Gli accessi al pronto soccorso crollano fino al 75%
Sono crollati fino al 75% gli accessi ordinari al Pronto Soccorso di Cerignola da quando è subentrata l’emergenza Coronavirus. E non perché qualche decreto lo vieti, visto che ovviamente per ragioni di salute si può lasciare il proprio domicilio, ma perché – con ogni probabilità – è distorta e inflazionata la prassi di rivolgersi all’emergenza-urgenza anche per banali casi di codice bianco.
Così nella struttura dell’ospedale Tatarella crollano gli accessi ordinari. Basti pensare, ad esempio, che domenica 22 marzo sono stati soltanto in 21 ad entrare nel pronto soccorso, mentre domenica 12 gennaio, quando non c’era alcuna emergenza sanitaria in corso, sono stati in 87 ad assaltare il reparto.
La situazione si fa più chiara nei giorni settimanali: lunedì 16 marzo, ad una settimana dal primo decreto del Presidente del Consiglio, le persone arrivate per farsi visitare con urgenza sono state 33, contro le 120 di lunedì 13 gennaio, data svincolata da ogni tipo di emergenza Coronavirus.
Paura del contagio? Sicuramente tanta. Ma a sentire gli operatori del Tatarella alla base di questo crollo anche altre ragioni: “In molti intasano il pronto soccorso per motivi lievi, che non dovrebbero essere nemmeno curati qui: questa è un’abitudine che crea scompiglio e file interminabili per il triage”, osservano dal Tatarella. Con la diffusione del virus, è verosimile che in molti abbiano deciso di scegliere altre opzioni o ricalibrare il concetto di “urgenza”.
Michele Cirulli
E Vi sembra strano? Se tutto il paese è fermo e normale che gli incidenti siano molto meno.Incidenti stradali quasi impossibili, quelli sul lavoro ridotti del 70% per attività chiuse, quelli possibili a scuola annullati ecc ecc.
ma se la gente va pure per il raffreddore al Pronto Soccorso…altro che incidenti