Intervista | Francesco: “Ecco perchè ho telefonato ai carabinieri”
“Ha chiesto il mio telefono, visto che il suo era senza credito, e poi si è allontanato nell’altra stanza. Solo dopo ho capito cosa aveva fatto, perché a distanza di qualche minuto mi hanno informato direttamente i carabinieri. Sono orgoglioso di mio figlio e del suo grande cuore”. Luigi Morra, padre di Francesco, il 14 enne che l’altro ieri ha chiamato i carabinieri per ringraziarli dell’impegno profuso per l’emergenza Coronavirus, non nasconde emozione per il gesto di suo figlio.
Francesco, cerignolano, ultimo anno di scuola media (frequenta la “Pavoncelli”) e il sogno di diventare un giorno un informatico, non ci ha pensato su due volte, dopo l’ennesimo bollettino di ‘guerra’ annunciato in tv. Mentre scorrevano le immagini delle bare in partenza da Bergamo per la cremazione, si è rinchiuso in camera per parlare con i carabinieri: “Vorrei ringraziare in particolare le Forze dell’Ordine di tutta l’Italia per questo aiuto che ci state dando e quello che state facendo. Vorrei ringraziare tutti i dottori e gli infermieri che anche se non è facile stanno aiutando a far guarire persone che soffrono per questo COVID 19”.
Così Francesco spiega a Marchiodoc.it il suo gesto: “Mi è dispiaciuto sapere che bruciavano i corpi perché non c’erano posti nei cimiteri. Volevo scrivere una lettera per le forze dell’ordine e per i medici, ma poi ho deciso di chiamare”, racconta il 14enne. Ritornato dai suoi, si è seduto a tavola: “Era una cosa che sentivo di fare, era una cosa mia, non ho detto niente ai miei genitori. Poi alle 14:45, mentre eravamo a tavola per pranzo, i carabinieri hanno chiamato mio padre e gli hanno raccontato tutto: pensavo che la telefonata rimanesse a loro”, dice Francesco.
Ma c’è una cosa che Francesco, e non solo lui, continua a non capire: “Chi continua ad uscire non se ne importa niente, forse pensa che è una cosa da niente, ma sbagliano”.
I genitori sono rimasti spiazzati dal piccolo grande gesto del loro bambino: “Quando lo abbiamo scoperto ci siamo emozionati e abbiamo pianto. Siamo felici ed orgogliosi di lui”, dice papà Luigi.
Michele Cirulli