Ufo, boom di avvistamenti in Puglia: raddoppiati rispetto al 2018
Hanno ispirato film, libri, canzoni, intuizioni e perfino speranze: gli oggetti non identificati hanno diviso l’opionione pubblica. Eppure in Puglia è un vero e proprio boom di avvistamenti: è questo quanto racconta Gianpaolo Balsamo su La Gazzetta del Mezzogiorno. Nell’articolo, che riproponiamo, c’è anche un’intervista al presidente del Centro Ufologico Mediterraneo. L’ultimo avvistamento di ufo è datato a gennaio scorso, in Salento, che si conferma la tappa preferita per le segnalazioni. Di seguito il resoconto.
Ufo, boom di avvistamenti nei cieli pugliesi: nel 2019, segnalano gli esperti del Cufom (Centro ufologico mediterraneo) le segnalazioni di oggetti volanti non identificati sono raddoppiate rispetto all’anno precedente e, tra le sei province pugliesi, quella salentina sembra essere quella maggiormente interessata dal fenomeno. È quanto sostiene il presidente del Centro Ufologico Mediterraneo, Angelo Carannante, che grazie alle attività di avvistamento fatte dal Centro nel corso degli anni, evidenzia che la presenza di oggetti volanti, constatata anche da persone comuni, è molto forte nel territorio della provincia di Lecce.
E non è un caso che «oggetti non identificati» siano stati avvistati
nel «tacco» d’Italia anche agli inizi del 2020. Lo scorso 9 gennaio, per
esempio, uno strano oggetto è stato avvistato a Miggiano.
Altra
segnalazione di Ufo è stata registrata a Trepuzzi il 9 dicembre 2019,
quando alcuni oggetti volanti non identificati hanno ruotato a cerchio, a
bassa quota, rincorrendosi l’un altro: il caso è ancora sotto indagine
per escludere ipotesi convenzionali come fari di discoteche o laser o
altro.
Andando indietro nel tempo, invece, come dimenticare sempre in tema
di avvistamenti quello storico di un presunto «disco volante a Manduria,
nel Tarantino, il 26 agosto 2012?
Interessante fu anche l’ufo del
Salento del 13 novembre 2015, quando fu ripreso in video una sfera che
si muoveva tra le nuvole e che ad un certo punto sembrò tornare indietro
per un breve tratto.
Il 14 maggio 2011, invece, a Cassano delle
Murge, mentre una persona fotografava un aereo con tanto di scia
chimica, si accorse della presenza di un vero e proprio disco volante
scuro nei pressi della voluminosa scia lasciata dal velivolo. Uno
spettacolare oggetto sigariforme, forse con sporgenze laterali (ali?),
venne fotografato a Monte Sant’Angelo mentre si librava nel cielo
azzurro alle spalle di inconsapevoli testimoni.
Insomma, gli alieni stanno dunque invadendo la Puglia?
«Andiamoci cauti – risponde il presidente del Centro ufologico
mediterraneo, Angelo Carannante, ente che studia, con approccio
scientifico, il fenomeno degli avvistamenti di Ufo.
«Innanzitutto –
spiega – vale la pena ricordare che l’acronimo “Ufo” significa
«Unidentify Flying Object“, ossia “oggetto volante non identificato”.
Questo significa che non ogni oggetto che non viene identificato sia
necessariamente un’astronave aliena: può trattarsi di un pallone sonda,
di un drone, di un riflesso o riverbero della luce, addirittura di una
macchia sul monitor. Bisogna comprendere che cosa sono davvero gli Ufo:
il nostro Centro ufologico mediterraneo li studia oramai da un decennio
sulla base delle segnalazioni che ci arrivano da ogni parte d’Italia.
Ben diversi sono invece gli “Ifo” (Identified Flying Object), cioè
oggetti ben identificati e “battezzati”».
Come mai c’è tanta omertà in merito al fenomeno Ufo?
«Guardi,
lei ha toccato un tasto davvero delicato dell’ufologia. Chi dichiara di
aver avvistato un ufo è visto come un pazzo o come qualcuno che ha
fumato qualcosa o ha bevuto molto. Lo ritengo un aspetto incredibile.
Tantissime persone, è pur vero, credono al dio della loro religione o
all’oroscopo proprio per atto di fede. Invece, quando si parla di ufo, è
il caso di dirlo,… apriti cielo. Oggetti materiali che volano sulle
nostre teste e di cui rifiutiamo l’esistenza, nonostante siano filmati,
fotografati, rilevati dai radar, magari visti in un solo momento da
migliaia di persone. In realtà c’è molta reticenza. In Italia, il
fenomeno Ufo, mi creda, a differenza di altri paesi è visto come un
problema di ordine pubblico, tanto è vero che alcune forze dell’ordine
sono dotate di registri degli avvistamenti Ufo.
Grosse agenzie di
stampa italiane, non vogliono più pubblicare i nostri avvistamenti.
Cover up? Probabile. Poi, stranamente pubblicano notizie di avvistamento
ufo o di ufologia in generale, che riguardano l’estero. La cosa non le
sembra strana?»
Presidente Carannante, è possibile che dietro al fenomeno
Ufo ci sia una realtà extraterrestre? Perché le immagini degli ufo non
sono mai nitide?
