“Chi ha ucciso Donato è ancora libero, non c’è giustizia”
“Chi ha ucciso Donato è ancora libero, non c’è giustizia”. La lettera aperta dei genitori di Donato Monopoli, il 26enne cerignolano che il 6 ottobre del 2018 fu brutalmente aggredito da due coetanei foggiani: Donato è poi deceduto dopo 7 lunghi mesi di agonia, a maggio del 2019. A distanza di un anno dalla sua morte, però, i genitori Giuseppe e Donata restano in attesa della giustizia, che al momento non arriva. Chi ha ucciso nostro figlio, dicono, è ancora libero. Di seguito la lettera.
La serata in discoteca
Il 6 ottobre 2018, nostro figlio, Donato di 26 anni, in compagnia di altri tre amici, si è recato nella vicina Foggia per trascorrere una serata in un locale chiamato “Le stelle”.
Doveva essere una serata universitaria di divertimento e spensieratezza tra amici, ma si è trasformata in un incubo perché nostro figlio è stato brutalmente picchiato da altri ragazzi. Immediata è stata la corsa presso l’ospedale “Riuniti di Foggia “,dove ci è stato comunicato il repentino trasferimento presso il nosocomio di San Giovanni Rotondo dove Donato ha subito due delicatissimi interventi alla testa.
Il ricovero in ospedale e gli aggressori
Nostro figlio è rimasto in terapia intensiva, legato a dei tubi per sette lunghissimi mesi, durante i quali abbiamo vissuto momenti infernali dovuti ai suoi costanti cambiamenti e peggioramenti di salute, accompagnati da altri vitali interventi. 7 lunghi mesi ad aspettare e sperare in un miracolo, ma purtroppo è arrivato quel maledetto 8 maggio 2019, giorno in cui Donato ha deciso che era stanco di lottare per la propria vita. Abbiamo provato a racchiudere in pochissime righe quello che è capitato a nostro figlio, ma il vero motivo che ci ha spinto a contattarvi è un altro: la giustizia che non abbiamo ancora ottenuto. Facciamo un passo indietro:la sera della discoteca, sono stati individuati due ragazzi foggiani che, quella sera stessa, sono stati rintracciati mentre erano tornati comodamente presso le loro abitazioni nonostante quello che poco prima ,avevano fatto a Donato. Questi 2 individui sono stati accusati di aggressione e costretti agli arresti domiciliari per 6 mesi al termine dei quali sono stati messi in libertà con il solo obbligo di firma presso le forze dell’ordine.
La giustizia e l’autopsia
Dopo la scomparsa di Donato, su Facebook è stata creata una pagina dal nome #GiustiziaPerDonato, ma la verità che a oggi 7 marzo 2020, non solo non è stata fatta Giustizia per nostro figlio, ma noi non siamo nemmeno a conoscenza del risultato della sua autopsia, svoltasi ormai 10 mesi fa, noi come genitori, abbiamo dato priorità ad altro e ci siamo aggrappati alla speranza che in Italia la Giustizia ci sia davvero e che, prima o poi, Donato possa riposare in pace, ma ad oggi abbiamo realizzato che probabilmente il tempo che sta trascorrendo troppo è tempo perso e che, mentre noi piangiamo ogni giorno per la morte ingiusta e insensata di nostro figlio, c’è chi continua a vivere tranquillamente la propria vita senza alcun problema. Ne avremmo tante, troppe, di cose da dirti perché in questi Infiniti 17 mesi in cui la nostra vita e drasticamente cambiata, di cose ne sono successe troppe.
La battaglia in solitudine
Adesso ci sentiamo soli nel combattere questa battaglia che,al momento ci sembra sia stata dimenticata dalla legge, dal tempo e dalla stessa giustizia che tanto gridiamo e nella quale, nonostante tutto, ancora Crediamo e speriamo di ricevere presto un vostro riscontro positivo e speriamo che Donato abbia la possibilità di avere l’unica cosa che ormai possiamo offrirgli: la giustizia.
Francamente conoscendo il diritto non riesco a comprendere come mai c’è un omicidio e i colpevoli sono fuori a piede libero da quasi due anni.
Udienza preliminare?
È tutto molto strano….io se fossi in voi cambierei avvocato, in primis ( assicuratevi che sia un affermato penalista) e conttatterei le tv ( le iene, vita in diretta) le questioni si risolvono , purtroppo, quando diventano mediatiche. Non capisco perché non l’abbiate ancora fatto. Non vi conosco, ma come se fossi una vostra familiare, vi consiglio di contattare le trasmissioni che si occupano di questo e cambiare avvocato. Marco Vannini sta avendo giustizia perché i genitori hanno scatenato l’inferno contattando le iene. Non mollate….fate di tutto…la giustizia, purtroppo in Italia, non è data x scontata, se non vi affidate… Leggi il resto »