Coronavirus, muore sola in casa a 3 giorni dalla visita: è giallo
Si tinge di giallo l’ultimo decesso per Coronavirus a Cerignola. A perdere la vita, nella notte tra sabato e domenica, è stata una donna di 66 anni, con patologie pregresse, deceduta da sola nella sua abitazione e affetta da Coronavirus. In seguito al decesso è stato infatti disposto l’esame del tampone post mortem che ha poi dato esito positivo nella giornata di mercoledì. Fatto sta che nessuno ha diagnosticato il sospetto di Coronavirus per quattro giorni. Così giovedì scorso la vittima aveva chiamato il suo medico curante, per informarlo della temperatura corporea elevata.
A chiarirlo è lo stesso medico curante, che a La Gazzetta spiega le varie fasi: “Lunedì 16 marzo la signora è venuta nel mio studio per la prescrizione dei farmaci abituali. Giovedì 19 marzo mi ha riferito telefonicamente di avere la febbre alta e basta. Ho prescritto una cura antivirale e tachipirina, la sorella mi ha riferito che la febbre era scesa a 37.5”, dice il medico Nicola Imperiale.
Il problema si è verificato nei giorni a seguire: “Non aveva sintomi da Coronavirus, perché presentava solo una febbre che il venerdì mattina era aumentata nuovamente: a quel punto ho prescritto del cortisone paventando la possibilità, nel caso, di rivolgersi al 118. La sorella della paziente ha somministrato i farmaci e di sua spontanea volontà ha telefonato al 118, che a sua volta ha dato il numero di un’ambulanza dedicata di Foggia: da quanto mi è stato riferito – prosegue Imperiale – anche a Foggia avrebbero detto che non c’erano sintomi da CoVid-19 ma solo influenza, tra l’altro passata qualche ora dopo”.
Le ultime ore di vita della vittima 66enne vengono raccontate ancora dal medico di base: “La sorella della paziente mi ha riferito che dal venerdì pomeriggio al sabato sera non aveva più febbre. Nella notte, però , è deceduta nella sua abitazione: l’indomani constatando il decesso per arresto cardio circolatorio abbiamo dato l’indicazione di sospetto CoVid ed è stato fatto il tampone post mortem, che è risultato positivo”. Dunque, in quattro giorni per la donna, deceduta nella notte tra il 21 e 22 marzo, non sarebbero stati attivati i protocolli per i casi sospetti da Coronavirus: “Erano solo sintomi di influenza”, ripete il medico dicendosi sicuro delle procedure.
Ma non è tutto, perché quando viene autonomamente allertato il 118 dai familiari della vittima, 24 ore prima del decesso, la postazione risponde picche: “In caso di sintomi non bisogna chiamare il 118, ma il medico curante o i numeri dedicati. Per quanto riguarda la chiamata della signora a cui si fa riferimento – si legge in una nota di alcuni operatori 118 diffusa in rete- nulla è da rimproverarci in quanto la nostra equipe in quel momento era in missione su un altro caso di CoVid-19. Nel frattempo la ASL ha attivato tutte le procedure per mettere in quarantena di tutti i familiari che hanno avuto contatti con la 66enne deceduta di Cerignola. Il medico curante sostiene di aver rispettato tutte le procedure operando nella giusta direzione; il 118 assicura di non avere nulla da rimproverarsi; la signora 66enne è morta da sola in casa senza mai sapere il perché.
Michele Cirulli
La Gazzetta del Mezzogiorno