Canale Lagrimaro: avvisi di garanzia per politici imprenditori e dirigenti
Avvisi di garanzia e una serie di prescrizioni da rispettare per i 129 imprenditori di Cerignola che, secondo l’accusa, avrebbero sversato illecitamente liquami nel canale Lagrimaro; ipotesi omissione d’atti d’ufficio per l’ex sindaco Franco Metta e ipotesi di abuso d’ufficio per Clorindo Izzillo, Marino Russo e Vito Mastroserio, dirigenti del comune di Cerignola.
Le indagini sull’inquinamento del Lagrimaro sono partite all’indomani del sequestro, a luglio 2019, del torrente ormai inquinato. Poi a dicembre 2019 l’informazione di garanzia della Procura della Repubblica (pm Marco Gambardella) e negli scorsi giorni la notifica delle prescrizioni a cui i 129 imprenditori dovranno attenersi per la bonifica del canale, per la chiusura dei pozzetti con calcestruzzo e per la chiusura dei pozzetti di collegamento con la fogna bianca. Al Consorzio di Bonifica di Capitanata, invece, è intimato di provvedere alla mappatura, tramite GPS, di tutte le tubazioni illecite.
Ci sono praticamente quasi tutti gli imprenditori di Cerignola nell’indagine condotta dal NOE dei Carabinieri di Bari. Compresi tutti i “big”. Del caso si era occupato, tra gli altri, se ne era occupata anche Striscia La notizia, che aveva effettuato analisi sulle acque, fino a quel momento inesistenti.
Anche il parlamentare Giorgio Lovecchio saluta con favore l’azione della magistratura: “Dopo il nostro intervento parlamentare si è accertata la natura degli sversamenti incontrollati insieme al forte fenomeno di abbandono di rifiuti- continua il parlamentare pentastellato- Dal campionamento effettuato le acque del canale apparvero più simili ad un refluo che a un corso d’acqua. Il liquido infatti presentava una colorazione scura con evidenti fenomeni di putrescenza che davano origine a miasmi persistenti. Scarichi industriali, cromo, alluminio, rame, escherichia coli era stato ritrovato di tutto nel Lagrimaro, negli anni. Senza che nessun ente preposto al controllo si allertasse. Le cose sono cambiate fortunatamente anche grazie alla presenza fattiva del M5S. Nel Lagrimaro – gestito dal Consorzio di Bonifica di Capitanata – dovrebbero confluire le acque piovane prodotte dalla Zona Industriale, dunque non tutti i reflui. Oggi finalmente nel documento del Noe si specifica come agli atti del Consorzio risulta che “il Comune di Cerignola non è autorizzato allo scarico nel Canale Lagrimaro, in considerazione del fatto che posteriormente all’entrata in vigore della menzionata legge (R.R.17/2013, 7.8.2013), il Consorzio non ha rilasciato alcuna autorizzazione né tantomeno sono state richieste per lo scarico nel canale Lagrimaro””.