Coronavirus, parrucchieri nel caos. Tricarico: “A Cerignola rischiano in molti”
Coronavirus, parrucchieri nel caos: “A Cerignola molti rischiano di non riaprire”, secondo Graziano Tricarico, che parla anche a nome di tutti i colleghi. È una delle categorie maggiormente colpite, quella dei parrucchieri e dei centri estetici. Tra i primi ad abbassare le serrande e praticamente gli ultimi ad alzarle, i lavoratori devono fare i conti con le spese, che rimangono quasi totalmente intatte, e le entrate che ormai non ci sono più. Se tutto va bene potranno ritornare a lavorare a giugno.
“Ma fino a giugno molti di noi non ce la faranno”. Graziano Tricarico, dell’omonimo centro di acconciature, lancia l’allarme anche a Cerignola. “Fino a giugno la strada è troppo lunga, perché ci sono talmente tante spese, che qualcuno potrebbe non riuscire ad aprire. Va bene il bonus di 600 euro, ma solo pagare un affitto porta via 3500 / 400 euro”, prosegue.
Sono troppe le incognite per i centri di acconciature. Da qualche giorno i parrucchieri ofantini si sono radunati in gruppi whatsapp e le domande si rincorrono frenetiche anche sulla fase 2 che li vede esclusi dalle attività lavorative. In tutta Italia dal settore si alzano proteste: una fetta di economia che conta circa 135mila imprese e dà lavoro a 260mila persone.
“La riapertura dovrà tenere conto delle misure restrittive e magari in un locale di 40metri quadrati in cui lavoravano 4 persone, da giugno ne potranno lavorare la metà. E come ci regoliamo con i nostri dipendenti?”, chiede Tricarico. E poi c’è sempre il rischio di speculazioni dietro la porta: “Vorremmo che qualcuno ci dicesse se dobbiamo sanificare i locali, con quali prodotti. C’è molta confusione e i prezzi sono già alle stelle”, dice il parrucchiere.
Mentre i parrucchieri devono abbassare le serrande, c’è chi fa il furbetto e taglia capelli a domicilio. Un problema atavico, per il settore, con lavoratori fai-da-te che, in appartamento, abbattono costi creando concorrenza sleale: “Cresce il problema degli abusivi soprattutto in questo periodo. Se vanno tutti in casa a fare i capelli, che succede? Abbassano i prezzi e noi ci troviamo ancora di più in difficoltà. Come facciamo a competere?”, chiede Graziano Tricarico.
“Servono regole e informazioni certe anche per la riapertura, ad oggi noi non sappiamo nemmeno a chi rivolgerci, non sappiamo cosa fare”, conclude Tricarico commentando la fase 2 dell’emergenza Coronavirus a Cerignola nel settore dei parrucchieri.
A spendersi anche l’ex consigliere comunale Vincenzo Erinnio: “Molti pensano di non riaprire più, altre sono letteralmente in ginocchio e chiedono una risposta seria ed immediata. Chi ha l’attività chiusa sta continuando a pagare. Per i commercianti, Ambulanti, ristoratori, parrucchieri, estetisti ed altri lavoratori autonomi servirebbe sospendere le imposte statali fino al 2021. Oppure sospendere le tasse comunali fino al 2021. Prestiti per far ripartire questi commercianti a tasso 0”, dice.
Punto primo: se sai chi fa il furbetto e lo sai, DENUNCIA!! o sei omertoso?
Secondo: devi lavorare su appuntamento così eviti la calca di “clienti” del tuo salone in particolare modo..
Terzo: cosa vorresti ? Ritornare come era prima?
Caro mio allora non avete capito un bel niente!
Le cose sono cambiate e per sempre, dopo il coronavirus ne verrà uno diverso e poi ancora.
Il numero di morti per virus e super batteri saranno maggiori di tutte le altre cause di morte messe assieme.
Non lo dico io ma l’OMS da anni.
Rassegnatevi.