e senza piangersi addosso sapranno rimboccarsi le maniche e darsi da fare, e sono certi che ritorneranno a far parte dell’Europa.
Rosalba Napolitano