Colasuonno: “A Cerignola tutti pagano il pizzo, polizia spiata dalla Mafia”
È pesantissima l’intervista che il vicequestore aggiunto Loreta Colasuonno ha rilasciato a Roberta Ruscica de Il Fatto Quotidiano nell’edizione di ieri: un’analisi della mafia di Cerignola, che passa dalla mancata reazione della società civile, dal pizzo e dallo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni.
Far west
Il racconto inizia dall’ultimo agguato ai danni del 47enne Maurizio Riccardi, inseguito e sparato a colpi di kalashnikov in centro presumibilmente per un regolamento di conti: “Un’azione così spavalda non si era mai vista. Prima l’inseguimento per un tratto di strada così lungo, poi le armi pesanti”, dice la Colasuonno nell’intervista. A sorprendere il commissario di polizia il fatto che non ci sia stata “nessuna presa di posizione da parte della cittadinanza” perché “la gente ha paura di manifestare, teme ritorsioni”. Ma le fasi salienti dell’intervista riguardano la criminalità organizzata locale. La ferocia e l’organizzazione capillare.
Spiati dalla Mafia
“Noi – dice Colasuonno al Fatto – sappiamo che siamo monitorati dagli uomini della mafia. Prima di una perquisizione o di un’operazione l’ultimo breafing lo facciamo a Foggia”. Un retroscena inquietante, che apre ad una autostrada di interrogativi.
Le offese del sindaco sciolto per mafia
C’è anche la politica. L’ex sindaco Franco Metta, cacciato per Mafia, ha additato Colasuonno, al pari delle altre forze dell’ordine e di chiunque abbia censurato le sue condotte, con offese: “Spara a zero, offende: sono stata additata come la manettara che avrebbe pure ossessioni sessuali, addirittura nei suoi confronti”, dice Colasuonno. Di fronte alla mafia dilagante, agli insulti di personaggi sul viale del tramonto, al controllo della criminalità organizzata, mancherebbe però una presa di posizione della società civile. Prese di posizione nette come a Palermo, o Casal di Principe, luoghi di Cosa Nostra e Camorra. Invece a Cerignola no.
Le estorsioni
“Mai nessuno che si ribella. Mai nessuno che denunci un’estorsione. Eppure tutti pagano il pizzo”, dice a Il Fatto Loreta Colasuonno. Anzi. Il vicequestore racconta un aneddoto: “Mi capitò di sentire da una commerciante: speriamo che facciano un altro assalto al portavalori, così le mogli vengono a spendere da me”. Un quadro inquietante che aggiunge ulteriori tasselli all’analisi della mafia di Cerignola: le parole della Colasuonno innalzano il livello di attenzione dei media nazionali sul basso Tavoliere, tra pizzo, infiltrazioni e assalti.
… Il sospeso n. 1 a capito che le cose del mondo attraggono… Si ritiene un perseguitato… Accusando e caluunnuando gli organi preposti… Sbramando come un dannato. “che differenza tra lui e un mafioso? “” nessuna “. Le istituzioni : polizia di stato, guardia di finanza, carabinieri, etc. etc. Mettono a repentaglio la propria vita, per il bene comune. Domanda : ma quando trovano” intellettuali nulla tenende pericolosi… Il popolo onesto deve reagire. Onore alla Dottoressa Colasuonno, e a tutti gli organi istituzionali, che si prodicano per la legalità e la sicurezza dei cittadini.
Bel discorso di uno che non si fima.
Succede anche questo a Cerignola.
BASITO.
Dico all’ispettrice, perché non si interviene quando ad esempio, proprio in questo istante, andando ad accompagnare mio figlio quattordicenne per una passeggiata con amici, mi ritrovo in adiacenza al parco mezza luna perchgiate con due ruote sul marciapiede e in piena curva, sia una Lamborghini usus, un’Audi q8 oltre che un’Audi q5. In pieno stile da esaltati cerignolani che danno ogni assoluta importanza, al di sopra di ogni cosa, il possesso di una Supercar; frutto ovviamente di ignoranza e stupidità autoctona. Quindi, chiedo all’ispettrice, perché non si interviene in questi casi, perché la polizia non procede a rilevare con una… Leggi il resto »
Qui nessuno ha l’anello al naso.
Quando c’erano le estorsioni a Cerignola, i segnali erano evidenti. Tutte le sere esplodevano bombe, e si sparava nei locali come fossimo nel far west.
Con questo non voglio dire che viviamo in un paradiso, ma dipingere Cerignola come fosse Bagdad e i cerignolani come vigliacchi ed omertosi non è stata una mossa intelligente.
Da anni Cerignola lasciata a crescere tra mafiosi piccoli e grandi, poi arriverà la nuova ibrida e senza scrupolo, come a Napoli manovalanza di criminali bulgari rumeni zingari che per un nulla ammazzano e rapinano e allora sarà troppo tardi, pure per i mafiosi locali