«Non solo è possibile, ma è probabile,
anche se non per tutti gli avvistamenti, la stragrande maggioranza dei
quali è spiegabile con fenomeni convenzionali (astri, sky lantern,
satelliti, volatili, aerei, fenomeni naturali, ecc.). Tuttavia, alcune
volte proprio non si riesce a trovare spiegazioni ed i fenomeni
presentano caratteristiche “intelligenti” nel senso che gli Ufo sembrano
guidati o teleguidati da qualcuno, interagendo, non di rado, con i
testimoni.
Non mancano testimonianze di incontri con strani esseri,
molto difficili da provare. Non esistono, poi, immagini nitide di ufo,
perché gli oggetti volanti non identificati, nella grande maggioranza
dei casi sono lontani in cielo. Consideri poi la difficoltà di
inquadrarli, ad esempio, con un cellulare. Mettiamo ancora la non grande
qualità delle fotocamere, la distanza dell’oggetto, l’inevitabile
movimento del braccio dell’operatore, gli intensi campi energetici da
cui sono avvolti gli ufo. Insomma tutti fattori che non permettono di
avere immagini chiare. Guardi paradossalmente, quando vede immagini di
bellissimi dischi volanti su internet, dove regnano i fake, allora
l’avvistamento al 99% è falso».
VITA INTELLIGENTE SUL «PIANETA ROSSO»
La Puglia non è solo la regione con un numero maggiore di
avvistamenti Ufo. Dalla Puglia, infatti, prende origine una nuova
sconvolgete ipotesi che riguarda Marte, da anni nel mirino degli
scienziati. Dopo Venere e Giove, infatti, è proprio Marte il pianeta più
facilmente individuabile dalla Terra per via della grande luminosità
relativa e del caratteristico colore rosso.
Ebbene, secondo uno
studioso pugliese, l’ing. Ennio Piccaluga, originario di San Severo e
componente dello staff scientifico del Centro Ufologico Mediterraneo, su
Marte ci sono state alcune città. Distrutte, forse, da un immane
cataclisma ma ci sono. «Per ora non ce lo diranno – spiega Piccaluga –
ma noi lo sappiamo». L’ingegnere, d’altra parte, non è nuovo a simili
anticipazioni scientifiche. Infatti, contrariamente a quanto sosteneva
la scienza ufficiale che identificava Marte come un corpo desolato,
privo di espressioni biologiche, già nell’anno 2007, a seguito dei suoi
studi e delle sue ricerche, Piccaluga scriveva su un giornale tematico
(«Area 51» allora in edicola) che su Marte c’era acqua salata. La NASA
lo ha scoperto ufficialmente nel 2015, dopo ben 8 anni.
Nei giorni scorsi, l’ing. Piccaluga insieme al presidente del Cufom,
Angelo Carannante, proprio a San Severo ha tenuto una conferenza di
«Esoarcheologia» (archeologia fuori del pianeta Terra) relativa a
presumibili resti di antiche città marziane organizzata dall’Archeoclub
di San Severo.
Il pubblico, è inutile dirlo, è stato numeroso e
incuriosito. Si è parlato del «pianeta rosso» e di come Marte sia ormai
un campo di battaglia tra i sostenitori di una vita aliena su di esso e
la schiera opposta decisamente negazionista.
«Il fatto, decisamente
provato e quindi incontrovertibile – ha spiegato l’ing. Piccaluga che ha
anche mostrato foto e filmati relative alle ultime scoperte sul pianeta
nostro vicino – è che in alcune zone di Marte, sembra che tutto sia a
pezzi come se in passato vi sia stata una catastrofe naturale o
addirittura dovuta a guerre tra opposte fazioni che alla fine avrebbe
spazzato via finanche l’atmosfera del pianeta rosso. Fra gli argomenti
più convincenti, le foto dei vari rover (un veicolo adibito al trasporto
su un corpo celeste) (Curiosity, Opportunity, ecc.) che scorrazzano sul
pianeta rosso, ma anche le foto originali NASA inviate a Terra dalla
sonda “MRO” (Mars Reconnaissance Orbiter), foto in altissima risoluzione
e ricche di particolari sconcertanti fra cui, appunto, tracce che
sembrano rappresentare resti di antiche città in rovina».
Su Marte, secondo l’esperto di San Severo ed autore di diversi libri («Ossimoro Marte», «Ritorno su Lahmu») sarebbe stato fotografato di tutto: statue (per tutte: la famosa «sirenetta»), piramidi, strutture regolari che farebbero pensare a costruzioni, sfere sospese, artefatti, ingranaggi, addirittura apparenti animali.
Dunque, secondo il ricercatore originario di san Severo, si su Marte ci sarebbero state delle città che sono state abbandonate in tempi passati, dopo un ipotetico, grande cataclisma che sembrerebbe aver colpito il pianeta rosso circa 10mila anni fa (teoria VAS, Velikovski Ackerman Spedicato). All’epoca, secondo questi ricercatori, Marte era forse un pianeta lussureggiante, ricco di vita e di oceani profondi migliaia di metri. Queste presumibili città erano quindi subacquee, site a circa 3000 metri di profondità, nella località marziana denominata dalla Nasa «Chaos di Atlantide».
Ma perché i governi e gli enti spaziali non ci dicono nulla? «Per la stessa ragione per cui mantengono il segreto sugli ufo, per mantenere la pace sociale e non destabilizzare la società di fronte alla realtà di esseri provenienti da altri mondi», risponde il presidente del Cufom, Angelo Carannante. «Sia ben chiaro, le prove definitive di queste ipotesi “marziane” si avranno quando sbarcheremo su Marte con equipaggi umani e lo esploreremo approfonditamente».